Interviste
Vagnozzi: “Ottimi i primi due set di Marco. Thiem più forte al servizio”
Simone Vagnozzi: “Marco deve uscire a testa alta. La differenza l’ha fatta il servizio. Ora prepareremo la stagione sull’erba e il cemento”

[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 27 – La finale più giusta
Da Parigi, la nostra inviata
Raggiunto nella players lounge dai giornalisti italiani, Simone Vagnozzi, coach di Cecchinato, ha commentato a caldo la performance di Marco contro Dominic Thiem.
Marco oggi ha giocato all’altezza di Thiem… Forse si è fatta sentire di più la fatica mentale?
Oggi Marco ha disputato due buonissimi set e poi è stato preso un po’ dalla stanchezza mentale di questi giorni. Però gli ho detto di essere orgoglioso di se stesso, perché ha fatto davvero qualcosa di speciale, e anche oggi ha dimostrato di saper giocare con uno dei tre giocatori più forti sulla terra. Forse è mancata anche un pizzico di fortuna in quelle due occasioni al tie-break, con una seconda di servizio sulla riga e una palla corta, che Dominic non ne gioca tantissime. Può uscire felice da questo torneo ed essere consapevole di quello che vale. Ora ha più consapevolezza in se stesso e ha gestito bene tutto il clamore che è stato fatto in Italia in questi giorni. Ma oggi ha gestito tutte le situazioni, non era facile giocare la prima volta sul Centrale. Questa esperienza ci servirà per capire cosa dobbiamo migliorare ancora. Oggi Dominic è stato più bravo di lui e si è meritato di vincere la partita.
Del gioco di Thiem cosa ha dato fastidio oggi a Marco?
Non ne abbiamo ancora parlato ma penso che oggi la chiave sia stata soprattutto il servizio con palle veloci, alte e palle medie alte. Questa è stata la differenza con gli altri avversari, come Djokovic o Goffin per esempio, che non sono grandi battitori ma soprattutto grandi ribattitori. Ma Marco ha comunque servito bene perché in fondo nel primo set ha subito solo un break; tuttavia, alla fine, Thiem è stato più bravo di noi. Ci servirà per imparare e migliorare. Ora dobbiamo capire cosa dobbiamo fare meglio anche perché adesso giocheremo sempre con questo tipo di giocatori. Nell’ultimo periodo abbiamo giocato con buoni giocatori ma altri erano forse meno esperti; ora invece bisogna migliorare ancora di più.
Ora sapete come cambierete i programmi per le prossime settimane?
Sarà facile, ora ci sono i torneo obbligatori. Dopo Parigi si riposerà un po’ e poi andremo sull’erba, a Eastbourne e Wimbledon; poi giocherà due tornei sulla terra battuta, Umago e Amburgo, per poi fare tutta la tournée americana sul cemento.
Come lo vedi sull’erba, visto che sarà una cosa nuova?
Vediamo, magari farà bene come qui. Penso che si possa adattare bene. È il primo anno che possiamo preparare bene la stagione sull’erba e ha la fortuna di essere testa di serie e questo magari ci fa sperare di non incontrare subito un top player. Vediamo. Ora si deve godere questo momento.
L’hai visto ora, cosa ti ha detto?
Ha detto che nel secondo set è stato preso da tutta la stanchezza di questi giorni e non è riuscito a reagire. Ma penso sia normale dopo aver fatto un torneo del genere e dopo aver perso un tie-break così duro. Se ti trovi un set pari è molto diverso che essere due set a zero contro Thiem. Ma deve uscire a testa alta perché ha fatto qualcosa di speciale. La terra è la sua superficie preferita, ora sull’erba la difficoltà è muoversi però adesso migliorerà. Potrà usare in maniera diversa le velocità, colpire in modo più piatto sulla prima, o rispondere più vicino sul cemento. Sono tutti accorgimenti che vedremo via via. Come dicevo, sull’erba la difficoltà è muoversi ma lui ha un’ottima mano e penso che potrà giocare bene anche lì.
Flash
Pietrangeli svela la sua preferenza per Sinner: “Lui è come la Meloni: ha le palle quadrate. Vincerà uno slam”
Nicola Pietrangeli fa il tifo per Sinner: “Jannik è un fuori classe. Tedesco nell’animo e nella testa. Musetti ha il gioco più bello”.

