Wimbledon, il marchio che non conosce crisi

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Wimbledon, il marchio che non conosce crisi

Gli introiti commerciali di Wimbledon continuano a volare per merito di pochi ma munifici partner. Accordo in vista con American Express e possibile espansione ad un altro marchio

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Nonostante Wimbledon continui a rifiutare la presenza di grossi manifesti pubblicitari sul campo, o forse proprio in virtù di questa politica, il marchio della tappa inglese del Grande Slam continua ad essere uno dei più ambiti da parte degli sponsor internazionali di alto livello. Secondo quanto riportato qualche giorno fa dal prestigioso quotidiano economico Financial Times, l’All England Club sarebbe in procinto di firmare una nuova partnership con il colosso delle carte di credito American Express, per una cifra che i ben informati suggeriscono essere vicina ai 5 milioni di dollari l’anno. Allo stesso modo, negli ultimi 12 mesi il torneo britannico ha rinnovato diversi contratti di sponsorizzazione, dalla banca HSBC alle palline Slazenger all’acqua minerale Evian, a condizioni economiche decisamente migliori dei contratti precedenti. “Sembra che le sponsorizzazioni sportive abbiano raggiunto un tetto in diverse discipline – ha commentato il direttore commerciale dell’All England Club Mick Desmond – tuttavia la nostra esperienza è felicemente diversa: l’ultima ondata di rinnovi è stata molto positiva a livello economico”.

Circa la metà dei 216 milioni di sterline che costituiscono il fatturato del Club viene pagato dalle emittenti che acquistano i diritti televisivi, con un numero ristretto di accordi (quelli con la BBC per il mercato locale, con la ESPN per gli USA e con la NHK per il Giappone) che contribuiscono a gran parte della cifra. “I marchi sportivi che rappresentano l’assoluta eccellenza stanno vivendo un a congiuntura economica decisamente migliore rispetto a quelli di medio livello – spiega Desmond – i quali sembra che abbiano raggiunto il massimo di ciò che le aziende sono disposte a pagare per potersi associare con loro”.

Sembra dunque che Wimbledon rappresenti l’eccezione che conferma la regola: “Ci sono due eventi annuali che sono iconici: Wimbledon e l’Augusta Masters di golf, il cui stile e reputazione li pongono ad un altro livello rispetto agli altri – ha spiegato al Financial Times Nigel Currie, esperto di sponsorizzazioni sportive – di conseguenza riescono a spuntare condizioni che sono assolutamente irraggiungibili per altri eventi”.

Eccellenza ed esclusività, quindi, si associano al nome di Wimbledon anche per quel che riguarda la sua sfera commerciale. Attualmente il torneo ha limitato a 13 il numero di aziende partner, e sembra che il novero verrà allargato di sole due unità, nonostante innumerevoli offerte molto vantaggiose: “L’ethos di Wimbledon non è compatibile con una lunga lista di partner commerciali – ha dichiarato Desmond – perché quando l’elenco diventa troppo lungo l’impressione è che si perda il controllo del brand”.

 

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