Cilic: "Nessuno ha chiesto il mio parere per chiudere il tetto"

Interviste

Cilic: “Nessuno ha chiesto il mio parere per chiudere il tetto”

Le dichiarazioni di Marin Cilic dopo la sconfitta in finale contro Roger Federer: “Ero pronto a giocare con 38 gradi. Con il tetto chiuso faceva più freddo. Ma sono molto felice del mio tennis”

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È cosa assai rara ascoltare dichiarazioni fuori dalle righe da parte di Marin Cilic. Il croato è infatti uno dei tennisti più calmi, cortesi e dotati di fair play del circuito. Seppur con toni molto moderati, nella conferenza stampa post match Marin però ha lasciato trasparire un po’ di amarezza per quanto riguarda la decisione, presa dagli organizzatori, di chiudere il tetto della Rod Laver Arena a causa del gran caldo e di ritrovarsi così a disputare la finale in condizioni indoor dopo due settimane di partite giocate all’aperto. Gli organizzatori hanno motivato la scelta con un comunicato (che trovate QUI) nel quale viene specificato come il WBGT (Wet Bulb Globe Temperature), un indicatore che ingloba i dati di temperatura, umidità, vento e ‘indice UV’, avesse ieri per la prima volta superato la soglie prestabilita di 32.5. Alle 18:30 locali, un’ora prima dell’inizio della finale, il WGBT era di 32.7, per scendere appena di un decimale al momento del primo scambio della partita. La scelta di chiudere il tetto, dunque, è nata dall’aver rispettato alla lettera la ‘heat policy‘ in vigore a Melbourne per salvaguardare la salute degli atleti.

Tuttavia, l’attuale n. 3 del mondo non ha voluto amplificare il dibattito in conferenza stampa, cercando di smorzare eventuali polemiche e sottolineando quanto sia felice del risultato raggiunto in Australia. E non finisce qui: Marin non si accontenta e punta al n. 1.


LA CONFERENZA

 

Ovviamente non è andata come desideravi. Cosa provi in questo momento?
Certo sono un po’ deluso, è normale. È stata una grande battaglia in cinque set. Nel quarto c’è stata una svolta per me con quel game giocato sul 3-2, sul suo servizio. Ho cominciato a mettere in campo un gran tennis, a colpire molto bene la palla. Poi il primo gioco del quinto parziale è stato più o meno cruciale, con quelle quattro palle break che non ho convertito. Un game piuttosto duro che mi è sfuggito. Ma sono molto felice della mia performance. È stata dura mentalmente. Anche le condizioni erano difficili. In effetti, per tutto il torneo ho giocato i miei match outdoor; mi stavo preparando ad una giornata molto calda, con 38 gradi. Poi è difficile disputare proprio la finale come primo match al coperto. Sarebbe stato diverso altrimenti? Penso di sì. Penso sia stato difficile per me adattarmi, specialmente all’inizio della partita. Con il tetto chiuso era molto più fresco del previsto, è stato estremamente complicato trovarsi in questa situazione, specialmente il giorno della finale.

È stato chiesto il tuo parere sulla chiusura del tetto? Alla fine, pensi sia stata la decisione giusta?
No, non mi è stato chiesto. Mi hanno soltanto detto che ci stavano riflettendo e che avrebbero deciso verso le sette, poco prima del match. Per me non era importante avere il tetto chiuso ma c’è stata una differenza enorme tra i 38 gradi all’esterno e i 23-24 con il tetto chiuso. Non lo so. Non pensavo che avrebbe fatto così freddo.

Pensi che questo sia stato un vantaggio per Roger?
Non lo so. Penso solo al mio gioco. Non mi ero trovato in quelle condizioni prima. Sono entrato in partita molto lentamente ma complessivamente sono felice del mio match. Ho prodotto un gran tennis nelle due settimane, ho disputato match duri, avversari difficili; ho battuto Rafa e ho raggiunto la finale. È stato fantastico. Penso al mio gioco e sono migliorato tanto.

