Djokovic e Kyrgios al Tie Break Tens, niente Abu Dhabi per Wawrinka

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Djokovic e Kyrgios al Tie Break Tens, niente Abu Dhabi per Wawrinka

Procede con difficoltà la convalescenza di Wawrinka, che rimanda il suo rientro in campo. Nole e Nick daranno spettacolo a Melbourne

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DUE NOMI NUOVI PER ABU DHABI

Tabellone e ordine di gioco – tarati sulla presenza di sei giocatori – erano stati già stilati, ma il Mubadala World Tennis Championship, al via tra otto giorni ad Abu Dhabi, è costretto a registrare due defezioni. Si tratta di Stan Wawrinka e Milos Raonic che hanno comunicato la loro impossibilità di partecipare all’esibizione che chiude il 2017 ma di fatto inaugura la stagione 2018.

Per lo svizzero è un campanello d’allarme, anche alla luce delle ultime dichiarazioni rilasciate a Le Matin: la sua presenza a Melbourne non è più certa, il forfait di Abu Dhabi ne è la logica conseguenza. L’affermazione più preoccupante è ovviamente quella riferita alle sue condizioni fisiche: ‘sento ancora dolore‘, tre parole che lasciano in secondo piano tutto il resto. Tutto dipenderà da come (e quando) lo svizzero riuscirà ad incrementare i carichi di lavoro. Il canadese invece sembra aver semplicemente scelto di modificare i suoi programmi in vista della nuova stagione. È già in Australia, dove domani terrà una conferenza stampa a Melbourne e successivamente scambierà qualche palla a Melbourne Park con il capitano della nazionale australiana di cricket Steve Smith. Il suo rientro in campo resta fissato per il torneo di Brisbane.

Gli organizzatori di Abu Dhabi potranno comunque contare su Nadal e Djokovic (oltre a Thiem e Carreno Busta), mentre al posto di Raonic e Wawrinka scenderanno in campo Kevin Anderson e Andrey Rublev. Il sudafricano volerà poi a Pune (dove sarà tds n.2) per il suo primo impegno ufficiale del 2018, mentre il russo comincerà la stagione a Doha.

 

IL TIE BREAK TENS SBARCA A MELBOURNE

In tema di esibizioni, un’altra novità riguarderà sempre l’Australia e le immediate vicinanze del primo Slam stagionale. Mercoledì 10 gennaio sulla Margaret Court Arena si disputerà il Tie Break Tens, precedentemente ospitato da Londra (2015), Vienna (2016) e Madrid (2017). Le prime due presenze confermate sono quelle di Novak Djokovic e Nick Kyrgios a cui si affiancheranno altri sei giocatori. Gli otto partecipanti – questa volta non si tratterà di un combined, ci saranno solo uomini in campo – si contenderanno un montepremi da $250,000. Il formato sarà lo stesso delle tre precedenti edizioni: ogni match verrà deciso da un super tie-break a 10 punti, per permettere di eleggere il vincitore nell’arco di una sola serata. Nell’albo d’oro dell’esibizione si leggono i nomi di Edmund (2015), Thiem (2016) e Dimitrov (2017), edizione nella quale sono scese in campo anche le donne con vittoria di Simona Halep alla Caja Magica di Madrid.

Nick Kyrgios si è detto entusiasta di partecipare all’evento e di poter raccogliere fondi per la NK Foundation, associazione da lui fondata con scopi benefici. Gli ha fatto eco il CEO di Tennis Australia e direttore dell’Australian Open Craig Tiley, che non sembra preoccupato dai possibili forfait di alcuni big a Melbourne (oltre a Wawrinka, in campo femminile sono in bilico Serena Williams e Azarenka) e si dichiara “entusiasta di poter presentare il Tie Break Tens alla vigilia dell’Australian Open 2018“, aggiungendo che si tratta di un “format che ha creato molto interesse. È rapido, appariscente e diverte il pubblico. Questi eventi sono un viatico per attrarre nuovi spettatori e stuzzicano il loro appetito in vista dell’Australian Open“.

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ATP Houston, il tabellone: Tiafoe e Paul guidano il monopolio americano

Sei teste di serie su otto sono per giocatori di casa, ma attenzione ai sudamericani Etcheverry e Garin, campione nel 2019

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Frances Tiafoe - United Cup 2023 Sydney (foto Tennis Australia/ JAMES GOURLEY)

Dopo la parentesi sudamericana di febbraio, la terra è pronta a tornare la protagonista del circuito. Da lunedì e fino alla fine del Roland Garros, e quindi per più di due mesi, si giocherà solo sul rosso. In campo maschile si partirà con tre tornei 250 in tre continenti diversi: Estoril, Marrakech e Houston. Quest’ultimo sarà, come spesso capita, la casa dei giocatori americani, storicamente non troppo amanti della terra europea. Tre delle ultime quattro edizioni sono state vinte da rappresentanti del team USA e ci sono tutti i presupposti perché le tradizioni vengano rispettate anche quest’anno: al via ci saranno infatti almeno dieci giocatori di casa e sei di questi avranno lo status di testa di serie, lasciandone soltanto due alle altre nazioni. I favoriti per arrivare in finale sono Frances Tiafoe e Tommy Paul, ma entrambi non conservano ricordi particolarmente positivi delle loro esperienze a Houston.

In tre apparizioni Tommy ha vinto solo due partite e non è mai andato oltre gli ottavi, mentre Frances ha come miglior risultato i quarti della scorsa edizione quando si fermò al cospetto di Isner. Proprio Big John, che ha disputato tre finali in questo torneo vincendo quella del 2013, è uno degli altri due americani, insieme a Tiafoe e Paul, che approfitterà di un bye al primo turno. Il quarto e ultimo è Brandon Nakashima che, dopo il trionfo alle Next Gen di Milano, sta faticando a trovare continuità di risultati in questo avvio di stagione.

