Taro Daniel, buona la prima. Il giapponese campione a Istanbul

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Taro Daniel, buona la prima. Il giapponese campione a Istanbul

Primo titolo ATP della carriera per il venticinquenne Daniel. Sconfitto in due set il veterano Malek Jaziri

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T. Daniel b. M. Jaziri 7-6(4) 6-4

Nel bel mezzo della stagione sul rosso, questa settimana il circuito maschile ha fatto tappa a Monaco, Estoril e Istanbul per tre tornei ATP 250. In particolare, nel principale centro culturale della Turchia posizionato su entrambe le sponde del Bosforo e noto anche con l’appellativo di Seconda Roma, si è disputato il TED BNP Paribas Istanbul Open giunto all’edizione numero quattro. L’impianto di gioco è l’imponente Koza World of Sports Arena, sede della più grande accademia tennistica al mondo. Quattro gli italiani al via: Berrettini, Seppi, Fabbiano e Lorenzi, con quest’ultimo in grado di assicurarsi i quarti di finale dopo una prima parte di stagione non all’altezza delle precedenti, anche a causa di un infortunio. Prima testa di serie e detentore del titolo il croato Marin Cilic: per lui, tuttavia, un torneo avaro di soddisfazioni con sconfitta già all’esordio. Stessa sorte anche per il secondo favorito del seeding, il bosniaco Damir Dzumhur, fuori per mano del nostro Thomas Fabbiano. In programma quest’oggi il match di finale, inedito, tra il tunisino Malek Jaziri – 34 anni, numero 78 del ranking mondiale – e il giapponese Taro Daniel, nove anni in meno all’anagrafe e un ritardo in classifica di 36 posizioni. Per entrambi si è trattata della prima, forse inattesa, finale della carriera. A trionfare sovvertendo le gerarchie del computer, come vedremo, è stato quindi Daniel, al termine di un match serrato chiuso da Taro con il punteggio di 7-6 6-4.

LA CRONACA – In un palazzetto tutt’altro che gremito si parte con Daniel al servizio. Da una parte, il nipponico è il prototipo del giocatore moderno: corri-e-tira di sostanza, difesa come must, contrattacco se stuzzicato e talento così così. Dall’altra, invece, il tunisino è in grado di proporre un gioco complessivamente più brillante, con un buon senso geometrico e un interessante uso delle variazioni, soprattutto dalla parte del rovescio. Il parziale, nonostante un confronto di stili potenzialmente stimolante, stenta a decollare, tra lunghi scambi di colpi perlopiù interlocutori, pochi vincenti messi a referto da entrambi e qualche errore di troppo. Nella noia generale, sottolineata anche da qualche sbadiglio sugli spalti, il set segue senza soluzione di continuità l’ordine dei servizi fino al punteggio di 4 pari quando è Jaziri – fino a qui il più efficace nei turni di ribattuta – a rompere l’equilibrio alla seconda occasione utile nel game, assicurandosi così la possibilità di servire per chiudere la prima partita. Al cambio di campo, però, il set point sciupato dal tunisino fa da preludio prima all’inatteso contro-break e poi al sorpasso di un Daniel che nella battaglia riesce a dare il meglio di sè. Jaziri sembra accusare il colpo ma con una prima di servizio provvidenziale cancella a sua volta una palla del set: si va dunque al tie-break. Nel gioco decisivo è il giapponese a fare da lepre al cospetto di un Jaziri oltremodo falloso. Dopo un’ora e ventisette minuti, un’enormità, uno smash malamente affossato in rete dal tunisino manda in archivio un set in cui il solo equilibrio è valso il prezzo del biglietto.

 

Alla ripresa delle ostilità il nativo di Bizerte con un passato da Top 50 pare non aver dimenticato l’epilogo amaro del tie-break, al punto da perdere piuttosto malamente la battuta, concedendo a Daniel la possibilità di far corsa di testa nel parziale. Break immediatamente confermato e rapido allungo per il nativo di New York e residente a Tokyo. Il linguaggio del corpo di Jaziri è ora piuttosto emblematico, quasi rassegnato, al punto che il quindici del possibile 3 a 0 pesante tanto somiglia a un match point anticipato. Il livello della partita, se possibile, scende ulteriormente e nella bruttura generale prima un Daniel troppo attendista riconsegna al suo avversario il break di vantaggio e poi un Jaziri sciagurato nelle esecuzioni e palesemente nervoso nell’atteggiamento restituisce il favore. Avanti ora per 4 giochi a 2, Daniel vede il triangolo rosso dell’ultimo chilometro. Dopo due game interlocutori appannaggio del giocatore al servizio, Jaziri, sempre più stanco, è di nuovo in bilico sul cornicione con la battuta a disposizione. Il nordafricano con esperienza e coraggio annulla il primo match point e, sul secondo, incassa il gentile omaggio di un avversario colto sul più bello da una comprensibile paura di vincere. C’è ancora partita. Dopo il pit-stop, però, Daniel, in virtù di due prime palle robuste si porta in un amen sul 30-0 spegnendo di fatto le velleità di aggancio di Jaziri. Partita in ghiaccio. Dopo quasi due ore e mezzo di battaglia estenuante, infatti, per il nipponico è tempo di alzare le braccia al cielo: Istanbul è tutta sua.

