La Fed Cup di CoCo Vandeweghe

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La Fed Cup di CoCo Vandeweghe

Dopo 17 anni gli USA tornano a vincere la Fed Cup, proprio nell’anno in cui hanno cambiato la guida tecnica

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Nella finale di Fed Cup disputata a Minsk contro la Bielorussia gli Stati Uniti erano favoriti, e sono riusciti a confermare il pronostico. Hanno forse sofferto più del previsto, ma alla fine hanno coronato con il successo una seconda parte di stagione straordinaria per il loro movimento femminile. Dopo un lungo periodo in cui il tennis USA ad alto livello si era identificato esclusivamente con le sorelle Williams, negli ultimi anni sono emersi ricambi di qualità. I risultati lo confermano: vittoria a Flushing Meadows con Sloane Stephens, in uno Slam caratterizzato dal monopolio statunitense (quattro semifinaliste su quattro); e dopo diciassette anni di digiuno la 18ma affermazione in Fed Cup, manifestazione storicamente trascurata da Serena e Venus Williams.

CoCo Vandeweghe
In Fed Cup Vandeweghe ha vinto tutti i match disputati nel 2017; agli Stati Uniti ha portato 8 dei 9 punti necessari per vincere il trofeo: 6 singolari (contro Germania, Repubblica Ceca e Bielorussia, e 2 doppi (contro Rep Ceca e Bielorussia, entrambi decisivi). Anche a Minsk è stata indispensabile, e ha dimostrato di essere l’architrave della squadra. L‘ingresso in top ten raggiunto di recente certifica la sua grande stagione, con due semifinali Slam (Australian e US Open) e i quarti a Wimbledon.

Su di lei mi sono sbagliato: l’avevo sottovalutata. Ormai le manca un piccolo passo per diventare una giocatrice di primissima fascia, in grado di raggiungere qualsiasi traguardo. E se prima sembrava una tennista con un carattere un po’ troppo aggressivo e sfrontato rispetto ai risultati ottenuti, ora che è diventata più vincente e concreta penso che la sua spavalderia cominci a diventare un fattore, un aspetto in grado di intimorire alcune avversarie. In questo direi che assomiglia al suo coach Pat Cash, che da giocatore ha avuto una carriera particolare; Cash era un tennista spesso frenato da problemi fisici, ma quando era a posto fisicamente non aveva il minimo timore reverenziale nei confronti di qualsiasi avversario, fosse anche il numero uno al mondo. E se aveva l’occasione di batterlo non se la faceva sfuggire (ne sa qualcosa Ivan Lendl).

 

Ma della collaborazione tra Vandeweghe e Cash, l’aspetto secondo me più interessante è forse quello tecnico-tattico: CoCo ha cominciato una trasformazione del suo gioco, rendendolo più stabile ma anche più classico, tanto che a volte prende una piega quasi old fashion. Vandeweghe era soprattutto uno picchiatrice, con un servizio potente, un dritto altrettanto potente ma un rovescio a volte fuori controllo. Malgrado questo, cercava quasi sempre di fare a pallate anche dalla parte sinistra, anche se con risultati alterni.

Da quando lavora con Cash, invece, ha evoluto il repertorio: utilizza più spesso servizi lavorati e ha compiuto progressi nel suo colpo più incerto. Ha infatti cominciato ad alternare al “vecchio” rovescio bimane lo slice a una mano, a cui fa ricorso quando non ha il tempo per preparare come si deve l’esecuzione di potenza, ma anche quando vuole rompere il ritmo all’avversaria. In più ha imparato a utilizzarlo per verticalizzare, secondo uno schema che ormai è diventato raro nel tennis contemporaneo; sono infatti poche le giocatrici (ma anche i giocatori) che usano lo slice come approccio per scendere a rete. E se penso alla Vandeweghe dei primi anni di circuito, mai avrei pensato che sarebbe stata proprio lei a riproporre soluzioni di un tennis tipico del secolo scorso, e oggi in via di estinzione. Una ragione in più per seguirla con interesse nel 2018.

Sloane Stephens
Dopo la vittoria agli US Open, Stephens aveva giocato a Wuhan, Pechino e Zuhai senza riuscire a racimolare nemmeno un set: certo non il miglior modo di presentarsi alla finale di Fed Cup. Si potrebbe provare ad analizzare i suoi match di Minsk a partire da questioni tecnico-tattiche, ma personalmente sono convinto che le sconfitte abbiano soprattutto cause mentali. Infatti sia contro Sabalenka che contro Sasnovich si è portata avanti nel terzo set, ma al dunque ha finito per farsi superare.

Il suo 2017 è stato straordinario: prima l’inattività per infortunio, poi il ritorno senza aspettative particolari; e invece, dopo pochi match di preparazione, addirittura la vittoria in uno Slam. Cosa è accaduto dopo Flushing Meadows? Di fatto il successo improvviso l’ha destabilizzata; e non sappiamo nemmeno quanto oggi sia concentrata sul campo e quanto invece stia ancora assorbendo il terremoto di una vittoria che comunque cambia i connotati a qualsiasi carriera tennistica.
In più mi rimane un dubbio, legato alla sua difficoltà a viaggiare a lungo lontano dagli Stati Uniti senza risentirne. In tutto questo almeno una cosa però mi sembra certa: la pausa di fine stagione arriva più che mai opportuna.