In un’intervista rilasciata a “Libero”, il capitano della squadra italiani che trionfò in Coppa Davis nel ’76, Nicola Pietrangeli, ha svelato che Jannik Sinner, tra gli italiani della squadra di oggi, è il suo preferito: “Mi piace da morire, è miglioratissimo. Il rumore della pallina quando incoccia la sua racchetta ti fa capire che è un fuoriclasse”. In seguito, è arrivato un paragone un po’ inaspettato, che ha senz’altro chiarito il suo punto di vista politico: “Lui è come la Meloni, ha le palle quadrate e presto, vincerà uno slam. Ne sono certo”.
Quando gli è stato chiesto se paragonare il Sinner di oggi, al Djokovic che cercò di farsi spazio nel duello Federer-Nadal ormai tanti anni fa, fosse una bestemmia, Pietrangeli ha risposto: “Niente affatto. Anzi credo proprio che sia così. Questo ragazzo è tedesco nell’animo e nella testa. Vincerà uno slam, Non ho dubbi”. Il primo slam dell’altoatesino, Pietrangeli non lo immagina a Wimbledon, ma a Parigi, sulla terra battuta.
A proposito di Wimbledon, invece, Pietrangeli ha espresso qualche parola sull’ex finalista 2021, Matteo Berrettini: “Ho molto rispetto per lui perché a Wimbledon è riuscito a battere un record del sottoscritto che risaliva al 1960, quando sul Centre Court di Londra venni sconfitto in semifinale Rod Laver Berrettini mi ha superato, ha fatto di meglio ed è arrivato in finale. Un traguardo unico per un italiano”. Le colpe di questo momento negativo per il romano, Pietrangeli non le ha date a Melissa Satta come hanno fatto in molti (invidiosi), ma bensì alla troppa pubblicità: “Matteo gira troppi spot, tutta questa pubblicità gli fa perdere tempo e lo distrae dal tennis”.
Non sono mancati complimenti anche per Lorenzo Musetti: “Lui è quello che gioca meglio, pur non essendo il più forte”.
Nicola Pietrangeli prima di scegliere il tennis era stato un calciatore nella Lazio Primavera, come centrocampista. Nel 2011 venne istituito il Premio Barzot, un riconoscimento dedicato agli allenatori di calcio italiani. Ed il destino ha voluto che più di 60 anni dopo quella scelta, ricevesse il premio Bearzot come primo non calciatore: “Ne sono molto orgoglioso. Sono stato il primo non calciatore a ricevere questo premio, non male no?”.
ATP
ATP Miami, Eubanks: “Sono passato al rovescio a una mano per imitare Federer, ma ora non lo rifarei”
Il giocatore statunitense entra nei primi cento del mondo grazie al quarto di finale raggiunto a Miami: “Ora so che posso stare a questi livelli”

La conferenza stampa di Christopher Eubanks dopo la sconfitta contro Daniil Medvedev che ha interrotto la sua corsa nei quarti a Miami: l’americano commenta così la settimana migliore della sua carriera. I quarti di finale raggiunti nel Masters 1000 gli permettono l’ingresso nei primi 100 giocatori del mondo per la prima volta in carriera e si sa che questo rappresenta un traguardo fondamentale nell’ottica del prize money e dell’ingresso nei tabelloni principali di molti tornei ATP.
IL MODERATORE: Partita dura oggi, ma come ci si sente? Come rifletti sulla settimana?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Nel complesso, è dura parlare subito dopo una partita, una partita che perdi. Ma facendo un passo indietro, è stata una settimana da sogno per me. Iniziando con le qualificazioni, cercando solo di ottenere una vittoria, cercando di trovare un po’ di slancio. Sono stato in grado di farlo. Nella partita contro Coric ero sotto di un set e un break. Ripensandoci, ora essere seduto qui è piuttosto surreale. Nel complesso sono soddisfatto del risultato ovviamente. Non vedo l’ora di avere, si spera, altri momenti come questo”.
D. Cosa tiri fuori da questa partita in termini di aumento di livello? C’erano opportunità che non hai davvero colto, e poi sembrava che ogni piccolo errore fosse punito da lui.
