Federer: "Voglio solo vincere tornei, rimanere n.1 e stare in salute"

Interviste

Federer: “Voglio solo vincere tornei, rimanere n.1 e stare in salute”

MIAMI – Nel consueto appuntamento pre-torneo con la stampa, Roger Federer parla a ruota libera del recupero dopo Indian Wells, della finale con del Potro, dei suoi obiettivi e della sua attuale predilezione per un piatto corde più grande

Pubblicato

il

 

Dal nostro inviato a Miami

Con oltre un’ora di ritardo rispetto all’orario previsto, Roger Federer ha incontrato la stampa al Miami Open giovedì pomeriggio, dopo aver completato la sua seduta di allenamento. Abbandonato il look “barbuto” mostrato ad Indian Wells in favore di una più tradizionale rasatura simile a quella dei tempi della Gilette, il campione svizzero si è presentato con una tuta completamente nera ed ha prodotto il “solito” show in tre lingue per i numerosi media presenti.

Dopo le quasi cinque ore giocate in due giorni tra semifinale e finale al BNP Paribas Open ed il viaggio promozionale a Chicago il giorno successivo per la presentazione della Laver Cup, Federer si è preso un giorno di riposo totale mercoledì: “Ci vogliono di solito alcuni giorni per riprendersi da un weekend a così alta intensità. Inoltre, indipendentemente da quanto siano stati duri i match dal punto di vista fisico, ho dovuto superare anche la delusione dal punto di vista emotivo, che è anche quella molto stancante. Chicago non è stato faticoso: ho passato solamente quattro ore a terra, ed è stato divertente. Martedì mi sono dovuto allenare ed avevo altri impegni, mercoledì invece non ho fatto nulla, sono andato alla spiaggia ed in piscina. Ho dormito parecchio, oggi mi sono allenato, e mi sento molto meglio”.

Inevitabile qualche domanda a proposito della finale contro del Potro e l’evidente nervosismo manifestato dai due protagonisti: “È stato un match ad elevata intensità, sia fisica sia emotiva. Abbiamo avuto qualche discussione con l’arbitro, probabilmente più del solito, ma in fin dei conti si è trattato solamente di una partita di tennis, e mi sono divertito”.

La stretta di mano alla fine è stata una bella stretta di mano, sono contento di come ho giocato e di come mi sono sentito dopo. Non ci ho messo molto tempo a superare la delusione, perché sentivo che sarebbe ugualmente potuta finire a mio favore. Sfortunatamente questa volta non ho vinto, ma negli ultimi 14 mesi ho avuto la mia parte di fortuna, per cui ci sta che si perda qualche partita”.

Juan Martin ha dovuto sudarsela, ha dovuto giocare bene per vincerla. Questo facilità il processo di superamento della delusione. La folla è stata molto partecipe all’incontro, mi è piaciuto, hanno capito quando ci tenevamo a vincere”.

La mia più grande motivazione a questo punto della carriera è vincere titoli, rimanere al n.1, rimanere in salute, divertirmi e battere gli altri giocatori. Poi ovviamente ci sono altre cose cui tengo davvero, la famiglia, gli amici, le cose davvero importanti”.

Provo grandissimo rispetto per Juan Martin e per quello che ha fatto. Non posso capire a fondo ciò che ha provato, soprattutto quando ha temuto di dover smettere di giocare, perché non mi sono mai trovato in quella situazione. Inoltre credo ci sia voluto molto coraggio per lui scendere in campo quando non era ancora in grado di tirare il rovescio, e poteva giocarlo solamente tagliato, ben sapendo che non avrebbe vinto tornei, o non avrebbe vinto le partite che avrebbe potuto vincere. È molto duro fare una scelta del genere, e per questo merita molto rispetto”.

Il torneo di Miami è alla sua ultima edizione a Key Biscayne, un luogo in cui Federer ha giocato e vinto tanto, compreso un Orange Bowl quando aveva 18 anni: “Non conosco la nuova sede del torneo – ha spiegato lo svizzero – conosco questo torneo solamente in questa sede, come tutti gli altri giocatori. Vengo qui da una vita, da quando ero junior. Sarà sicuramente molto diverso dopo il trasloco, ci vorranno alcuni anni per capire se funzionerà o meno, ma spero che sarà un successo, in special modo per i fans. Credo troveranno il modo per renderlo un evento speciale così che tra 30 anni ci guarderemo indietro e ringrazieremo gli organizzatori per aver deciso di spostarsi. Al momento lasciare Key Biscayne non sembra una gran scelta, ma sono sicuro che hanno le loro ragioni per averla effettuata. E noi giocatori dobbiamo rispettare queste ragioni, non sono decisioni che spettano a noi”.

Ultima domanda a proposito del suo attrezzo, che Federer ha cambiato diverse volte durante la sua carriera, optando sempre per un piatto corde più grande. “Ci sono stati tre modelli, l’85, il 90 ed il 97. Il primo nel 2002, il secondo dal 2002 al 2014 ed il 97 da quel momento in poi. Credo che la racchetta che uso oggi sia più semplice da adoperare giorno dopo giorno. Mi permette di dare potenza al servizio più facilmente, di attaccare con più efficacia il rovescio e di colpire meglio le demi-volée di rovescio. Ho dovuto fare qualche aggiustamento sul diritto e sul rovescio slice”.

Le altre racchette che ho usato mi davano grandi sensazioni solamente quando ero al top della forma, con ottimo timing sulla palla, era necessario essere sempre perfetti. Questa invece mi aiuta a mantenere la fiducia per periodi di tempo più lunghi”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement