Pagelle: Re Grigor, Nadal rotto e Federer cotto

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Pagelle: Re Grigor, Nadal rotto e Federer cotto

Niente Federer e niente Nadal per la disperazione degli ultras. L’alba di un nuovo Dimitrov, l’esplosione di Sock. Zverev simbolo di una nextgen che non è ancora pronta

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Doveva essere il “Redde rationem” del 2017: chi è stato il numero 1 della stagione? Che poi il problema mica se lo ponevano quei due, ma i milioni di tifosi tra cui purtroppo tanti ultras.
È finita con un nulla di fatto tra le opposte fazioni con rispettivi motivi di giubilo.

Eh sì, perché il fanatico federeriano si sente intrinsecamente superiore, tifoso del “Tennis”, mica appassionato come tutti gli altri. E dunque gode non tanto della sconfitta di Nadal in quanto tale, quella fa parte della normale mortalità del maiorchino al cospetto dell’intoccabilità del proprio idolo, ma del crack nel fisico di Rafa: così l’usurpatore viene giustamente richiamato dagli Dei del tennis alla sua fallacità di ipermuscolato che ha rovinato lo sport dei gesti bianchi con badilate da boscaiolo.

L’ultras nadaliano invece si nutre di odio per l’elvetico ed ogni sconfitta, ancor di più se condita da occasioni perse e palle break gettate alle ortiche, regala gioia ed emozione ancor più della stessa vittoria di Rafa: caro “Maestro” non sei altro che uno come tanti, elegante quanto vuoi ma perdente quando conta.

Insomma con Nadal (S.V.) a leccarsi le ferite e Federer (6) cotto abbiamo comunque avuto una degnissima finale. Ovviamente agli accesi sostenitori di cui sopra non va bene neanche questo, in fondo Goffin (8,5) è uno che si squaglia quando conta (e in verità in Francia pensando a quello che succederà la prossima settimana già se la stanno facendo sotto) e Grigor Dimitrov (10) campione del Masters è allo stesso livello di una Wozniaki, di una Cibulkova o di una Radwanska senza che però il bulgaro abbia nemmeno giocato una finale slam.

Ed invece dopo una stagione di tanti Fedal (tutti pro Federer eh, non è che la storia degli scontri diretti vale solo quando a vincerli è l’altro) abbiamo avuto una finale molto divertente, giocando alla grande con tanta varietà. E chi ha detto che i due siano fuori tempo massimo per portare a casa uno slam?

Intanto l’annunciato vate della Next Gen, Sascha Zverev (4,5), che ha evitato come la peste la sagra paes…ehm il torneo milanese per prepararsi al meglio alle Finals, ha fatto la sua magra figura, lasciando intuire che spazio per la ex-lostgeneration ce n’è ancora. Idem per Thiem (4,5) che oramai giovane non lo è nemmeno più.

Mentre Cilic (4) ha vagato etereo per la 02 Arena,  almeno Carreno Busta (6) ha avuto l’incredibile merito di essere qui, a differenza di Kyrgios, Monfils e Dolgopolov come invece avrebbero voluto quelli che amano il tennis champagne. O forse solo lo champagne. E ai quali probabilmente non piace il rovescio di Sock (8) che però – novello Fred Bongusto – avrà tre settimane da raccontare agli amici tornando dal mare.

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