CHRISTOPHER EUBANKS: “Ovviamente il peso degli errori viene amplificato quando si affronta qualcuno come Daniil. Quindi piccole cose come, opportunità perse, o il modo in cui è andato il primo punto nell’ultimo game, ho avuto un po’ di indecisione, non ho inseguito la pallina, pensavo fosse fuori ma ha rimbalzato dentro. Sapevo di essere nei guai quando l’ho visto preparare il rovescio. Quelle sono opportunità che forse in alcuni tornei in cui ho giocato in passato non mi sembravano un grosso problema, perché è come se potessi uscire dai problemi con una buona prima di servizio, ma contro Daniil è un’altra cosa. Penso che sia quel salto di livello per cui sai che ogni piccola pausa sarà punita”
Q. Eri al servizio, poi la pioggia ha ritardato tutto, e poi sei tornato, e lui ti è saltato addosso. Cosa è cambiato?
CHRISTOPHER EUBANKS: Ha apportato alcune modifiche tattiche. Ho iniziato ad entrare in campo sulla mia seconda di servizio, penso sia una delle cose più importanti. Ovviamente ho potuto guardare Daniil per anni e ho visto tonnellate di video anche prima di questa partita. Non mi è dispiaciuta la mia seconda di servizio. Mi piace il mio kick sulla seconda di servizio. È alto quasi 2 metri con uno dei migliori rovesci del mondo, quindi ti mette dei dubbi. Quando ho visto il suo aggiustamento tattico, ho iniziato a cercare di indovinare un po’. La mia percentuale di prima di servizio è scesa, e non è mai una buona cosa quando giochi contro un avversario che risponde bene come lui. Una volta che la percentuale della prima di servizio ha iniziato a diminuire, ha apportato modifiche alla seconda per avvicinarmi al campo. Ma al game successiva mi ha breakkato. Lui è noto per essere uno dei giocatori più intelligenti del tour. Questa è la sua reputazione, e posso capire perché, sa trovare quei piccoli aggiustamenti che servono a gara in corso. Poi se il match prende una piega del genere, inizia a darti un po’ fastidio. Penso che sia quello che è successo dopo la sospensione per pioggia. Poi, onestamente, iniziato il secondo set, mi sentivo come se stessi giocando abbastanza bene, anche se mi ha breakkato, mi sentivo come se stessi giocando nel modo giusto”.
D. In vista della partita, su quali altre partite che avevi giocato hai riflettuto per prepararti ad affrontare qualcuno del suo livello?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Non proprio. Non ce ne sono state molte — voglio dire, ho giocato con Casper Ruud a Indian Wells, ho giocato con Jannik Sinner agli US Open. Diversi stili di gioco. È davvero difficile — non credo che nessuno in tour giochi davvero come Daniil. È difficile poter dire con chi ho giocato che può servire così e non sbagliare una palla dalla linea di fondo. Non capita così spesso. Daniil è un giocatore speciale”.
D. Ho visto sui social media che hai avuto il supporto dei tuoi amici, il supporto anche di altri tennisti. È qualcosa che pensi ti motivi ad andare oltre? O cos’altro pensi che ti motiva?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Non dirò che mi motiva ad andare oltre, ma è sicuramente bello averlo. Penso che soprattutto ricevere supporto dai tuoi colleghi sia probabilmente una delle cose più interessanti. Avere altri giocatori con cui ho giocato che mi contattano per congratularsi con me e dire di andare avanti, piccole cose del genere, sono quelle che probabilmente significano di più perché è come, wow, questi sono ragazzi con cui passo probabilmente più tempo che con la mia famiglia. Li vedo spesso, siamo in competizione l’uno contro l’altro, stiamo tutti lottando per la stessa cosa e si sono presi il tempo per mandarmi un breve messaggio solo per congratularsi. Mi piace pensare di avere una discreta quantità di motivazione ora, e penso che il successo probabilmente è più una motivazione ora. Ho dimostrato di poter giocare a questo livello. Mi sono sempre chiesto se il mio servizio fosse abbastanza buono, se il mio diritto fosse abbastanza buono, se mi muovo abbastanza bene, se posso colpire al volo, per competere con i ragazzi più forti. Ora che lo so, questo è più un fattore motivante per me a continuare. Ma non direi che il supporto è una forza trainante. È certamente carino, ma non direi davvero che sia così”.
