dalla nostra inviata a Parigi
Dopo aver sconfitto Hyeon Chung ed essersi garantito matematicamente la prima posizione mondiale, Rafael Nadal si presenta in conferenza stampa con qualche minuto di ritardo. Totalmente di bianco vestito si accomoda al tavolo concentrato sul proprio cellulare. Poi alza la testa e sorride. Un sorriso vero, sereno, raro da vedere sul viso di Rafa mentre un torneo è in corso.
Dopo un paio di domande che rompono il ghiaccio ecco che Nadal parla della sensazione di essere sicuro di terminare l’anno sul trono ATP: “Per me era impossibile pensare che una cosa del genere potesse accadere quando sono rientrato da un periodo davvero duro, durante il quale non potevo giocare a tennis a causa degli infortuni. Ma adesso sì, sono felice ovviamente. Dopo più di dieci anni significa davvero molto per me finire ancora l’anno da numero uno”. Non sono parole di circostanza quelle che escono dalla bocca di Nadal. Dietro ci sono tutta la sofferenza e il sacrificio che l’hanno portato fin qui. Qualcuno tra i giornalisti gli ricorda che è il più vecchio giocatore di sempre a terminare la stagione in vetta. “Davvero?”, chiede Rafa: “Beh ne sono felice, anche se c’è un gruppo di giovani molto forti”.
“Rafa sai dare una definizione di mentalità vincente?”, domanda un collega. Nadal si blocca e sorride imbarazzato. Pare così scontato per lui che non riesce a trovare parole per spiegarlo a noi poveri mortali. Abbozza, poi finalmente riesce a spiegare il perché a 31 anni è ancora lui il re della classifica: “Non è una questione di mentalità, è una questione di passione. Significa alzarsi tutte le mattine e avere le giuste motivazioni per continuare a lavorare. Tutti vogliono vincere durante una competizione, ma un’altra cosa è svegliarsi ogni giorno con la passione e il desiderio di andare sul campo di allenamento. Questa è un’altra storia, no? Non tutti ci riescono. Insomma la mentalità vincente è prepararsi nel modo corretto per fare in modo che le grande vittorie arrivino”. Semplice, no?
Si torna poi a parlare di tennis, di discese a rete, dell’avversario degli ottavi, Cuevas: “Pablo è sempre un giocatore tosto. Spero di riuscire a giocare bene, ma come ho detto, ho fatto di tutto perché questo accada”. La tribuna stampa è ancora però focalizzate sulle parole di Rafa in merito alla passione, al lavoro, e allora qualcuno commenta che è facile avere passione quando si vince molto. “Ovvio”, concorda Nadal: “Ma le due cose sono combinate, no? Le vittorie aiutano ad allenarsi con passione, ma se non ti alleni con passione le vittorie non arrivano. Ho avuto periodi bui, costellati da infortuni, ho avuto dubbi, molti. Tutti dicono di credere in se stessi, ma la verità alla fine è che è necessario credere nel proprio lavoro. Se credi nel duro lavoro di tutti i giorni ti regali la chance di vincere ancora”. E se lo dice il numero uno del mondo non resta che prendere nota.