La seconda linea statunitense è poi composta da JJ Wolf, numero 5 del seeding e chiamato a un primo turno complicato contro Jordan Thompson, e da Marcos Giron (settima testa di serie). Nelle retrovie ci sono invece, oltre a Kudla e Kovacevic, le wild card Steve Johnson (vincitore qui nel 2017 e nel 2018) e Jack Sock (anche lui campione del torneo nel 2015). Un altro past champion che ha ricevuto un invito per il tabellone principale è Fernando Verdasco che contro l’australiano Kubler (testa di serie n. 8) andrà a caccia di una vittoria ATP che gli manca dallo scorso settembre.

 

Tra chi punta a spezzare il monopolio a stelle e strisce, però, ci sono soprattutto due sudamericani: il primo è Etcheverry, finalista a Santiago a febbraio, che al primo turno affronterà Juan Manuel Cerundolo (fratello di Francisco); il secondo è Garin, già capace di trionfare sulla terra di Houston nel 2019. Il cileno sfiderà all’esordio Dellien con vista su un possibile secondo turno con Nakashima.

Questo il tabellone completo del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship 2023:

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Quando un italiano vince sul numero 1: Sinner che batte Alcaraz vale il Panatta che battè Connors? [VIDEO]

Il direttore Scanagatta, a seguito della vittoria di Sonego su Djokovic, ripercorse tutti i 7 exploit italiani contro i n.1 del mondo. Da Barazzutti a Sonego, passando per Volandri e Fognini

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

Con la vittoria su Carlos Alcaraz, Jannik Sinner non ha solamente raggiunto la seconda finale in un Masters 1000 della carriera ma ha anche battuto il numero 1 del mondo per la prima volta (risultato che tra l’altro costa allo spagnolo la prima posizione del ranking a partire dalla prossima settimana a favore di Djokovic). Battere il primo del ranking ATP ha sempre un sapore più speciale e nella storia del tennis italiano solamente altri sei giocatori sono riusciti nell’impresa in Era Open, in ordine cronologico: Barazzutti, Panatta, Pozzi, Volandri, Fognini e Sonego, a cui si aggiunge ora anche Sinner

Tornando indietro agli anni ’60, va segnalato che Nicola Pietrangeli battè Rod Laver nella finale degli Internazionali d’Italia a Roma nel 1961 (non c’è ufficialità sulla classifica di quel periodo, anche se Laver l’anno dopo compì il Grande Slam), e sempre in quegli anni Giuseppe Merlo battè sei giocatori campioni Slam.

Il primo a farcela nell’Era Open (cioé dal 1972 in poi) è stato Corrado Barazzutti, nel 1974, ai quarti di Monaco di Baviera sulla terra rossa battendo il romeno Ilie Nastase, sconfitto 3-6 7-6 6-1 dal tennista di Udine. Successivamente fu Adriano Panatta addirittura due volte vincitore sul numero 1 del mondo. Prima nella finale di Stoccolma 1975, sul cemento con l’americano Jimmy Connors che soccombe 6-4 6-3, poi il bis del romano un paio d’anni più tardi, ancora contro Connors, battuto 6-1 7-5 al secondo turno del torneo di Houston (cemento) nel 1977.

 

Si cambia millennio per arrivare al 15 giugno del 2000, durante il terzo turno del Queen’s su erba, quando il barese Gianluca Pozzi ha sfruttato al massimo le condizioni fisiche non perfette dello statunitense Andre Agassi, il quale perso il primo set 6-4 si ritira sul vantaggio di 3-2 nel secondo set. Sette anni dopo tocca a Filippo Volandri, al terzo turno degli Internazionali di Roma: il 10 maggio del 2007 il livornese supera 6-2 6-4 Roger Federer con una partita a dir poco memorabile per la storia recente del tennis italiano.

Roma palcoscenico di un altra vittoria azzurra sul numero 1 mondiale, il 16 maggio del 2017, impresa messa a segno da Fabio Fognini che ha sconfitto al 2° turno per 6-2 6-4 lo scozzese Andy Murray. Infine torniamo alla storia recente: 30 ottobre 2020, ATP 500 di Vienna, semifinale. Un Lorenzo Sonego strepitoso batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. Un 6-2 6-1 incassato dal serbo dopo aver acquisito matematicamente la posizione in cima al ranking anche al termine di quella stagione.

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ATP

ATP Miami, Sinner ha un nuovo fan. Alcaraz: “Tifo per te”

Abbraccio sincero nonostante la dura sconfitta tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: “Forza amico”

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Non si sono risparmiati i complimenti nelle rispettive conferenze stampa Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che nella semifinale di Miami hanno dato vita ad un nuovo capitolo bellissimo della loro rivalità. Qui il video-commento del direttore sul match.
Sinner ha spiegato come ci si diverte a giocare così, ci vogliono due tennisti per fare punti così belli”, mentre lo spagnolo ancora una volta ribadisce quanto affrontare un tennista del livello di Jannik gli permetta di migliorare: “Riesco solo a pensare a come migliorare per riscire a batterlo.

Oltre a queste dichiarazioni però, i due tennisti si sono parlati anche a fine incontro durante la stretta di mano. Nonostante la delusione arrivata dopo tre ore, Carlos non ha perso il sorriso e si è complimentato con Jannk con un sincero abbraccio accompagnato da queste parole: “Vai a prendertelo. Forza amico. Tiferò per te“. Chissà se la rivalità tra questi due giovani tennisti raggiungerà mai le vette toccate con i match tra Federer e Nadal, quel ch’è certo però è che il livello di sportività e amicizia tra i due non sarà da meno.

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