Cecchinato non si ferma. Gli dona anche il verde (Crivelli). Cecchinato in semifinale a Eastbourne (Viggiani). Cecchinato fa l'erbivoro (Schiavon). Doping, polemiche per un test a casa di Serena Williams (La Gazzetta dello Sport)

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Cecchinato non si ferma. Gli dona anche il verde (Crivelli). Cecchinato in semifinale a Eastbourne (Viggiani). Cecchinato fa l’erbivoro (Schiavon). Doping, polemiche per un test a casa di Serena Williams (La Gazzetta dello Sport)

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Cecchinato non si ferma. Gli dona anche il verde (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

L’ erba del Ceck è sempre più verde. Non era scontato, dopo l’ubriacatura parigina e su una superficie a lui ignota: alla terza partita in carriera sui prati, Cecchinato è semifinalista a Eastbourne. Confermando qualità che fino a quel fortunato ripescaggio di Budapest a fine aprile erano rimaste nascoste. E all’obiezione che fin qui, nella campagna inglese, ha sconfitto avversari non proprio di prima fila, si può replicare che sull’erba, palcoscenico sul quale si recita appena tre settimane all’anno, le classifiche hanno un’incidenza diversa, perché conta l’adattabilità, e che in ogni caso battere rivali sulla carta più deboli è una delle qualità del tennista di livello. Prima Istomin, numero 91 del mondo, poi Millman, 62: certo non fenomeni, ma gente che conosce le insidie del verde. Soprattutto, il Ceck continua a sublimare le doti che da due mesi lo hanno trasfigurato in un campione: capacità di rimanere dentro la partita e di conservare lucidità anche dopo partenze non brillanti; lettura perfetta delle situazioni tattiche e conseguente elasticità tecnica; freddezza quando si tratta di chiudere la partita (come dice coach Vagnozzi, «è uno che sa come si vince, e non è poco»). E poi ha voglia di crescere, di imparare: a Eastbourne è arrivato a metà della settimana scorsa per diluire l’impatto sulla superficie, e poi ha modulato il suo gioco per renderlo più compatibile al nuovo territorio. Ieri, contro l’australiano che fu suo avversario nella benedetta finale ungherese, il palermitano ha avuto solo il servizio nel primo set, ma è stato carente in risposta e in generale poco aggressivo. Andato sotto, ha cambiato registro: la battuta ha continuato a funzionare, ma ha fatto un passo avanti verso la riga di fondo, trovando più profondità con il dritto, mentre il rovescio in slice gli ha consentito di non perdere troppo campo. E poi è stato più propositivo, affidandosi all’attacco come richiedono i canoni erbivori, chiudendo con 34 vincenti a 18. Insomma, un altro bel test superato: «L’erba non è la mia superficie preferita, ma d’ora in poi lo sarà un po’ di più… Sicuramente le vittorie dell’ultimo periodo mi fanno affrontare ogni sfida con grandissima fiducia». In un torneo che con le eliminazioni di Edmund e Shapovalov si ritrova sostanzialmente senza (presunti) padroni, Marco adesso è il semifinalista con la classifica migliore, per il poco che conta. Il fresco blasone verrà messo alla prova dallo slovacco Lacko, numero 94 Atp con un passato da 44 (nel 2013), un talento niente male da junior (era il terzo al mondo) che si è ritrovato al piano di sopra senza il colpo che spacca e dunque con soddisfazioni relative (è tornato in semifinale dopo quasi sei anni). In un certo senso, una carriera simile a quella del Cecchinato pre-Budapest. Però il trentenne di Piestany ha un bel gioco d’attacco che sull’erba premia sempre e non consente all’avversario di pensare. Ceck, avanti un altro.

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Cecchinato in semifinale a Eastbourne (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)

Fino all’anno scorso per Marco Cecchinato l’erba era quella che spesso stava intorno ai campi in terra rossa nei circoli di tennis. Non ci aveva mai giocato, né al livello di Futures ITF né di Challenger ATP, prima di Wimbledon 2017, dove peraltro non fu particolarmente fortunato, imbattendosi in Kei Nishikori che nel primo turno gli concesse appena quattro game. Invece a distanza di dodici mesi sta per tomare a Wimbledon addirittura da testa di serie numero 31, dopo che nel frattempo a Budapest ha vinto il primo torneo ATP e soprattutto è stato semifinalista al Roland Garros. E nel frattempo a Eastbourne sta scoprendo che tutto sommato anche lui può cavarsela discretamente sul verde. Mercoledì, da quarta testa di serie, negli ottavi all’esordio ha recuperato un set a Denis Istomin e ieri nei quarti ha replicato ai danni di John Millman, che aveva sconfitto nella finale di Budapest. Anche stavolta ha pagato pegno nel set di apertura, colpa di un gioco troppo attendista su una superficie che invece richiede rischi maggiori, ma alla fine l’ha spuntata lui (garantendosi di tornare almeno n. 28, lunedì) e oggi in semifinale troverà Lukas Lacko, mai affrontato prima. Oggi a Wimbledon si terrà il sorteggio dei tabelloni principali. Nel maschile, gli azzurri sono diventati sette: infatti a Fabio Fognini, Andreas Seppi, Marco Cecchinato, Paolo Lorenzi e Matteo Berrettini, ammessi per classifica, si sono aggiunti Stefano Travaglia e Thomas Fabbiano, emersi dalle qualificazioni. Nel femminile avremo invece soltanto Camila Giorgi.

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Cecchinato fa l’erbivoro (Andrea Schiavon, Tuttosport)

Non è la terra di Roland Garros, ma Marco Cecchinato pare non farci caso: anche sull’erba di Eastbourne prosegue il cammino del siciliano che, battendo John Millman in tre set (5-7 6-3 6-2) si è garantito l’accesso alla semifinale di questo Atp 250 sulla strada che porta a Wimbledon. Per la seconda volta in pochi mesi Cecchinato – attualmente n.31 del ranking mondiale – ha incrociato l’australiano: lo aveva già sconfitto (7-5 6-4) a fine aprile nella finale dell’Open d’Ungheria. E proprio il torneo di Budapest ha segnato una svolta nella stagione di Cecchinato, che in tre delle ultime sei manifestazioni cui ha partecipato ha raggiunto (almeno) la semifinale. A Eastbourne Marco ha iniziato subito bene, eliminando l’uzbeko Denis Istomin, che questo torneo l’ha vinto nel 2015. In semifinale oggi (dopo le semifinali femminili Radwanska-Sabalenka e Wozniacki-Kerber) il siciliano si troverà di fronte il ceco Lukas Lacko, che si è sbarazzato in due set (6-3 6-4) del britannico Cameron Norrie. Avanza anche Mischa Zverev che nei quarti ha eliminato Denis Shapovalov (6-3 6-3) e in semifinale è opposto al kazako Mikhail Kukushkin.

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Doping, polemiche per un test a casa di Serena Williams (La Gazzetta dello Sport)

Polemiche intorno a un test antidoping disposto dall’Usada (l’agenzia americana) per Serena Williams il 14 giugno nella sua casa in Florida. Un ispettore si è presentato fuori dai 60 minuti quotidiani previsti dal regolamento, non ha trovato la giocatrice e ha preteso di rimanere fino al suo ritorno. Serena si è poi rifiutata (legittimamente) di fare il test: non è equiparato a un mancato controllo proprio perché non rientra tra i whereabouts.

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