D. Qual è la più grande differenza tra il Chris Eubanks del primo giorno di qualificazioni e quello di oggi?
CHRISTOPHER EUBANKS: “Ora so che posso competere con alcuni dei migliori giocatori del mondo. Mi sono già allenato con dei giocatori davvero forti, ma è sempre diverso quando li affronti in una partita vera e propria. Penso che ora la convinzione per me sia più grande, perché l’ho visto, so che posso farcela, e penso che questa sia probabilmente la differenza più grande. Penso che da qui in poi, io avrò un’aspettativa più alta da me stesso e una fiducia ancora maggiore”.
D. La tua nuova classifica cambierà il tuo programma per la stagione. Come vedi il resto della stagione? Cosa devi migliorare per salire ancora?
CHRISTOPHER EUBANKS: “In teoria il piano era quello di giocare i Challenger in Corea per tre settimane fino alla fine di aprile. Ma quando ho iniziato a progredire in questo torneo, abbiamo iniziato a dire, va bene, aspettiamo e parliamone dopo il torneo. Ora devo valutare. Dobbiamo ancora parlarne. Probabilmente ne parleremo oggi o domani. Penso che la scadenza per il primo torneo su terra battuta sia lunedì prossimo. Quindi dovremo cercare di prendere una decisione abbastanza rapidamente. In termini di cose che devo migliorare, penso che stia solo continuando a fare quello che ho fatto negli ultimi forse circa sette, otto mesi. Penso che sia stato allora che ho davvero iniziato a giocare a un livello diverso. Penso che il momento chiave è stato quello degli US Open, a cui mi sono qualificato, ho ottenuto la mia prima vittoria del Grande Slam, da lì ho iniziato a mettere insieme alcune settimane davvero, davvero buone. Penso comunque che ogni area del mio gioco possa migliorare. Posso sempre migliorare il mio servizio, posso migliorare i miei movimenti, e così via Non c’è una cosa reale da individuare. Nel complesso, sto solo continuando la progressione per migliorare il mio gioco nel suo insieme”.
D. Una domanda sul tuo rovescio. Non molti giocatori americani hanno un rovescio a una mano. Hai sempre avuto il rovescio a una mano?
CHRISTOPHER EUBANKS: “No, ho iniziato che colpivo con due mani su entrambi i lati fino all’età di circa nove o dieci anni. Poi sono passato al diritto a una mano. E verso i 14 anni sono passato a un rovescio a una mano. Se potessi rifare tutto da capo, non so se manterrei quella decisione. Ci sono pro e contro. Ovviamente con il rovescio a una mano, hai molta varietà con lo slice, puoi aprire il campo, colpire un po’ più di angolo. Ma quella palla sopra le spalle, amico, con una mano sola è un po’ difficile colpirla. Lo farò funzionare. Proverò a rendere il rovescio a una mano il più efficace possibile. Abbiamo scherzato molto con i miei amici quando sono passato al rovescio a una mano. Volevo farlo perché amavo Federer. Ora vado da mio padre, e gli chiedo: perché mi hai permesso di farlo? Non avevi pensato che gli avversari mi avrebbero semplicemente tirato palle sopra la spalla per tutta la mia carriera?”
ATP
ATP Miami, Medvedev: “Con Khachanov ci conosciamo bene. Vincerà chi farà un colpo migliore nel momento migliore”
Il russo ha parlato anche del suo approccio mentale alla partita: ” Odio perdere più di quanto mi piace vincere, e puoi vederlo in campo”

Le vittorie diventano 23 nelle ultime 24 partite: dopo l’Australian Open, Daniil Medvedev ha ingranato la quarta e ben poco ha da rimproverarsi, con l’unica sconfitta arrivata nella finale di Indian Wells contro Alcaraz. Ora lo attende la semifinale contro il connazionale Khachanov, in cui partirà favorito. Ecco la conferenza stampa di Daniil dopo la vittoria in due set contro Christopher Eubanks nei quarti del Masters 1000 di Miami.