Posso avere un chiarimento? Hai parlato della tua situazione con il referee riguardo al tetto? Credo che una volta Jim Courrier minacciò di boicottare la finale se avessero chiuso il tetto. Ne hai parlato con il referee?
No. Non volevo avere nessun pensiero negativo prima della finale. Cercavo soltanto di concentrarmi sul mio gioco. Alla fine della giornata, non era facile per me far cambiare la decisione, avrei perso solo delle energie prima del match. Ma sto dicendo che è stato diverso dal giocare outdoor.

Avevi l’opzione di allenarti al coperto? Lui ovviamente l’ha fatto.
Sì, ce l’avevo. Ma avendo giocato tutto il torneo sullo stesso campo ed essendomi allenato sempre sullo stesso campo, mi sono riscaldato nelle stesse condizioni. È tutto.

Adesso sei il n. 3 del mondo, dietro Nadal e Federer. Per molti è come arrivare in cima all’Everest. È come un sogno per te o te l’aspettavi?
Il mio grande obbiettivo è raggiungere il n. 1. Punto a questo. È quello per cui sto lavorando. In questi ultimi due anni ho fatto grandi progressi. E poi l’anno scorso sono migliorato in tanti aspetti. Ora, negli ultimi mesi, ho fatto ulteriori progressi e questo mi dà molta fiducia. Ho battuto Rafa qui – certo, si è ritirato – ma è stato comunque un grande match. Poi ho disputato con Roger un’ottima partita. Tutto ciò mi rende molto fiducioso per il futuro. Essere n. 3 è fantastico, specialmente quando davanti a me ci sono loro. Ma so quanto sia difficile, e inoltre Novak, Andy ed altri giocatori hanno avuto una stagione molto complicata l’anno scorso. Per me è un periodo fantastico e sto ancora migliorando.

Traduzione di Laura Guidobaldi


IL VIDEO DELLA CONFERENZA

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ATP

ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”

Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

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Daniil Medvedev - ATP Madrid 2023 (foto: twitter @MutuaMadridOpen)

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.

IL RAPPORTO CON LA CINA

Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.

 

IL FINALE DI STAGIONE

A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.

IN FINALE CONTRO ALCARAZ?

Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.

LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE

I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene. 

Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.

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ATP

Sinner su Alcaraz: “Per ora non si può parlare di rivalità tra noi, lui ha vinto molto di più”

“Quest’anno ho giocato di meno rispetto al 2022 perchè devo preparare il mio corpo per i tornei più importanti”

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Jannik Sinner - US Open 2023 (foto Twitter @usopen)

Jannik Sinner giocherà per la prima volta l’ATP 500 di Pechino. Lo attende un tabellone molto complicato, con un possibile quarto di finale con Holger Rune, ed una possibile semifinale con Carlos Alcaraz. Ha parlato in conferenza stampa pre-torneo della sua condizione fisica e della rivalità con il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz.

Sinner: “Sono molto felice di essere qui, la mia prima volta qui in Cina. Quando sono arrivato stavo un po’ male, ma oggi mi sento molto meglio. Spero di poter essere al 100% per la mia partita del primo turno. È qualcosa di nuovo per me giocare qui e poi a Shanghai.”

D: Giocherai il doppio con Alex De Minaur, le motivazioni di questa scelta?

 

Sinner: “È un giocatore di doppio migliore di me. Sono molto felice di giocare con lui. Non abbiamo ancora vinto una partita, quindi speriamo di farcela qui. Ci divertiamo molto a giocare insieme e possiamo giocare molto bene insieme. Sento che ci capiamo molto bene dentro il campo, e fuori dal campo parliamo di altre cose. È abbastanza rilassante giocarci e forse è anche questo il motivo principale per cui ci gioco.”

D: È presente anche Alcaraz nel tabellone di questo torneo, parlami della vostra rivalità.

Sinner: “È difficile parlare di questa rivalità in questo momento perché ha vinto molte cose in questo momento. Penso che in questo momento sia ancora un giocatore migliore di me e lo ha dimostrato. È già stato numero uno al mondo un paio di volte, e penso che al momento la rivalità più grande sia tra lui e Novak. Ma d’altra parte, ogni volta che giochiamo è davvero una bella partita. Penso che entrambi mostriamo il meglio di noi stessi. In questo momento sono molto concentrato su me stesso perché devo migliorare anche fisicamente dato che sento di avere molto potenziale a livello fisico. Questo è anche il motivo per cui quest’anno ho giocato molti meno tornei rispetto all’anno scorso, perché devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti. Sarà una domanda a cui verrà data risposta in futuro. Sarei felice di essere il rivale di Carlos. Sento di avere il potenziale per farlo. Ma vedremo in futuro.”

