WTA
Avanzano le favorite a Monterrey: sette teste di serie su otto ai quarti
Fuori solo la tds n.3 Tsurenko (infortunio al piede), via libera a Collins. Muguruza controlla Riske. Sfiderà Tomljanovic nei quarti. Ok Babos, Puig e Rybarikova

WALKOVER TSURENKO, COLLINS AI QUARTI – Dopo l’annullamento delle partite di mercoledì a causa di un intenso nubifragio che ha colpito Monterrey, la giornata di giovedì dell’Abierto GNP Seguros prevede il completamento dell’unico match iniziato ieri tra Sara Sorribes-Tormo e la tds n°6 Ana Bogdan e la disputa delle altre sette partite che completeranno gli ottavi di finale del torneo. Il primo colpo di scena arriva prima dell’orario di inizio quando Lesia Tsurenko, testa di serie n° 3 e recente vincitrice del torneo di Acapulco, concede il walk-over (infortunio al piede) per i quarti di finale a Danielle Collins, giovane talentuosa tennista americana che ben ha fatto nel torneo di Miami della settimana scorsa, raggiungendo le semifinali e perdendo con la regina del Roland Garros Jelena Ostapenko. Danielle sfiderà ai quarti Ana Bogdan, che ha lasciato cinque giochi a Sara Sorribes Tormo.
MUGURUZA VA – L’altro match clou della giornata era, noblesse oblige, Muguruza-Riske, seconda fatica della settimana per la n°3 del mondo e testa di serie n°1. La vittoria finale di Garbine, peraltro abbastanza netta, ha fatto comprendere (per chi non l’avesse ancora capito) cosa non bisogna fare quando si gioca contro la tennista spagnola: pensare di fare a sportellate, specialmente sul lato del dritto, e sopravvivere è una tattica suicida, se poi Muguruza gioca anche in maniera sciolta, senza fantasmi che possano turbarla emotivamente, non ci può essere partita. La durata del match (1 ora e 24 minuti) dice anche che Alison Riske, malgrado i soli cinque game vinti, ha affrontato la situazione con piglio battagliero, ribattendo colpo su colpo e mantenendo comunque il ritmo di Muguruza. La differenza l’ha fatta la capacità dell’iberica di riuscire ad essere un poco più lucida dell’avversaria quando il numero degli scambi aumentava e la fatica si faceva sentire. Il primo set vede Garbine brekkare Alison alla prima occasione e gestire con attenzione i giochi successivi (malgrado una palla break concessa) e chiudere il set sul 6-2 strappando nuovamente il servizio alla statunitense. Nella seconda frazione sembra tutto scontato fino al 4-1 Muguruza, grazie a un break nel quarto game, ma Riske insiste nel suo gioco di pressione e riesce a recuperare lo svantaggio portandosi sul 3-4 e servizio. La n°3 WTA è però sul pezzo, mette all’angolo la rivale, si riporta avanti e chiude al nono gioco sfruttando il primo match point dei tre consecutivi conquistati. Nei quarti di finale la aspetta l’australiana Ajla Tomljanovic, vincitrice in tre set contro la 19ennne russa Anna Blinkova.
GLI ALTRI INCONTRI – Facile vittoria per la testa di serie n°2 Magdalena Rybarikova che ci mette un set per prendere le misure della tedesca Jana Fett per poi concludere 6-2 nel secondo, così come per Sachia Vickery che con un doppio 6-3 regola la wild card messicana Ana Sofia Sanchez. Deve lottare l’ungherese Timea Babos (tds n°4) contro la britannica Naomi Broady, che dopo averle annullato un match point nel tie-break del secondo set combatte ad armi pari nella partita decisiva, avendo anche un’occasione per brekkare Babos ed andare a servire per la vittoria, prima di crollare nel dodicesimo game. Nei quarti troverà la campionessa olimpica in carica Monica Puig, che ha portato a casa l’incontro contro Stefanie Voegele giocando in modo saggio, con pochi fronzoli e pochi gratuiti.
