A che punto è Dominic Thiem?

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A che punto è Dominic Thiem?

Il coach Günter Bresnik racconta come procede il recupero dopo l’infortunio. È anche una buona occasione per chiedersi cosa Thiem voglia fare ‘da grande’

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Dominic Thiem è ancora nella fase di riabilitazione dopo l’incidente alla caviglia subìto contro Pablo Cuevas a Indian Wells. Inizialmente valutato come un leggero infortunio ma peggiorato nel corso della notte successiva, la risonanza aveva rivelato la presenza di una microfrattura con inevitabile stop di quattro settimane. A metà della convalescenza, il coach Günter Bresnik ha rilasciato un’intervista al sito austriaco Krone parlando di Dominic e della possibilità di rivederlo in campo a Monte Carlo.

Come procede per Dominic?
È sottoposto a una terapia convenzionale. Abbiamo diversi medici che si prendono cura di lui. Ci sono il primario Pidlich a Baden, il dottor Schabus a Vienna e il dottor Leitner che sta facendo la fisioterapia con Dominic. C’è anche un medico che conosco a Salisburgo, la dottoressa Katja Emmanuel, una mia giocatrice fermata dagli infortuni che, come ex atleta, gode di un punto di vista privilegiato.

Qual è la sua routine quotidiana?
Terapia, terapia, terapia. E un po’ di preparazione atletica. Dominic sta lavorando specialmente sulla parte superiore del corpo e utilizza sempre la bicicletta per mantenere il sistema cardiovascolare in buone condizioni. Tra pochi giorni dovrebbe tornare ad allenarsi sul campo da tennis.

Gli infortuni sono sempre spiacevoli, ma non è un peccato che sia successo proprio ora, con tanti top player infortunati o fuori forma?
Questo non deve fare alcuna differenza per Dominic. Lui deve ritrovare la sua condizione e, di solito, le opportunità arrivano. Ma del Potro, per esempio, sta giocando in maniera formidabile.

Puoi dirci se Dominic sarà a Monte Carlo?
No, è ancora troppo presto! Solo tra una decina di giorni si allenerà a pieno carico, poi potrà spingere al massimo

L’IMMEDIATO FUTURO DI THIEM

A meno di due settimane dall’inizio dell’ATP di Monte Carlo, il numero 7 del mondo è chiamato a difendere i 2.070 punti conquistati durante l’ottima stagione sulla terra battuta del 2017 durante la quale è stato anche l’unico in grado di battere Rafa Nadal, nei quarti a Roma. Per un giocatore come lui, che ha bisogno di ritmo per trovare il suo miglior tennis, questa sosta forzata non è certamente l’ideale. Ma ci sono altri due interrogativi che riguardano il ventiquattrenne austriaco. Innanzitutto, dovrà dimostrare che i risultati mediocri (relativamente a un top ten) ottenuti negli ultimi mesi siano ormai alle spalle e non imputabili, prescindendo dal discorso sulle superfici “meno gradite”, a una involuzione del suo gioco.

Dominic, però, è anche atteso al varco della maturità. In un periodo in cui i più giovani stanno ottenendo i primi risultati ma mancano di continuità, Thiem fatica a imporsi nel ruolo di alternativa credibile ai soliti noti. Il suo rientro è allora anche atteso per chiarire cosa vorrà fare da grande, se limitarsi – per così dire – a quanto ci ha fatto vedere negli ultimi due anni o tentare davvero una scalata al vertice del ranking. Utilizzando la terra battuta come arpione.

Michelangeli Sottili

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