Shelby Rogers
Esordiente nel 2017 in Fed Cup, ha chiuso la stagione con un bilancio di una sconfitta in singolare (contro la Rep. Ceca da Siniakova) e due vittorie in doppio: il primo successo l’ha ottenuto insieme a Mattek-Sands a risultato ormai acquisito (nel 4-1 contro la Germania); il secondo è stata proprio quello contro la Bielorussia, nella partita che ha assegnato la coppa. In sostanza: una sola vittoria utile, ma pesantissima.

A Minsk delle quattro giocatrici impegnate nel doppio decisivo era probabilmente quella che aveva più da perdere, visto che affiancava una compagna come Vandeweghe sino ad allora imbattuta; in caso di sconfitta quasi inevitabilmente sarebbe stata additata come il punto debole della coppia. Al dunque ha però fatto il suo, confermando in campo la superiorità che al doppio americano veniva attribuita sulla carta; e saper reggere il peso del pronostico è un merito non da poco.

Kathy Rinaldi
Neocapitana, ha vinto la Fed Cup alla prima occasione. Non si poteva immaginare un modo migliore di succedere al periodo di guida tecnica di Mary Joe Fernandez (2009-2016). Se da giocatrice Kathy non era mai riuscita a battere Mary Joe, da capitana le sono stati sufficienti tre turni per fare meglio. È stato un caso che la vittoria abbia coinciso con il cambio di conduzione? Forse sì, o forse no.

Personalmente non sono mai stato un grande fan di Fernandez, visto che non ho mai avuto la sensazione che fosse capace di aggiungere qualcosa al rendimento delle sue giocatrici. Avete presente quanto riusciva a tirare fuori da ogni convocata la capitana francese Amélie Mauresmo? Ecco, per l’ex selezionatrice USA direi quasi capitasse il contrario.
Fernandez ha perso incontri da favorita, come ad esempio nel 2014 in casa contro l’Italia di Giorgi e Knapp. Allora sul campo indoor di Cleveland era finita immediatamente sotto 0-3. Dopo la sconfitta del sabato di Madison Keys contro Camila Giorgi, il secondo giorno Fernandez aveva preferito schierare Alison Riske al posto della stessa Keys. Ancora oggi non ho capito come si possano prendere decisioni di questo tipo.

È presto per esprimere un giudizio approfondito su Kathy Rinaldi, ma direi che è difficile trovare errori nella sua Fed Cup 2017. Nella valutazione credo vada anche ricordato che nel loro cammino vincente gli Stati Uniti hanno affrontato tre squadre prive delle loro giocatrici più forti: la Germania senza Kerber, la Repubblica Ceca senza Pliskova, Kvitova, Strycova e Safarova e la Bielorussia senza Azarenka.

a pagina 2: la squadra bielorussa

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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane

Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

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Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.

Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.

Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.

 

Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.

Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.

Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.

Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.

In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.

Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.

Il febbraio delle principali tenniste italiane.

6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni

13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha

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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik

Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

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Stan Wawrinka - United Cup 2022 (Twitter @UnitedCupTennis)

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.

Grecia – Bulgaria 4-1

Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1

 

Sakkari – Tomova 6-3, 6-2

Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4

La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.

USA – Repubblica Ceca 4-1

Kvitova – Pegula 7-6, 6-4

Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac

Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7

Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.

Francia – Argentina 4-0

Garcia – Podoska 6-2, 6-0

Mannarino – Coria 6-1, 6-0

La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.

Australia Gran Bretagna 1-3

Dart – Inglis 6-4, 6-4

Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)

Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.

Svizzera – Kazakhistan 4-0

Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2

Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)

Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.

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Il fallimento di FTX costa caro a Naomi Osaka

Grave perdita economica per la tennista giapponese Osaka, che aveva investito nella criptovaluta FTX

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Non un gran momento per la ex numero 1 al mondo Naomi Osaka. Oltre alle sconfitte sul campo di gioco, per la pluricampionessa Slam i problemi provengono anche dalle finanze. È, infatti, una delle azioniste di FTX, un’azienda per lo scambio di criptovalute che ha dichiarato bancarotta l’11 novembre.

Non solo Osaka, ma sono tanti gli sportivi che hanno visto andare in fumo i propri proventi dal fallimento di FTX. L’azienda era riuscita ad acquistare così tanta credibilità da riuscire a mettere il proprio logo sulle vetture e le divise di Lewis Hamilton e George Russel, piloti della Mercedes in Formula 1; e anche a vedersi intitolato lo stadio NBA dei Miami Heats.

Il valore di mercato di FTX ha subìto un grave crollo negli ultimi sette giorni, passando da $22 a $1.40. Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried – ora sotto investigazione per come ha gestito l’azienda fondata nel 2019 – ha già dichiarato fallimento a seguito dell’enorme svalutazione della criptovaluta.

 

Osaka aveva firmato l’accordo con FTX nel marzo 2022 mentre era negli Stati Uniti impegnata per l’Indian Wells e il Miami Open. La tennista ha acquistato delle azioni di FTX e nell’accordo era previsto che la tennista giapponese fosse ambasciatrice nel mondo dell’azienda, per influenzare quante più persone possibili a credere in loro. L’accordo di Naomi Osaka includeva anche la sua partecipazione nella creazione di contenuti multimediali per promuovere la criptovaluta. Non sono state ufficializzate le cifre riguardanti la perdita subita dalla tennista.

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