Personaggi
La rinascita di Djokovic: “Sono tornato sulla strada giusta”
A pochi giorni dal trionfo a Wimbledon, Nole si racconta. Il recupero dall’infortunio al gomito, il supporto della moglie Jelena, la gioia di vincere di fronte al piccolo Stefan
Una lettera per raccontare ma soprattutto per raccontarsi. È quella che ha scritto Novak Djokovic prima sul suo sito e poi diviso in tre post sul suo profilo Instagram. Un fiume di parole per descrivere la gioia provata nel sollevare il suo quarto titolo a Wimbledon di fronte al figlio Stefan. Sempre che si possa farlo. Per spiegare i motivi del suo calo di rendimento tra la seconda metà del 2016 e l’inizio di questa stagione. Il problema al polso destro, per sua stessa ammissione ignorato troppo a lungo, ma anche le difficoltà a ritrovare la giusta motivazione in partita. Infine, per ringraziare chi lo ha aiutato e supportato durante questo percorso. A partire dalla moglie Jelena per concludere con tutti i suoi fan sparsi per il mondo. Djokovic è tornato e come dice lui stesso in un passaggio della lettera che qui vi riportiamo integralmente è “più forte, più saggio, più felice”.
Cari Famigliari e amici,
vi scrivo questo messaggio tra un cambio di pannolino e un libro di dinosauri. Vorrei condividere con voi le mie sensazioni durante il mio percorso verso la vittoria del torneo di Wimbledon. Innanzitutto lasciatemi cominciare scrivendo che avere mio figlio nelle braccia di mia moglie nel player box durante la cerimonia di premiazione è stata la più bella sensazione mai provata in nessun torneo vinto nella mia carriera. Quando sono diventato padre, uno dei miei sogni più grandi era avere i miei bambini presenti negli spalti mentre stavo giocando. Senza parlare di quando vincevo i trofei. Quel sogno è diventato realtà qualche giorno fa. In tanti mi chiedono di descrivere le mie sensazioni. Ho detto che è indimenticabile, speciale, appagante, bellissimo, gioioso. Ma più di tutto è magico. Proprio quando pensavo che quel momento non potesse essere più incredibile, lui ha urlato “Papà, papà”. In quel momento mi sono sciolto, sopraffatto dalle emozioni. Sono così grato di avere avuto questa esperienza.
Ho immaginato e pregato che un giorno avrei vinto uno Slam di fronte a mio figlio. Fortunatamente per me, Tara sta crescendo e non vedo l’ora di riuscire a fare la stessa cosa che ho fatto di fronte a Stefan. Tutta la mia vita (più o meno) ruotava attorno al tennis fino al momento in cui non sono diventato un padre e un marito. Tutto quello che facevo era mirato al successo nel tennis. Quando sono diventato padre e marito, il mio mondo si è evoluto. Non è cambiato ma si è trasformato in qualcosa di più bello. Naturalmente ci sono molte più responsabilità ma si apre una nuova dimensione di amore e energia dentro di sé che non sapevo potesse esistere. E il regalo più grande che si possa ricevere da Dio è questo accresciuto sentimento di empatia compassione e devozione per i propri figli. Ma non è chiaro come si diventa un padre. Serve voglia di imparare e apertura mentale per raggiungere quell’equilibrio d’oro nella vita che ognuno insegue. Per me l’equilibrio era tra il tennis, le priorità e la famiglia. Mia moglie è stata di grande aiuto da quando ha dato alla luce Stefan e Tara. Lei ha sempre speso tempo per discutere quello che mi innervosiva e per aiutarmi a trovare un modo in cui potessi dare il massimo a casa con i bambini e sul campo da tennis.
Nel 2017, l’infortunio al gomito destro era così grave che sono stato costretto a rimanere fuori dal circuito per 6 mesi. L’infortunio era solo uno dei problemi. L’altro era la motivazione. Non avevo problemi ad allenarmi e mi divertivo in campo ma avevo degli ostacoli mentali in partita. Un giorno condividerò con voi in maniera più approfondita quali sfide ho dovuto affrontare e come mi sentivo. Ho sempre rispettato molto le persone che nei momenti di maggiore sofferenza riescono a trovare una forza che ispira così tante persone. Mi sono sentito vulnerabili cos’ tante volte negli ultimi anni. E mi sento ancora vulnerabile. Non me ne vergogno. Al contrario, mi rende più onesto con me stesso e con gli altri. Mi permette di avvicinarmi alle altre persone. mi permette di scavare a fondo e analizzare quello che veramente succede dentro di me. Quando lo capisco, sono capace di trovare una strategia per superare questo problema e andare avanti più forte, più saggio e più felice.
Per gli scorsi due anni non sono stato paziente con le mie aspettative sul tennis. Non sono stato saggio nella mia strategia. E certamente non ho ascoltato che c’era un problema serio al mio gomito. Cercavo di trovare soluzioni da qualche altra parte ma la soluzione era sempre dentro di me. Dopo molti cambiamenti di allenamento, di racchetta, di membri del team, non sapevo se sarei stato capace di tornare al livello di tennis che desideravo. In verità, una parte di me ha sempre creduto che ce la potessi fare. Ma ci sono stati un sacco di momenti in cui le cose sarebbero potute andare in maniera diversa. Fortunatamente, ho ricevuto un aiuto dalle forze divine che mi hanno guidato nella giusta direzione. La direzione ora è giusta per me. È quella che mi porterà pace ed equilibrio.
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Sono a conoscenza degli sforzi e della dedizione che molte persone hanno investito in me negli ultimi anni per tornare a questo livello. Vorrei estendere la mia stima, il mio rispetto e il mio amore per tutti quelli che hanno creduto in me e mi hanno aiutato a vincere un altro Wimbledon. Sono così fortunato ad essere venuto fuori da questo viaggio incredibile e ad essere supportato da tante persone intorno al mondo.
Vi amo,
Amo il tennis,
Amo la vita
Novak
P.S. L’erba di Wimbledon era buonissima anche questa volta. Aggiungerei solo un po’ di avocado.