In definitiva, poca qualità in un contesto di molta quantità e vittoria meritata per il più giovane dei contendenti. Nonostante la sconfitta resta ottima la settimana di Jaziri, impreziosita, tra l’altro, dallo scalpo del numero 4 al mondo Marin Cilic.

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ATP Miami: Khachanov travolge uno spento Cerundolo

Francisco Cerundolo dura solo pochi game poi è un assolo di Khachanov. Nella sua quarta semifinale ‘1000’ sarà derby con Medvedev

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Karen Khachanov - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)

Francisco Cerundolo lotta per pochi giochi poi, dal 3-2 nel primo set, sprofonda in un vortice di errori ed esitazioni, facendosi così travolgere da un Karen Khachanov solido, aggressivo ed estremamente efficace. Il russo chiude un match a senso unico con lo score di 6-3 6-2 in un’ora e 15 minuti, accedendo alla sua quarta semifinale in un torneo ‘1000’. Dall’altra parte della rete ci sarà un altro russo, Daniil Medvedev (vittorioso contro Eubanks), che sale a 27 vittorie stagionali (con sole 3 sconfitte).

[14] K. Khachanov b. [25] F. Cerundolo 6-3 6-2

Un avvio di match dagli scambi prolungati ed estenuanti quello tra Karen Khachanov (16 ATP) e Francisco Cerundolo (31 ATP). L’argentino cerca di ubriacare il russo con i suoi palleggi martellanti e, alla terza occasione di break, gli strappa la battuta portandosi sul 3-2 e servizio. Nonostante una buona resistenza da fondocampo, Karen non sempre riesce a fronteggiare il ritmo frenetico del tennis avversario. Tuttavia, il russo reagisce nel migliore dei modi, dimostrandosi sempre molto aggressivo e propositivo, tanto da infliggergli il controbreak e il sorpasso sul 4-3.

 

Da questo momento, l’argentino perde totalmente il controllo del proprio gioco, produce un tennis disordinato e disattento, subendo l’aggressività di Khachanov. Cerundolo continua a snocciolare errori mentre Karen realizza un rapido sprint di quattro giochi consecutivi, intascando il primo parziale 6-4 in 37 minuti.

Il secondo set è del tutto a senso unico. Continua il festival degli errori da parte dell’argentino, totalmente in confusione e, in men che non si dica, Karen prende il largo sul 4-1 per poi chiudere l’incontro 6-2 grazie al settimo ace. Si tratta per lui della quarta semifinale in un Masters 1000, la prima dall’Open del Canada del 2019. Nel penultino round affronterà il connazionale e amico Daniil Medvedev.

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ATP Miami, Medvedev non brilla, ma è in semifinale: la favola Eubanks si esaurisce in due set

Il russo gioca un match pieno di imperfezioni e non continuo, ma basta per venire a capo dell’americano

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[4] D. Medvedev b. [Q] C. Eubanks 6-3 7-5

Daniil Medvedev è in semifinale al Miami Open presented by Itaù: il russo ha qualche passaggio a vuoto all’interno del suo match, ma alla fine piega 6-3 7-5 la resistenza di Christopher Eubanks che esce ai quarti di finale in un torneo in cui è partito dalle qualificazioni. Per Medvedev la 27a vittoria stagionale e una candidatura sempre più forte per un posto in finale nella parte bassa del tabellone.

Inizio di partita ricco di errori da entrambe le parti: Medvedev disastroso soprattutto dalla parte del dritto soffre spesso il back di rovescio basso di Eubanks che interpreta il match venendo spesso avanti dietro al servizio per far pagare al russo la posizione arretrata in risposta. Lo statunitense si procura anche cinque palle break nel quarto gioco, ma non riesce a sfruttarle tra errori con la risposta di rovescio e prime vincenti del russo. Dopo cinque game arriva l’interruzione per pioggia in un momento più favorevole al padrone di casa. Al termine della pausa l’ex numero 1 del mondo torna più concreto e determinato in campo, si fa più aggressivo sulla seconda e ottiene il break sul 3-3 grazie anche ad un nastro vincente, oltre ad una percentuale di prime di Eubanks decisamente ridotta rispetto a inizio partita. Medvedev tira su un muro, non sbaglia più, ottiene un altro break per chiudere il primo set sul 6-3.

