I migliori Challenger del 2017 premiati dall'ATP

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I migliori Challenger del 2017 premiati dall’ATP

Lo Sparkassen Open continua a raccogliere il favore dei giocatori. Grande entusiasmo in British Columbia dopo quattro anni di stop

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Nella giornata di ieri l’ATP ha annunciato i tornei vincitori dei Challenger Awards, premi ormai ambitissimi e ammantati di un certo qual prestigio. Lo scorso anno salirono sul podio Braunschweigh, Sczeczin e Mons, ma solo una tra le città menzionate è stata in grado di confermarsi nel gotha degli eventi di secondo livello. Lo Sparkassen Open è ormai un appuntamento clou dell’estate sulla terra battuta europea: dotato di un montepremi da 127.000 dollari  e vinto nel corso dei lustri da grandi giocatori quali Gaston Gaudio, Andrea Gaudenzi, Tomas Berdych e Sascha Zverev (si presti attenzione anche al diciassettenne Nicola Kuhn, campione in carica), il fiore all’occhiello della Bassa Sassonia continua a riscuotere grandi favori tra i tennisti, che lo hanno votato in massa includendolo per il quarto anno consecutivo tra i tre migliori challenger del pianeta.

Conquistano invece il trofeo per la prima volta Heilbronn e Vancouver. Sebbene dotato di un montepremi decisamente inferiore rispetto al gemello evento di Braunschweig, il torneo cardine del Baden-Wurttemberg non ci ha messo molto a entrare nel cuore dei professionisti della racchetta, per la soddisfazione del direttore Metehan Cebeci, naturalmente entusiasta: “In un periodo brevissimo siamo riusciti a ottenere due obiettivi molto importanti: portare il prize money a 85.000 euro e conquistare questo incredibile riconoscimento”.

Giubilo anche in British Columbia per il ritorno col botto nel tour dell’Odlum Brown Van Open, riemerso dopo quattro anni di inattività senza bisogno di sottoporsi a troppo lunga gavetta. Vinto dall’allora rampantissimo Vasek Pospisil prima dell’indesiderato stop, il trofeo è riapparso in mano al tedesco Stebe e insieme a quello assegnato ad Aptos è il più prestigioso tra i “secondo livello” dell’estate sul cemento nordamericano.

Il movimento challenger, come si è potuto notare anche in questo primo scorcio di stagione leggendo le dichiarazioni entusiaste dei partecipanti e osservando le tribune piene a Bergamo e a San Francisco, sembra godere di salute più che discreta: gli spettatori complessivi in ulteriore crescita rispetto ai dati diffusi lo scorso anno (780.000 a fronte dei 750.000 dichiarati nel 2016) nonostante un calo degli eventi proposti (155 contro 166) ne sono dimostrazione plastica, e i boss del circuito Ross Hutchins e Alison Lee non possono che esprimere enorme soddisfazione: “I challenger continuano a rivestire un ruolo di primaria importanza nella formazione dei giovani giocatori, e la loro perfetta organizzazione è il frutto di una passione purissima. Il fatto che pubblico e sponsor accorrano in sempre maggior numero è solo la naturale conseguenza di tutto questo”.

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