Nadal fa paura, Thiem stracciato. L'Undecima a Montecarlo è a due passi

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Nadal fa paura, Thiem stracciato. L’Undecima a Montecarlo è a due passi

MONTECARLO – Senza storia, finisce in poco più di un’ora. Thiem scarico. Era l’unico ostacolo al dominio di Rafa?

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Da Montecarlo, Carlo Carnevale e Laura Guidobaldi

Era l’unica possibile alternativa al dominio di Nadal. E allo scontro con Rafa ci arrivava con un’iniezione di fiducia non da poco, dopo il matchpoint salvato con Rublev al primo turno, e la battaglia vinta con Djokovic al secondo. Eppure Dominic Thiem si è ritrovato in briciole, tritato dall’impressionante e sempreverde strapotere di Nadal su questi campi, che con un durissimo 6-0 6-2 porta a trentuno i set vinti consecutivamente sulla terra. Non al massimo la condizione atletica di Thiem, forse provato dalle ore trascorse a lottare nei primi due incontri, ma la resa di Nadal fa ancora una volta spavento, per continuità e risultati. Adesso, semmai ci fossero stati dubbi, davvero la conquista del titolo sembra cosa già fatta: il bilancio contro gli avversari ancora in gara, complessivamente, è 43-5.

MOSTRUOSO – Certo Thiem dimostra da subito di non brillare fisicamente, mancando di incidere con i colpi a rimbalzo senza approfittare di un Nadal che risponde piazzandosi a pochi centimetri dai teloni di fondo. Il servizio è inadeguato (38% di prime in campo), i piedi poco reattivi. Ma Rafa prosegue con lo stesso ritmo martellante che sul rosso mostra praticamente dalla primavera dello scorso anno, senza risparmiarsi nemmeno quando ampiamente in vantaggio: il parziale iniziale è mostruoso, nove giochi in fila, interrotti da un rovescio largo che permette a Thiem di esordire sul tabellone dopo cinquantuno minuti. Il boato con cui il pubblico, folto a dispetto di una giornata bollente, lo saluta è al contempo incoraggiante e compassionevole, ovviamente insufficiente per scuotere l’austriaco, che nel suo completo nero suda e rimugina. Un quarto d’ora dopo è finita, con l’ennesimo break.

Le statistiche del match tra Nadal e Thiem

NADAL UNICO SUPERSTITE – Per la prima volta in dieci anni, ai quarti di finale arrivavano le prime sei teste di serie. Nel 2008 li giocarono Federer, Djokovic, Nalbandian, Ferrer, Davydenko. E Nadal, ovviamente l’unico a ripresentarsi quest’anno per la quattordicesima volta consecutiva, come se nulla fosse successo. Perché di fatto è così. Al primo torneo dopo il ritiro agli Australian Open, Rafa non accusa la minima ruggine, non un briciolo di disabitudine. La fame, soprattutto, è sempre la stessa, e chiunque dovesse affrontarlo da qui a domenica dovrà averne paura. “Sarebbe una bugia se dicessi che mi aspettavo un ritorno del genere. Io comunque lavoro senza pensare al passato né al futuro”.

DIMITROV CONVINCE, GOFFIN SI SCIOGLIE – Nadal giocherà contro Grigor Dimitrov (10-1 i precedenti), che ha superato David Goffin. Nel loro primo incontro sulla terra – in sette partite tutte disputatesi sul duro (in realtà i due avevano già giocato tre incontri sul rosso ma al livello Futures) – Dimitrov si assicura l’accesso alla sua prima semifinale del Montecarlo Rolex Masters, la quinta in un Masters 1000. Per il remake della finale delle ATP Finals e la semifinale di Rotterdam (gli ultimi due match giocati tra Grigor e David), il bulgaro ha la meglio su un Goffin ( i due partecipavano insieme al torneo di doppio qui al Principato) che non sa trovare il killer istinct nei momenti topici. Lo score è di 6-4 7-6(5). Il sole picchia forte quest’oggi sul litorale monegasco. E picchia anche Dimitrov che dimostra fin da subito un’ottima copertura del campo, freschezza e lucidità. Grigor spezza il ritmo con il break sul 3-2 per poi intascare alquanto rapidamente la prima frazione per 6-4.

Goffin riesce a sorprenderlo nel secondo parziale  e mette a segno il secondo break, prendendo così il largo sul 4-0. Il belga sembra essere in perfetto controllo fino al 5-2 ma il bulgaro ricomincia a trovare le giuste misure e gli si avvicina sul 4-5. Fa caldo, caldissimo sul Centrale e pare  che David cominci a “sciogliersirsi”; meno incisivo e sempre in rincorsa, sembra perfino un po’ annebbiato. Tuttavia, uno degli scambi più lunghi del match è appannaggio del belga che si procura così un secondo setpoint. Che però spreca subito con una palla troppo lunga, così come Dimitrov strapazza la palla che gli avrebbe consentito il pareggio e quella successiva, concedendo all’avversario il terzo setpoint. Il bulgaro estrae però dal cilindro uno dei suoi proverbiali rovesci in corsa ottenendo la quarta palla break. Ce n’è una quinta e il 5-5 s’ha da fare. Dopo vari tentennamenti, c’è il sorpasso da parte del campione delle Finals 2017. David resta ancora a galla e si giunge al tie-break. Il tennista di Haskovo sale 4-2, poi 5-3 e 6-4. Un primo matchpoint evapora con una palla affossata a rete; dopo uno scambio interminabile, il secondo è quello buono e il bulgaro alza le braccia al cielo. L’altra semifinale Masters giocata sul rosso è stata a Roma, nel 2013. Contro Nadal, persa 6-2 6-2. “Oggi ho giocato meglio degli altri giorni” afferma un soddisfatto Dimitrov, “è un passo in avanti. Allo stesso tempo, si tratta della terra rossa e può succedere di tutto. Si vuole sempre vincere quando una partita è così combattuta. Fisicamente è estremamente stancante  ma ci sono tanti aspetti positivi nell’incontro di oggi”.

Risultati: 

[4] G. Dimitrov b. [6] D. Goffin 6-4 7-6(5)
[1] R. Nadal b. [5] D. Thiem 6-0 6-2
K. Nishikori b. [2] M. Cilic 6-4 6-7(1) 6-3
[3] A. Zverev b. R. Gasquet 4-6 6-2 7-5

Il tabellone completo

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