Montecarlo: non è una sorpresa che... non ci siano state sorprese

Editoriali del Direttore

Montecarlo: non è una sorpresa che… non ci siano state sorprese

MONTECARLO – I primi 6 nei quarti, e nessun vero outsider. Le ragioni di ciò. I miei favoriti. E i vostri?

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da Montecarlo, il Direttore

I primi sei favoriti del torneo, e del ranking, sono nei quarti di finale. E i due outisider, Nishikori e Gasquet, sono due outsider per modo di dire. Il giapponese è stato n. 4 del mondo e finalista di uno Slam (persa con Cilic),  il francese n. 7 e semifinalista di due Wimbledon e un US Open. Quindi pieno rispetto dei pronostici della vigilia. Quasi un’esagerazione. Una volta il primo torneo importante della stagione sulla terra battuta riservava invece parecchie sorprese. Accadeva per due motivi. Il primo: i campi duri di una volta, in America, erano velocissimi e la differenza di rimbalzo con la terra battuta, che a sua volta era lentissima, era tale che anche i migliori giocatori facevano fatica ad assuefarsi. Il secondo: una volta i migliori giocatori erano in buona parte americani e australiani, penso all’epoca dei McEnroe, Connors, Gerulaitis nonché Cash (se non vogliamo risalire ancor più indietro, ai Newcombe, Roche, e prima ancora Rosewall, Hoad, Laver), e poi dei Sampras, Agassi, Chang e Courier, che occupavano tutti stabilmente un posto tra i top-ten.

Oggi, e oramai dall’avvento di Federer e Nadal, le classifiche mondiali sono dominate dagli europei, che sono quasi tutti cresciuti sulla terra rossa e che vivono ancora in Paesi – i nativi o quelli di… residenza fiscale – dove continuano ad allenarsi d’inverno, di ritorno dagli Stati Uniti e dai primi due Masters 1000. Ciò comporta che hanno avuto più tempo per allenarsi, per prepararsi sulla terra battuta, dei loro predecessori di oltre Oceano. Gli extraeuropei competitivi di oggi… se fossero venuti sulla Costa Azzurra sarebbero arrivati sì e no con due o tre giorni di anticipo e di allenamenti adeguati. Non mi ha sorpreso infatti che i tre top-ten extraeuropei, Juan Martin del Potro, che pure è cresciuto sui campi rossi di Tandil, Kevin Anderson e John Isner non si sono sognati di venire al Country Club. E come loro neppure Sam Querrey.n.14. Unico top-15 extraeuropeo a presentarsi all’appello del Principato, et pour cause, Diego Schwartzmann, argentino con determinate caratteristiche. Ma con Gasquet ha fatto solo 3 game! Insomma ecco perché oggi anche nel primo grande torneo sulla terra rossa – non vorremo mica chiamare vero torneo quello di Marrakech! Mentre a Houston c’erano tutti gli yankees, e ha vinto Johnson su Sandgren… quest’ultimo è stato il solo a farsi il viaggio fino a qua, ma lui ha ancora fame di tennis… e comunque ha fatto solo 4 game con Kohlschreiber – non ci sono praticamente vere sorprese.

Forse le più clamorose sono state quelle conseguenti alle sconfitte di Pouille con Mischa Zverev e del deludente Fognini con Struff con il quale più di cinque game mi sarei onestamente aspettato che facesse. Un conto è perdere come Pouille (7-6 al terzo), un altro è cedere di schianto 6-4 6-2. Con quelle sole eccezioni, insomma, i migliori sono andati avanti. Del resto per molti dei top-players le incognite erano più collegate alle loro condizioni fisiche piuttosto che alle loro attitudini terraiole. Il ginocchio di Nadal, il gomito di Djokovic, l’occhio sinistro di Goffin, la schiena di Carreno Busta (e di Gasquet), più di un problema Thiem… Evidentemente stanno tutti meno peggio del previsto, Tant’è che la prima cosa che tengono a sottolineare nelle interviste è che – è stato un leit motiv sentito mille volte e non sto a mettere un soggetto davanti al virgolettato… “Non sono al 100 per 100 ma non ho sentito male…” e tutti toccavano ferro.

Nadal se sta bene sulla terra domina tutti. Ha perso 9 games in 4 set. Djokovic sembra sulla buona strada e deve solo decidere se giocare la prossima settimana a Budapest, dove il cammino è più facile rispetto a Barcellona…(e soprattutto non ci sarà Nadal!), per aumentare il numero dei match in vista di Madrid e Roma, oppure scegliere i test catalani più impegnativi perché là oltre a Rafa ci sarà un nugolo di spagnoli iper-competitivi. Però è un Djokovic che sta riacquistando fiducia e che ha confermato il vecchio coach (e amico) Vajda per tutta la stagione sul rosso. Thiem ha sciupato un po’ di chances nel primo set con Djokovic ma di sicuro è l’ostacolo più duro sul cammino di Nadal. Qualcuno parla già di finale anticipata. Forse esagera. Fra Dimitrov e Goffin mi incuriosisce che questo sarà il loro primo duello, dopo 7 sfide, da giocarsi sulla terra battuta. Il risultato potrebbe incanalare una tendenza. Il miglior Gasquet potrebbe battere Zverev, anche se il tedeschino che ha vinto Roma non si deve fidare del suo tris di vittorie sul più stagionato francese.

Sulla terra rossa è un confronto interessante anche quello fra Nishikori e Cilic. Ricordate la finale dell’US Open del 2014? Ma sui campi rossi è Nishikori, non brillantissimo nel secondo set con l’ultimo superstite azzurro Seppi, ad aver vinto i due precedenti. Chissà se nei quarti assisteremo alle prime vere sorprese del torneo. I miei favoriti sono Nadal, Goffin, Gasquet e Cilic. Ma non scommetto. È proibito. E se mi sbaglio tanti lettori saranno più contento che se ci azzecco.

I quarti di finale:

[4] G. Dimitrov vs [6] D. Goffin
[1] R. Nadal vs [5] D. Thiem
K. Nishikori vs [2] M. Cilic
R. Gasquet vs [3] A. Zverev

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