Risultati:
D. Collins b. [3] L. Tsurenko W/O
[2] M. Rybarikova b. J. Fett 7-5 6-2
[7] S. Vickery b. A.S. Sanchez 6-3 6-3
[6] A. Bogdan b. S. Sorribes Tormo 6-2 6-3
[8] A. Tomljanovic b. A. Blinkova 6-2 5-7 6-2
[4] T. Babos b. N. Broady 6-3 6-7(6) 7-5
[1] G. Muguruza b. A. Riske 6-3 6-2
[5] M. Puig b. S. Voegele 6-4 6-3
Andrea Franchino
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Per Leylah Fernandez l’equilibrio è tutto nel gioco mentale del tennis
La giocatrice canadese avrà un ruolo di primo piano nel progetto sull’inclusività Come Play nato dalla partnership tra WTA e Morgan Stanley

di Andy Frye, pubblicato da Forbes il 6 marzo 2023
La stella nascente del tennis Leylah Fernandez ama ricordare agli appassionati e agli osservatori del tennis un particolare che è lampante per chiunque si guadagni da vivere in campo. Che il tennis è mentale quanto fisico.
“Io credo che, quando la mente decide, il corpo la segua”, ha detto la giocatrice canadese durante un’intervista la scorsa settimana. “L’aspetto mentale di questo sport è estremamente importante e sono estremamente fortunata. Cerco di godermi l’opportunità il più possibile.
Fernandez si è affacciata per la prima volta alla ribalta mondiale durante la finale persa agli US Open del 2021 e aveva fatto il suo debutto negli Slam all’Australian Open del 2020, che si è svolto tra la fine di gennaio e il primo weekend di febbraio 2020. Una settimana dopo quel primo grande debutto sul palcoscenico mondiale, Fernandez ha conquistato la più grande vittoria della sua carriera alla Billie Jean King Cup, battendo l’allora numero 5 del mondo Belinda Bencic nel turno di qualificazione.
Tuttavia, essendo una delle giocatrici più giovani del circuito, Fernandez afferma che nessun numero di ore in campo sia mai troppo, sia che si tratti di perfezionare il suo swing oppure di lavorare sulla forma generale. “Ho sempre voluto giocare a tennis (professionalmente) e non credo che questo sport abbia un impatto fisico negativo su di me”. Attualmente, la ventenne professionista WTA è classificata tra le prime 50, precisamente al numero 49 della classifica WTA. Ha anche in bacheca due titoli di singolare.
Alla fine della scorsa estate, la giocatrice canadese ha raggiunto il suo best ranking, al numero 13, dopo una serie di buone prestazioni, tra cui i quarti di finale raggiunti al Roland Garros del 2022. Sempre lo scorso anno anno fa ha vinto l’Abierto GNP Seguros 2022 a Monterrey, in Messico.
Fernandez, insieme a Coco Gauff e Qinwen Zheng, è una delle poche professioniste del circuito di età inferiore ai 21 anni. È forse per questo motivo che è stata scelta come portavoce principale nella nuova partnership della WTA con Morgan Stanley.
La scorsa settimana, la WTA e il gigante finanziario globale hanno annunciato una nuova partnership pluriennale per celebrare il 50° anniversario della WTA. L’associazione ha affermato in una dichiarazione che l’obiettivo della partnership consiste nell’evidenziare la crescente inclusività del tennis, nonché l’impegno nel far crescere la partecipazione delle donne al gioco.
“Con una visione condivisa per promuovere l’inclusività e ampliare l’accesso al gioco del tennis, entrambe le organizzazioni sono orgogliose di accelerare il loro impegno per promuovere il progresso delle donne nello sport”, ha affermato la WTA. Morgan Stanley diventa anche il partner di presentazione esclusivo dell’iniziativa Come Play della WTA, che propone programmi di tennis per incoraggiare le ragazze di tutte le età e abilità a condurre una vita sana e produttiva dentro e fuori dal campo.
Il programma Come Play fa leva sulla scelta da parte di Morgan Stanley di fare di Leyla Fernandez il suo Brand Ambassador in qualità di volto della pubblicità “See It To Be It” dell’azienda.
L’iniziativa ha lo scopo di ispirare i giovani a visualizzare il successo offrendo loro un modello con cui identificarsi.
“Sostenere la prossima generazione e dare a tutti una possibilità di successo sono impegni che condividiamo sia con Leylah che con la WTA”, ha affermato Alice Milligan, chief marketing officer di Morgan Stanley. “Questa nuova partnership rappresenta i nostri continui sforzi per aiutare le ragazze nello sport deltennis con gli strumenti vitali di cui hanno bisogno oggi per essere le nostre stelle di domani”. “Siamo veramente lieti di annunciare questa partnership con Morgan Stanley”, ha dichiarato il presidente della WTA, Micky Lawler. “Mentre ci sforziamo di creare un ambiente più diversificato e inclusivo per donne e ragazze, le nostre due organizzazioni non vedono l’ora di fare la differenza attraverso gli eventi della community Come Play durante l’HologicWTA Tour e nella creazione di contenuti che amplifichino questo importante messaggio”.
