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WTA inattesa: i casi più strani del 2017

I fatti più sorprendenti, sconcertanti, imprevedibili, imbarazzanti, accaduti nella stagione del tennis appena conclusa

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Ritiro sprint
Tasmania, martedì 10 gennaio 2017, secondo turno del torneo International di Hobart. Si affrontano Elise Mertens e Sachia Vickery. Sono numero 127 e numero 135 del mondo.
Con un ranking del genere non possono partecipare direttamente allo Slam australiano, che si disputa la settimana successiva: devono passare dalle qualificazioni. Ma c’è un problema: se a Hobart si è ammesse al terzo turno, non c’è più la possibilità di prendere parte alle qualificazioni dello Slam, che stanno ormai per iniziare. Mertens e Vickery si sono iscritte a due tornei che si sovrappongono in calendario, e devono fare una scelta.

Nessuno può dirlo ufficialmente, ma quasi di sicuro la situazione è questa: tutte e due hanno deciso di lasciare Hobart, e per farlo hanno escogitato la stessa exit strategy: ritirarsi dal match e trasferirsi subito a Melbourne. E così si assiste a questa scena: dopo appena un game, Elise chiede al giudice di sedia l’intervento del trainer, lamentando problemi fisici. Sachia, che stava cambiando campo per andare ad affrontare il secondo game, reagisce immediatamente: chiama anche lei il trainer.
Poi diventa questione di attimi. Entrano le due fisioterapiste e la prima a comunicare l’intenzione del ritiro è Vickery, che brucia sul tempo l’avversaria. Risultato: Vickery perde, e va a Melbourne; Mertens vince (per ritiro) e rimane in Tasmania, dovendo rinunciare allo Slam. Durata del match Mertens vs. Vickery: un game.
QUI IL VIDEO

Sliding Doors
Ma non è finita qui. Le conseguenze del match di Hobart saranno più di una, e di diverso tipo. Sachia Vickery perderà al primo turno delle qualificazioni a Melbourne, senza giocare gli Australian Open. Senza classifica adeguata non riuscirà a prendere parte neanche a Roland Garros e Wimbledon, sempre fermata nelle qualificazioni.

Anche Elise Mertens non ha preso parte agli Australian Open 2017; ma quella settimana finisce per vincere proprio il torneo di Hobart: il primo della carriera, e partendo dalle qualificazioni. Grazie a questo successo non solo guadagna 43.000 dollari, ma ottiene la classifica sufficiente per giocare al Roland Garros.
Quel ritardo di pochi istanti nel ritirarsi potrebbe avere agito da Sliding Doors per la carriera di Elise, che partendo dal successo di Hobart ha costruito un 2017 straordinario: è diventata prima una solida top 100, poi una top 50, poi 35. I suoi progressi sono stati tali da farla nominare come candidata a “Newcomer of the year” nei premi WTA. Oggi è numero 36 del mondo, a un passo dall’essere testa di serie agli Australian Open 2018: il torneo sfuggito un anno fa, che affronterà per la prima volta nel main draw.

Ma la vicenda della Tasmania non è passata inosservata alla WTA, anche perché il ritiro di Vickery si era aggiunto ai forfait in extremis che avevano falcidiato il torneo (7 lucky loser su un tabellone a 32). E così il mese scorso sono state modificate le regole per la stagione 2018, rendendo incompatibili le doppie iscrizioni per evitare nei tornei pre-Slam situazioni come quella del gennaio scorso.

Altro che shot clock
Ricordate Laura Robson? Enfant prodige del tennis inglese, talento straordinario, appena diciottenne aveva sconfitto Clijsters e Li Na agli US Open 2012; e nel 2013 Kvitova e Radwanska. Poi un grave problema al polso l’ha obbligata a un lungo stop e a una operazione. È tornata in campo nel 2015, ma da allora fatica a recuperare la condizione precedente. Nel 2017 ha disputato soprattutto tornei ITF. In maggio ha giocato in Giappone. Ecco cosa le è accaduto durante il secondo turno della Kurume Cup (carpet outdoor). Laura Robson contro Rika Fujiwara:

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Finalmente abbiamo capito come sfruttare al meglio le pause di gioco tra un punto e l’altro. Altro che “time violation” e “shot clock”. Chi si lamenta per la rigidità delle regole dovrebbe prendere esempio da Rika Fujiwara che, pur essendo nata una settimana prima di Serena Williams, alla soglia dei 36 anni dimostra cosa significa essere in forma. E anche come fare per mantenersi in forma durante i match: flessioni a ripetizione.
Fujiwara (nata il 19 settembre 1981, 1,55 di altezza) ha raggiunto un best ranking in singolare di numero 84 WTA nel 2005; ma i migliori risultati li ha avuti in doppio: numero 13 nel 2002, quando è stata semifinalista al Roland Garros in coppia con Ai Sugiyama.
CoCo Vandeweghe ha commentato con un gioco di parole su Twitter: “Push up game strong for two sets“ in cui “Push up” significa sia flessione che “Spingi forte per due set”.
Tweet di risposta di Laura Robson: “Onestamente ha fatto più flessioni Fujiwara nel secondo set, che io nell’ultimo anno”.

Ho vinto o no?
Si dice sempre che i campioni sono quelli che riescono a giocare i punti importanti come i match point senza tremare, non facendosi sopraffare dall’importanza della situazione. Al torneo di Istanbul (aprile 2017) abbiamo verificato che c’è un’altra possibilità: l’inconsapevolezza. Se non ci si rende conto di essere arrivati al match point, allora lo si giocherà come un punto qualsiasi.
È accaduto a Başak Eraydin, numero 257 del ranking; che aveva ricevuto una wild card dagli organizzatori per le qualificazioni, ma poi aveva saputo conquistarsi l’accesso al main draw. Qui siamo al primo turno del tabellone principale contro Tsvetana Pironkova.

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Il telecronista commenta dicendo di non aver mai visto un episodio del genere in vita sua. Ricordo una situazione molto simile in Fed Cup nel 2012; Kuznetsova contro Ivanovic:

Invasioni di campo
Siamo quasi a Natale e dunque chiudo come si deve: con due video pucciosi.
Puccioso non è ancora ufficialmente accettato dai dizionari, ma è stato sottoposto all’Accademia della Crusca come termine da prendere in considerazione per il futuro (cliccate su “puccioso” se volete che aumentino le possibilità: in questo momento se la sta giocando con spoilerare, babbano, taggare, petaloso, apericena, whatsappare. Ma è dietro a webete, bambinità, obsistenza).

Primo video puccioso. ITF di Biarritz, secondo turno. Patty Schnyder ha appena sconfitto Chiara Scholl per 6-4, 7-6. La figlia Kim Ayla dopo la vittoria di Patty invade il campo e corre ad abbracciarla.

QUI Il VIDEO

Ma non è la prima volta che accade; nel secondo video siamo all’International di Gstaad, un paio di mesi prima. Svizzera o Francia, ormai Kim Ayla si è abituata alle invasioni di campo: le infrazioni al protocollo più pucciose del 2017.

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