IL MODERATORE: Daniil, ben fatto. Raccontaci un po’ della tua partita contro Chris. Ti sei allenato con lui in passato. Cosa ti ha sorpreso del suo gioco?
DANIIL MEDVEDEV: “Sì, è stata una partita difficile. Credo che lui avesse seguito il suo piano; Io ho seguito il mio. Ha cercato di fare punti brevi. Non mi ha dato il ritmo, mi ha reso i punti più corti possibile. Ho provato a fare scambi sempre più lunghi. Penso che ho giocato sempre meglio col passare del tempo. Se lui gioca così è molto pericoloso. Il tennis è una questione di continuità, quindi vediamo come continua questa buona corsa nei prossimi tornei”.
D. Seguendo un po’ quanto appena detto, come ti prepari quando affronti giocatori di tennis che sono di livello inferiore ma che stanno facendo una buona corsa nel torneo?
DANIIL MEDVEDEV: “L’ho detto in campo. Chiunque, direi, tra i primi 200 può tirar fuori una buona settimana. Se non sono ancora tra i primi 100, i primi 50, significa che non sono costanti durante tutto l’anno, ma in una settimana chiunque può battere chiunque, e lo sappiamo nel tennis. Non è facile affrontare qualcuno per la prima volta, perché non conosci esattamente i suoi schemi. Lui invece potrebbe sapere qualcosa in più su di te perché ti vedono in TV. Allo stesso tempo, è quello che cerco di portare, questa continuità in campo. Oggi è stata una partita serrata, dura, con molte opportunità per entrambi. Sono riuscito ad essere al top, ed è quello che cerco di fare ogni volta, non importa se conosco bene l’avversario o se non lo conosco affatto”.
Q. Quindi quell’infortunio alla caviglia è completamente alle tue spalle a questo punto? Lo stai curando o sei totalmente guarito?
DANIIL MEDVEDEV: “Sì, sicuramente non mi dà fastidio in campo. Fa ancora un po’ male, perché probabilmente qualcosa è stato danneggiato. È come, non lo so, come un livido, sai. Il livido farà male per un po’. Spero che vada sempre meglio, ma non mi dà fastidio in campo. A dire il vero, a cominciare dal match con Davidovich, non mi ha infastidito più di tanto. Non so se un giorno pubblicherò le foto di questo livido…”.
D. Potremmo parlare un po’ del vostro rapporto con Karen e della prima volta che vi siete incontrati, la prima volta che siete diventati amici, iniziando a giocare insieme? Come valuti il suo inizio di stagione?
DANIIL MEDVEDEV: “Non ricordo la prima volta che l’ho visto, perché ci conosciamo da tanto tempo. Siamo praticamente della stessa età. Quindi ci siamo conosciuti partendo da tutti i tornei giovanili che abbiamo giocato insieme. Ricordo che poco prima della fascia di età inferiore ai 14 anni, in realtà non era uno dei migliori in Russia. Anche io non ero il migliore. Ma forse un po’ più in alto di lui. Poi è salito molto velocemente. Ha ottenuto alcuni jolly, ha battuto alcuni dei migliori ragazzi quando aveva 15 anni, credo o qualcosa del genere, o 16. Quindi, sì, ha avuto una buona ascesa. Abbiamo già ottenuto molto e passiamo ancora del tempo insieme. Siamo grandi amici e sento che ci rispettiamo molto. È fantastico. Penso che abbia avuto un inizio fantastico in Australia, con la semifinale Slam. Poi non so se qualcosa lo preoccupava, ma non ha giocato molto, ha perso alcune partite, ma ora è tornato al suo meglio qui, in semifinale. Abbiamo già giocato una volta quest’anno. Devo provare a giocare bene come ho fatto lì ad Adelaide (vinse in due set, ndr). Ho giocato una buona partita. Si spera che possa mostrare un buon tennis e provare a vincere”.
Q. Le tue performance passate a Miami non sono state eccezionali. C’è qualche motivo per cui pensi di non aver giocato il tuo miglior tennis qui?