“Il tennis non è per sempre”, ha detto Fernandez parlando apertamente della sua carriera di atleta. Fernandez, che ha guadagnato poco più di 3,4 milioni di dollari in premi alla carriera dal 2019 ad oggi, ha affermato che, nonostante la sua giovane età, costruire la stabilità finanziaria è fondamentale. “Questa partnership darà ai giocatori fiducia, nell’educarci sulla stabilità finanziaria, e darà ai giocatori la fiducia di trovarsi in un ambiente stabile.
Inoltre, dopo lo sport e le nostre carriere, per aiutare i giocatori nel loro futuro.
In particolare, il programma Come Play invita le attuali giocatrici WTA, stelle in pensione e allenatori a partecipare a corsi di tennis e attività per ragazze al fine di “aiutare a costruire la prossima generazione di leader”, ha affermato la WTA.
L’iniziativa include anche l’alfabetizzazione finanziaria e le risorse di pianificazione per i giocatori, oltre a una serie di contenuti in eventi WTA selezionati e altro ancora.
Fernandez ha aggiunto di essere onorata di essere coinvolta nei continui sforzi della WTA per coinvolgere più ragazze nel gioco e di essere scelta come modello per i giovani interessati a questo sport.
Equilibrio: la chiave per un grande tennis?
La mancina, diventata professionista nel 2019, ha un bilancio impressionante di vittorie e sconfitte a partire da marzo 2023 con 130-82. Fernandez è anche un’appassionata tifosa di calcio e durante la nostra intervista dell’anno scorso ha dichiarato di essere cresciuta giocando a quello che il defunto Pelé una volta chiamava “o jogo bonito”.
Fernandez sottolinea anche che ha una vita al di fuori del tennis che, secondo lei, contribuisce al suo successo in campo. “Cerco di bilanciare un po’ la mia vita.Sì, gioco a tennis, ma sono anche una studentessa universitaria, e questo mi aiutato a separarmi dall’idea di essere solo una giocatrice di tennis”, ha aggiunto “Mi ha aiutato a rimettere a fuoco le priorità e a godermi le piccole parti della vita che non sono il tennis”.
Ma Fernandez riesce ancora a mantenere i rapporti con il suo primo altro amore sportivo, il calcio? “Sì, mi è permesso giocare”, ha detto, con un accenno di risata. “Sono fortunata ad avere allenatori che mi incoraggiano a praticare diversi sport.Diversificare aiuta nel tennis.Ogni volta che torno su un campo, tirare calci a un pallone con mia sorella aggiunge benefici al mio tennis”.
Traduzione di Alessandro Valentini
Flash
Coco Gauff, dal tennis alle scarpe personalizzate: “Mi sento una privilegiata”
La 19enne americana ha espresso la sua opinione sulla musica in sottofondo durante le partite: ” Forse un po’ di rumore, lo gradirei”

E’ stata una vittoria autoritaria quella di Coco Gauff contro Rebecca Marino. La statunitense, che a Miami è di casa, affronterà al prossimo turno la russa Anastasija Potapova. Ecco la conferenza stampa post partita.
D: Coco, puoi parlare della partita e dei tuoi pensieri generali sulla tua prestazione?
COCO GAUFF: “Sì, oggi è stata una partita altalenante, onestamente. Molte pause. Ho fatto bene in risposta, considerando che è una grande battitrice. Sono davvero contenta di come ho giocato. Non è un’avversaria facile. Fa un sacco di colpi importanti, non ti dà molto ritmo. In un certo senso devi solo resistere”.
D. Quattro anni fa hai vinto la tua prima partita. Sei sorpresa di quanto hai ottenuto in così poco tempo?
COCO GAUFF: “Sì e no. Mi sento in un certo senso come se mi avvicinassi a ogni partita credendo di poter vincere. Quindi non sono sorpresa. Ma se faccio un passo indietro e guardo alle cose nell’insieme, sì. Sento di aver lavorato molto duramente. Quindi, quando vinco partite, sento decisamente di meritarmelo. Ma anche chi mi conosce sa che voglio sempre di più. In un certo senso, non sono soddisfatta”.
