Jamie Delgado promosso, sarà lui il capo allenatore del "Team Murray"

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Jamie Delgado promosso, sarà lui il capo allenatore del “Team Murray”

Dopo l’investitura di Tim Henman e le sempre più insistenti voci dei giorni scorsi arriva la conferma dal diretto interessato: Andy Murray non cercherà un altro super coach esterno

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Il casting era partito nella nottata di venerdì, poche ore dopo l’annuncio della separazione tra Andy Murray e Ivan Lendl apparso sul sito ufficiale del giocatore scozzese. In molti pensavano che Andy avrebbe deciso di proseguire sulla strada tracciata negli ultimi anni, avvalendosi di un team standard, in grado di seguirlo quotidianamente, e di uno stratega esterno nelle vesti di punto di riferimento assoluto, preferibilmente un grande nome della racchetta, che lo accompagnasse solo nei tornei più importanti del calendario. Non sarà così, invece, poiché Muzza ha scelto di guardare all’interno del gruppo di lavoro attuale per selezionare quello che diventerà a tutti gli effetti il suo “capo allenatore”. Le voci in tal senso per la verità avevano iniziato a rincorrersi già nel fine settimana e si erano rafforzate enormemente domenica, quando Tim Henman, tutt’ora nume tutelare quando si parla di tennis in Gran Bretagna, aveva indicato Jamie Delgado come l’uomo giusto cui l’ex numero uno ATP avrebbe dovuto affidarsi nel percorso di risalita che lo attende a partire dal prossimo anno.

Nel corso di un’intervista rilasciata alla versione britannica di Sky Sports il diretto interessato ha confermato i rumors dei giorni scorsi: Murray non si metterà alla caccia di un nuovo nome da copertina, ma affiderà la poltrona più importante del proprio angolo a Delgado. “Per quanto ci riguarda l’obiettivo principale è quello di recuperare al meglio la condizione fisica ed essere pronti ad affrontare senza problemi la nuova stagione. Se riusciremo nell’intento sono certo che Andy tornerà a vincere” -, ha dichiarato l’ex coach di Gilles Muller ai microfoni dell’emittente inglese, per nulla preoccupato di assumere un incarico tanto gravoso: “Ivan, che è stato un simbolo e un idolo sin da quando ero un ragazzino, di fatto ci accompagnava per poche settimane all’anno, mentre il grosso del lavoro spettava a me, dunque non cambieranno molte cose da questo punto di vista. Certo il suo ruolo è stato fondamentale, anche perché nella testa di Andy rimarrà sempre l’immagine di Lendl allenatore quando ha vinto la sua prima finale Slam“.

Nei giorni scorsi Delgado aveva lasciato intuire quale direzione sarebbe stata presa dichiarando che, a 30 anni e avendo accumulato un enorme bagaglio di esperienza ai vertici del proprio sport, l’ex capoclassifica del tennis mondiale è in possesso degli strumenti necessari ad organizzare una stagione in tutti i suoi aspetti senza il bisogno di un grande aiuto esterno: “Ha un fantastico cervello da tennista, potrebbe essere un grande analista e un ottimo allenatore, chissà, magari quando smetterà si dedicherà a quel tipo di carriera“.

Fermo da metà luglio per curare un fastidioso problema all’anca, Andy Murray dovrebbe tornare nel circuito in Australia: il suo nome compare nell’entry list del Brisbane International che scatterà domenica 31 dicembre.

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