D: Cosa ne pensi del tabellone di questo torneo? Sono presenti molti giocatori importanti.

Sinner: “Mi sento molto felice di essere qui per la prima volta. Mi sono sempre chiesto come fosse la situazione in Cina e ora posso finalmente sperimentarla. La cultura è diversa, mi piacciono molto le persone, sono davvero rispettose e cercano sempre di aiutare. Spero di poter mostrare anche un buon tennis, perché questo è il motivo per cui sono qui, e spero di poter vincere quante più partite possibile. In questo momento sono molto rilassato. Il livello è molto alto, ci sono tanti ottimi giocatori qui.”

Renato Nunziante

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Flash

ATP Pechino, Alcaraz: “Voglio chiudere l’anno al numero uno”

Lo spagnolo per la prima volta giocherà nella capitale cinese: “Sono carico, l’obiettivo è chiudere al meglio la stagione”

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Carlos Alcaraz Us Open official site
Carlos Alcaraz Us Open official site

L’ultima volta che si era disputato l’ATP500 di Pechino Carlos Alcaraz aveva sedici anni, era da poco entrato nei top500 del ranking mondiale e aveva appena perso al primo turno del challenger di Firenze contro Stefano Napolitano.

Nel giro di quattro anni lo spagnolo è diventato una vera e propria star del tennis mondiale, dodici tornei vinti a livello ATP, di cui due titoli slam e quattro1000 e già trentasei settimane da numero 1 del ranking.

Al momento è sceso in classifica al numero due, ma poco importa, è indubbiamente insieme a Novak Djokovic l’attore protagonista del tennis e, reduce dalla delusione di New Yor atterra per la prima volta in Cina con l’obiettivo di prendere la rincorsa verso un finale di stagione elettrizzante, che per la prima volta (infortuni permettendo, vedi 2022) lo vedrà in campo nelle ATP Finals.

 

“Sono davvero carico, non vedo l’ora di scendere in campo per la prima volta nel China Open, mi piace il campo, il Centrale è infatti meraviglioso e la gente mi sta letteralmente ricoprendo di affetto, mi aspettano perfino fuori dall’ingresso dell’albergo ogni volta che rientro” ha dichiarato lo spagnolo in conferenza stampa dopo il suo primo allenamento in terra cinese.

In palio la prima posizione nel ranking mondiale, con Alcaraz che da qui a fine stagione difende poco o nulla (semifinale a Basilea, quarti a Bercy, un infortunio poi lo costrinse a saltare le ATP Finals di Torino) e che quindi punta al sorpasso nei confronti di Novak Djokovic, che invece nel finale del 2022 infilò uno dei suoi classici filotti: vittorie a Tel Aviv e ad Astana, finale a Bercy e vittoria alle Finals di Torino.

Quasi tremila punti da difendere per il serbo, contro i nemmeno quattrocento di Alcaraz: al momento Nole ha un ampio vantaggio nella classifica basata sulle ultime 52 settimane (circa 3mila punti) mentre più esiguo è quello nella race (circa 800).

Ma Alcaraz ha potenzialmente un grande margine di miglioramento, considerando i suoi (non) risultati nel 2022: “Sicuramente tornare al primo posto del ranking è uno degli obiettivi principali del mio finale di stagione, la sfida con Djokovic è bellissima e fonte di grande motivazione. Lavoro tutti i giorni per cercare di tornare numero uno”.

La stagione non è ancora finita ma per Alcaraz è già tempo di primi bilanci per quanto riguarda il 2023: “Sono molto soddisfatto, sia per i risultati che per il livello di tennis che ho espresso durante tutta la stagione, il prossimo anno spero di riuscire a giocare tutti gli slam (nel 2023 Carlos ha saltato l’Australian Open per infortunio, ndr)”.

Jacopo Gadarco

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