D. Come è nato ‘Homecoming’? Hai memorizzato le tue battute? Parlaci dell’intero processo.
COCO GAUFF: Quel processo non è stato come immaginavo. Siamo stati lì dalle 5 del mattino fino alle 8 di sera. Non mi ero resa conto di quante volte dovessi ripetere ogni scena più e più volte. Soprattutto nella prima scena dello spettacolo, che tecnicamente è l’ultima scena che abbiamo girato, ero davvero stanca. Fanno davvero un ottimo lavoro. Era tipo, Oh, mio Dio, è Coco Gauff. Sono solo seduta lì, l’abbiamo fatto tipo 20 volte, ti ho già incontrato tipo 30 ore fa (risate). Quindi sì. Ma penso che abbiano contattato e il mio agente abbia aiutato a organizzarlo. C’è il tennis incorporato nello spettacolo. È stato piuttosto interessante. Mi hanno descritto in modo non tennistico. Penso che la sceneggiatura fosse completamente adattata a come sono fuori dal campo, quindi è per questo che ero disposta a farlo. Era quasi meglio. So che la prima volta che avremmo dovuto filmare, avrei dovuto giocare a tennis. Ma mi sono qualificata per le finali WTA, quindi abbiamo dovuto cancellarlo e poi fare questo episodio. È stato davvero bello. Il cast erano persone davvero simpatiche. Geffri, Camille, tutte persone con cui lo rifarei solo per incontrarle di nuovo. Non so se lo rifarei per la parte della recitazione. Guardarmi in TV è stato probabilmente il dolore più straziante che abbia mai dovuto provare. Lo odiavo (risate). Mia madre ha un mio video”
Q. Per quanto riguarda Jimmy Butler, ami gli sport qui nel sud della Florida. Cosa ti viene in mente quando giochi sul campo dello stadio davanti a lui?
COCO GAUFF: Non lo so. Sento solo che entrare in campo è proprio una pazzia perché ho guardato le partite qui per tutta la vita. Beh, quando ho visto Jimmy Butler, voglio dire, è stato davvero bello perché adoro guardare gli Heat, sono la mia squadra. Ha quella mentalità, quella ferocia in lui, qualcosa che ammiro davvero molto. Spero che lui lo veda in me. Sì, ho anche incontrato un paio di giocatori della NFL che giocavano per i Bulls. Sono contenta che siano rimasti a guardare la mia partita. Non lo so, oggi onestamente penso che sia stata davvero una bella giornata, non per la vittoria, ma mi sento come se avessi il privilegio di quelle persone che mi guardano. Per loro volerlo fare, specialmente per uno sport come il tennis che generalmente la maggior parte di loro non capisce, è davvero fantastico.
D. Quanto è importante per te sentire la palla che colpisce le corde di un avversario per il modo in cui vuoi giocare il tuo colpo? Lo chiedo perché Frances Tiafoe ha sostenuto che dovrebbe esserci più libertà di movimento per gli spettatori.
COCO GAUFF: Ho visto quello che ha detto.
D. Come ti senti a riguardo?
COCO GAUFF: Dirò che in realtà ho fatto una esibizione con Ash Barty. Avevamo della musica in sottofondo per una parte dell’incontro. Sicuramente influenza il modo in cui segui la palla e il suo suono, di sicuro. Non so se saremmo in grado di farcela con la musica costante. Ma ho sempre detto che il tennis non ha bisogno di essere completamente silenzioso. Inoltre, crescendo, ho giocato al Pompey Park. Loro hanno sempre partite di baseball, allenamenti di basket, nuoto. Era così rumoroso laggiù. Mio padre mi ha sempre detto, fin da quando avevo otto o nove anni: non voglio mai sentirti lamentarti del rumore durante una partita. Non sono la giocatrice particolare che si lamenterà del rumore. Non so se potremmo usare musica a tutto volume. Ma è molto interessante quello che ha detto Frances. Sicuramente penso che sarebbe più divertente per i tifosi, specialmente allo stadio, ma non so come i giocatori potrebbero fare.
D. Che dire delle persone che si alzano e si muovono, l’aspetto del rumore da un lato, ma il movimento?
COCO GAUFF: Penso che il movimento sia sicuramente fattibile per me. Per me personalmente, non mi dà fastidio. Non mi importa se c’è qualcuno in giro o altro. A volte, se dico qualcosa, forse è solo per rallentare il ritmo della partita, ma non perché la persona sia effettivamente in piedi. Sarò onesta, a volte hai solo bisogno di un reset. Penso che il movimento sia sicuramente più tollerabile del rumore.