DANIIL MEDVEDEV: “Beh, prima di tutto, il campo è sicuramente più veloce quest’anno. Quindi è fantastico. Anche con il campo lento di Indian Wells sono riuscito a giocare bene. Ora sono in fiducia. Sto giocando bene, a partire da Rotterdam. Non ho giocato al meglio dalla partita con Carballes. Ho avuto poco ritmo. Penso di non aver giocato per tipo tre giorni. Poi ho giocato una partita iniziata dopo la mezzanotte, probabilmente la prima volta nella mia vita. Oggi qui si gioca presto, quindi un torneo un po’ frenetico, ma sono comunque riuscito ad avere un buon ritmo”.
Q. Quando ti imbatti in giocatori che sono connazionali e amici come Karen e Andrey, entri con una mentalità completamente diversa, o è esattamente come se stessi giocando con qualcun altro?
DANIIL MEDVEDEV: “Penso che forse devi sforzarti ancora di più per essere concentrato, e quando dico questo, è solo perché loro conoscono così bene il tuo gioco e tu conosci così bene il loro. Quindi sono quasi sicuro che sappiamo come andrà la partita domani, ed è una questione di chi farà il colpo migliore con quello che abbiamo. Quindi in un certo senso so quando giocherà lungolinea, quando proverà a fare una palla alta, una palla bassa, forse uno slice, qualunque cosa. E lui sa cosa farò. Quindi diventa una gara a chi fa un colpo migliore al momento migliore. Comunque quando sono in campo voglio vincere. Onestamente non mi interessa se affronto un amico o un ragazzo che non mi piace dall’altra parte della rete (sorride). Voglio solo vincere. Ecco cos’è la competizione”.
D. Sei noto per la tua forza mentale, anche di fronte ad avversari duri. Puoi parlare un po’ di come coltivi quella mentalità e se è qualcosa su cui lavori consapevolmente o pensi che sia qualcosa che ti viene naturale?
DANIIL MEDVEDEV: Penso che, come tutto, sia un po’ entrambe le cose. Non sai mai cos’è più importante, il talento o il duro lavoro. In realtà lo sono entrambi. A partire da quando ero molto giovane, non importa a quale gioco gioco, odio perdere. Quindi in realtà odio perdere più di quanto mi piace vincere, e puoi vederlo in campo. Penso che sia una buona cosa. Ma se non lavori bene questo rilascerà un po’ di pressione su di te. Perchè se non ti alleni duramente, dici, sì, beh, ho perso la partita perché non mi sono allenato abbastanza bene. Quindi, di sicuro, ho lavorato con un mental coach, solo per avere una mentalità migliore in campo. Sì, è qualcosa che voglio migliorare. Per esempio, parlando di Indian Wells, ho avuto i miei capricci, il che non va bene. Può portarti fuori dalla concentrazione, e comunque non è un bell’aspetto, ma sono riuscito comunque a vincere le partite e ad essere ancora concentrato durante quelle partite. Ecco, sì, è quello che cerco di fare.
D. Sei uno dei migliori giocatori al mondo.
DANIIL MEDVEDEV: Grazie (sorridendo).
Q. Ovviamente hai avuto un enorme successo. Forse il 2022 come anno non è stato dei migliori. Cosa hai trovato di recente in questo percorso, vincendo così tanti tornei di fila, arrivando alla finale a Indian Wells, in semifinale qui?
DANIIL MEDVEDEV: “Ho ritrovato lo slancio. L’anno scorso, anche se a volte non era come avrei voluto, ho sempre lavorato sodo negli allenamenti. Fisicamente ho sempre lavorato molto, quindi è per questo che sono in grado di fare così tanti tornei di fila. Non ha pagato dividendi come avrei voluto in termini di risultati, ma stavo continuando a lavorare e sono riuscito a trovare molta fiducia quest’anno vincendo sicuramente queste partite a Rotterdam, Doha, Dubai. A volte so anche che a un certo punto puoi avere un momento negativo, quindi cerchi di prolungare il momento migliore il più a lungo possibile. Sono riuscito a continuare qui. L’anno scorso in realtà non ho potuto vincere molti tornei. Certe volte giocavo da Dio, e poi, per qualsiasi motivo, c’è stata una partita che mi ha mandato fuori di testa. Quest’anno sono riuscito a fare molto meglio, soprattutto ultimamente, e spero di poter continuare la stagione in questo modo”.