 

Il secondo set segue l’ordine dei servizi inizialmente senza troppi sussulti: l’attuale numero 5 del mondo sembra accontentarsi di fare il classico “compitino” e non si spreme più di tanto. Il break arriva sul 3-2, quando il numero 119 del mondo sbaglia un dritto comodo in uscita dal servizio e viene infilato un paio di volte nel tentativo di fare serve and volley. Eubanks però non si dà per vinto, azzecca due risposte d’anticipo con il dritto e prende sul tempo Medvedev in uscita dal servizio. Il russo sbaglia ancora qualcosa in ribattuta, tornando ad una posizione più arretrata e il tennista di Atlanta rientra sul 4-4. Il servizio torna ad essere dominante nella parte finale del set, entrambi trovano continuità e precisione con questo colpo. Nel dodicesimo gioco l’americano commette un paio di errori di fretta all’uscita dal servizio e concede così due match point, ma lo statunitense li annulla con due bellissimi guizzi a rete. Dalla parità arriva una risposta incredibile di Medvedev da quattro metri dal campo e un errore di Eubanks su un dritto facile da metà campo per mettere fine al secondo set con il punteggio di 7-5. Adesso il russo avrà uno tra Cerundolo e Khachanov in semifinale, per bissare la finale di Indian Wells.

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Jannik Sinner, è ritorno in top 10? Quasi: le proiezioni sul ranking dell’altoatesino

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Jannik Sinner - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Mentre restiamo in più o meno trepida attesa del ritorno ai massimi livelli di Matteo Berrettini e della conferma dei risultati della scorsa stagione da parte di Lorenzo Musetti, godendoci nel frattempo gli incoraggianti segnali di ripresa che arrivano da Lorenzo Sonego, c’è qualcosa su cui possiamo sempre fare affidamento: la continuità di Jannik Sinner.

Dato per delusione del 2022 dall’Équipe, peraltro con qualche ragione (nel senso che nessuno può dirsi entusiasta di una stagione in cui è stato fortemente limitato dai guai fisici), il rosso di Sesto Pusteria ha appena raggiunto la seconda semifinale Masters 1000 consecutiva, impresa prima mai riuscita a un azzurro. Senza dimenticare che è anche la quarta di fila, tra il titolo a Montpellier e la finale di Rotterdam. Questo dove ci porta, anzi, dove lo porta?

In termini di classifica, a un passo dal ritorno fra i primi dieci tennisti del mondo. Era il 1° novembre 2021 quando Jannik vi aveva fatto il suo primo ingresso, toccando quel nono posto che al momento rimane il suo best ranking. Durante la scorsa stagione, è entrato e uscito dalla top 10 con una frequenza tale che sarebbe stata giustificata l’installazione di una porta girevole, ma ora Sinner manca all’appello da sei mesi e pare giunto il tempo di riprendersela. A poche ore dall’allineamento del tabellone alle semifinali, la classifica live lo vede proprio alla nona posizione. Diamo allora uno sguardo agli scenari perché il primo ranking di aprile non gli faccia lo scherzo di respingerlo.

 

Jannik ha 3105 punti live, vale a dire 40 più di Taylor Fritz, mentre l’altro tennista ancora in gara a Miami che può insidiarlo è Karen Khachanov a 2675. Sia Taylor sia Karen devono ancora giocare il loro quarto di finale. Fritz affronterà Carlos Alcaraz e, se dovesse perdere, la top 10 di Jannik sarebbe assicurata in ogni caso; in caso di vittoria, Jannik dovrebbe arrivare più avanti nel torneo per evitare il sorpasso statunitense.

Per quanto riguarda l’altro inseguitore (anzi, l’inseguitore in senso stretto), Khachanov deve affrontare la falsa rivelazione Fran Cerundolo e, anche qui, l’inciampo sarebbe determinante. Qualsiasi inciampo di Karen, a ben vedere, perché come finalista si fermerebbe a 10 punti dal nostro; dunque, l’unica possibilità che comporta uno Jannik ancora fuori dalla top 10 il prossimo lunedì è la vittoria del torneo da parte di Khachanov in finale su Fritz. Non lo scenario più probabile per i bookies, che danno il nostro come terzo favorito per il titolo, dietro ad Alcaraz e Medvedev.

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