D. C’è qualcosa della tua ultima partita contro la Potapova che ricordi e che terrai in mente per la prossima partita?
COCO GAUFF: L’ultima volta che penso di averla affrontata è stata a Montreal. Sono abbastanza sicura che si sia ritirata in quella partita. Non la conto davvero perché non era completamente al 100%. Non ricordo quale fosse il punteggio. Non credo di poter davvero prendere qualcosa da quello nella partita di sabato.
D. Volevo chiederti della tua scarpa firmata, le CG1. Cosa ti ha spinto a dedicarti specificamente alle calzature?
COCO GAUFF: “Penso che soprattutto nel tennis non molte persone lo abbiano fatto. Ci sono pochissimi tennisti con la propria sigla. New Balance, onestamente, me l’ha portato. Ovviamente sono d’accordo se qualcuno vuole darmi la mia scarpa. È stato davvero bello. Non volevo che sembrasse una scarpa da tennis. Volevo avere, tipo, un po’ di atmosfera da campo da basket. Onestamente, le adoro. Non lo dico perché è la mia scarpa, perché ero una grande detrattrice quando è uscito il primo prototipo. Hanno funzionato molto bene con me. Il team di gioco di New Balance è incredibile. Sono stati in grado di apportare tali modifiche. Cercano sempre costantemente di evolversi”
D. Sei l’unica tennista in attività con la sua scarpa. Come ti fa sentire?
COCO GAUFF: Molto privilegiata. Voglio dire, sento che molti atleti in questo tour se lo meritano sicuramente, quindi mi sento molto privilegiata che New Balance mi stia dando questa opportunità, e lo apprezzo molto. Non so se forse un altro marchio l’avrebbe fatto, soprattutto per il mio impatto. Tutto ciò che indosso in campo, praticamente tutto ciò che ottengo da loro, probabilmente l’ho visto con un anno di anticipo e ho praticamente individuato ogni dettaglio che non mi piaceva. Sono molto felice che siano così accoglienti in quello che voglio. Molti marchi non sono sempre così con tutti i loro atleti. Sono grata di poterlo fare. Le persone che acquistano il prodotto possono in qualche modo capire quando un giocatore mette tutto se stesso in qualcosa. Penso che sia ciò che rende speciale il rapporto che ho con New Balance.
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Jessica Pegula: “Se il pubblico potesse camminare durante i punti non sarebbe un problema”
Le parole dell’americana da Miami: “Sono d’accordo con Tiafoe, allentare le regole per i tifosi potrebbe portare più gente alle partite”

Il tennis americano in quel di Miami, quantomeno sul versante femminile, ha avuto un debutto di teste di serie che più soddisfacente non si poteva. Sia Coco Gauff che Jessica Pegula, n.2 e n.1 USA, hanno vinto senza problemi contro due canadesi. Nello specifico, la n.3 del mondo ha inflitto un netto 6-3 6-1 a Katherine Sebov, trovando giusto un po’ di resistenza nel primo parziale prima di fare il vuoto. L’analisi del match, insieme ad altri interessanti pensieri sul torneo, Pegula le ha espresse in una serena conferenza stampa.
D: Parlaci del primo set, perché è proprio lì che Sebov ti stava dando qualche problema. Cosa ti faceva soffrire?
Pegula: “Colpisce un po’ come me, palla molto bassa e molto piatta. E su questi campi la palla viaggia più velocemente. All’inizio stavo provando a seguire il suo diritto, poi ho cambiato e ho iniziato a giocare sul suo rovescio, e sembrava funzionare; strategia molto semplice. Penso anche di aver servito abbastanza bene, ho ottenuto molti punti gratuiti. Sul suo servizio, mi sentivo come se potessi brekkare ogni volta. Non stava davvero colpendo così forte, ma stava più servendo in kick per lavorare sulle traiettorie. Quindi una volta che ho letto meglio e ho iniziato ad rispondere più avanti, questo mi ha aiutato“
D: Al prossimo turno hai Danielle Collins. La conosci da molti anni; è complicato, è una finalista dell’Australian Open.
Pegula: “È strano che ci affrontiamo al terzo turno, sembra molto presto. Penso che anche oggi abbia superato una partita difficile. È sempre pericolosa, soprattutto sul cemento, soprattutto negli Stati Uniti e in queste condizioni. Conosciamo molto bene il gioco l’una dell’altra, quindi sì, sarà una partita molto dura“
D: Frances Tiafoe ritiene che per attirare più giovani a guardare il tennis dovrebbe esserci la possibilità di camminare sugli spalti durante i punti. Tu cosa ne pensi?
Pegula: “Mi piace. Anch’io sono una di quelle persone che la pensano così. Non mi preoccupo se le persone stanno in piedi o urlano o parlano (forse urlare no…). Ricordo che anche allo US Open dell’anno scorso molte giocatrici si sono lamentate di quanto fosse rumoroso. Immagino che se l’avessi notato avrei concordato, ma non lo so, quella roba non mi preoccupa molto. Posso constatare come sia un bel modo di vedere. Anche parlando con i due ragazzi del football oggi (Kaiir Elan e Dion Dawkins), non avevano idea dell’etichetta che bisogna avere su un campo da tennis. E stavano uscendo durante il punto quando si sono accorti che tutti li stavano guardando. Penso che per portare un po’ di personalità allo sport dobbiamo iniziare a valutare alcune cose diverse per toccare una generazione più giovane. E ragazzi come Tiafoe, che hanno così tanta personalità e così tanta energia, e hanno una base di fan così incredibile, ce l’hanno proprio grazie alla loro energia. Qualcosa che potrebbe davvero aiutare lo sport“
D: Che dire però di quando sei nel mezzo di un punto o stai per servire, e qualcuno urla o fa un commento?
Pegula: “Dovrebbero esserci dei parametri. Non credo che potrebbe mai essere replicato esattamente, ma penso che l’idea di pensare fuori dagli schemi sia positiva. Ho capito cosa intendi: non puoi avere persone che urlano nel mezzo di un punto, ma se le regole fossero meno restrittive per il pubblico, non sarebbe un grosso problema. Poi certo ti apri a cose che potrebbero accadere e causare problemi durante il gioco, e questo influisce davvero sui giocatori. Frances ama l’NBA e va alle partite NBA. E lì è come un continuo chiacchiericcio tra i giocatori e le persone sedute in campo, c’è molto movimento, musica. Penso che dobbiamo implementare alcune di queste cose. Ovviamente dobbiamo adattarle al nostro sport, ma penso che l’idea ci possa stare, pur perfezionandola“.
D: C’è un’altra cosa detta da un americano, Reilly Opelka, sul doppio, che ne ha sminuito l’importanza. Volevo il tuo punto di vista come una delle migliori giocatrici, che sceglie di partecipare sia al singolo che al doppio ai massimi livelli. Cosa significa il doppio per te e la tua esperienza in tour, e cosa significa per il tennis nel suo insieme?“
Pegula: “Penso che Reilly sia un po’ annoiato, è stato infortunato per un po’. Mi piace Reilly, ma gli piace sempre fare questi commenti e far parlare la gente, è una cosa di lui che mi piace. Non ha paura di dire quello che vuole, e ha diritto a questa opinione, ma personalmente amo giocare in doppio. Posso constatare il suo punto di vista, ma allo stesso tempo penso che la maggior parte dei giocatori giochino il doppio senza problemi. Tutti nel sud della Florida, nei campionati, giocano il doppio femminile, è tutta la loro vita. È molto popolare, c’è qualcosa lì che forse non abbiamo raggiunto. Ma giocando con Coco, l’anno scorso o giù di lì, abbiamo avuto grandi folle alle partite. Quindi per me è divertente perché facciamo bene, abbiamo molte persone che ci supportano.
Ma è anche perché anche la nostra classifica in singolare è molto alta. Io amo giocare in doppio, mi piace rimanere sempre in modalità competizione. Mi piace farlo in un giorno libero dai match di singolare invece di esercitarmi per un’ora senza pensare. Mi piace rimanere in quella mentalità, guardando alla prossima partita, quindi per me questo è ciò che mi aiuta davvero, ed è per questo che amo giocarlo. So che ovviamente molti giocatori di doppio sono super appassionati e sono ottimi atleti; si guadagnano da vivere giocando abbastanza bene. Quindi, personalmente non sono d’accordo con i suoi commenti avventati. Mi piace giocare in doppio, ma questa è la sua opinione, e può dirla“.