Fognini e Ceck: una coppia così può sognare pure il Masters (Marianantoni). Italtennis da sogno: Fognini-Cecchinato top (Azzolini)

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Fognini e Ceck: una coppia così può sognare pure il Masters (Marianantoni). Italtennis da sogno: Fognini-Cecchinato top (Azzolini)

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Fognini e Ceck: una coppia così può sognare pure il Masters (Luca Marianantoni, Gazzetta dello Sport)

Ci hanno provato in tanti, dopo l’epoca d’oro di Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, a scalare le classifiche, ma tutti sono sempre stati respinti con gravi perdite rendendo la «top ten» un sogno irrealizzabile. Ci sono rimbalzati vicini Francesco Cancellotti negli Anni 80, poi Paolo Canè, Omar Camporese, Renzo Furlan, Andrea Gaudenzi, Filippo Volandri e Andreas Seppi. Ora all’improvviso, dopo una stagione esaltante, Fabio Fognini e Marco Cecchinato vedono lo spiraglio giusto per cogliere l’attimo fuggente, quello che trasforma un buon giocatore in un campione. Dopo le vittorie di Fabio a Bastad e di Marco a Umago, il ligure è n°14 del mondo e il siciliano n°22. Due presenze italiane a questo livello non si avevano dal 14 ottobre 2013 quando Fognini era n°17 e Seppi n°22. La continua ascesa di Cecchinato, che non ha punti ATP da difendere, e la solidità di Fognini, fanno ben sperare per i giorni a venire. L’Italia non ha due giocatori nei Top20 dal 28 maggio 1979 quando Barazzutti era n°16 e Panatta n°19. Un vuoto enorme di quasi 40 anni, colmato da nazioni tennisticamente modeste come Canada, Cipro, Ecuador, Giappone, Lettonia, Slovacchia, Thailandia e Ucraina. Chi impressiona è Marco Cecchinato, n° 10 della Race, ovvero il ranking che tiene conto solo dei punti ottenuti nell’anno in corso. E Fognini lo segue a ruota in 12a posizione a soli 31 punti. È vero che il divario tra Cecchinato e Kevin Anderson (ottavo e ultimo virtualmente qualificato per le ATP Finals) è di 1189 punti, ma mai nessun italiano da 40 anni a questa parte è stato così avanti a questo punto della stagione. Panatta ha giocato il Masters di fine anno nel 1975 ed è stato n° 7 del mondo a fine 1976, Barazzutti invece si è qualificato per il Masters nel 1978, stagione che chiuse al n° 10. Per i nostri campioni è necessario, ora che la stagione sul rosso volge al termine, fare punti importanti sul cemento e poi nei tornei indoor. Punti pesanti che servono per colmare il divario… [SEGUE]. Ci sono ancora 13 settimane di tornei prima del gran finale alla 02 Arena di Londra per le ATP Finals e almeno settemila punti in palio… [SEGUE]. Il più vicino però ai top ten rimane Fabio Fognini, in gara a Gstaad. Gli servono 395 punti per migliorare il best ranking e salire al n°12… [SEGUE].


Italtennis da sogno: Fognini-Cecchinato top (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Mettiamola così: se la stagione 2018 si fermasse oggi, Marco Cecchinato avrebbe tra le mani un biglietto per Londra, 02 Arena, Masters di fine stagione. Figurerebbe fra le due riserve, non fra i titolari, ma varrebbe comunque come una promozione. Colto il secondo titolo a Umag (dopo Budapest), il nostro è salito al 10° posto della Race, la classifica che conduce per mano al torneo dei maestri. Facile comprenderne il valore: se il tennis operasse solo sulla classifica annuale, Marco oggi sarebbe Top Ten. Avete ragione… L’annotazione è talmente fuori luogo e fuori di testa che non merita quasi di essere presa in considerazione, tanto più con l’ultimo quarto di stagione ancora da giocare (uno Slam e quattro Masters 1000, se vi sembra poco), ma la sola idea di averla potuta esplicitare con un minimo di parvenza logica ci riempie di gioia, ci induce a ricordare che i grandi progetti nascono talvolta dalla stretta attualità, e che da tempo (quarant’anni o giù di lì) la stagione del nostro tennis al maschile non appariva così florida. La doppia conquista di domenica, Fognini a Bastad e il Ceck a Umago, ha solo tre riscontri nella storia del nostro tennis. Il più vicino risale al 2016, con Lorenzi vincitore a Kitzbuhel e Fognini a Umago. Per l’altro occorre sfogliare l’almanacco fino al 1977, quando Barazzutti vinse a Charlotte nella domenica in cui Bertolucci conquistava Firenze. I riflessi in classifica (quella operativa, non la Race) sono carichi di interessanti sviluppi. Fabio sale al numero 14, a 10 punti appena dal suo best ranking (13, il 31 marzo 2014), a 280 punti dal numero 12 e a 1165 dalla Top Ten. Cecchinato è 22°, il suo miglior risultato, e ha pescato i punti per salire fin lì dal 5 marzo di quest’anno, vincendo il challenger di Santiago, cui sono seguiti il 2° turno a Monte-Carlo, la vittoria a Budapest, la vittoria su Fognini a Monaco, il 2° turno a Roma, la semifinale a Parigi, la semi a Eastbourne e la vittoria a Umago. Il 5 marzo scorso era al numero 107, oggi è 85 posizioni più su; aveva guadagnato 763 mila dollari in carriera e in meno di cinque mesi ne ha aggiunti più di un milione (1.863.837 il totale esatto); infine, è cresciuto al ritmo di 300 punti al mese, che se fosse confermato lo porterebbe a novembre intorno ai 2800/3000 punti complessivi. E a quel punto un posto al Masters di Londra non sarebbe più un’utopia. Lo stesso vale per il Fogna, che può fare punti sin da Cincinnati (2° turno, nel 2017), per puntare dritto a un buon Us Open, e rastrellare lì i punti che servono ad agganciare la Top Ten, l’obbiettivo dichiarato. Potrà cancellare il primo turno di un anno fa (battuto da Travaglia) e anche le polemiche che ne seguirono, dovute a una frase irriguardosa e sciocca nei confronti della giudice arbitro Sophie Engzell, che ne aveva combinate fin lì di tutti i colori. «Da oggi si cambia», disse Fabio dopo quella vicenda, che comportò la squalifica dal torneo, e gli va dato atto di non essersi più avventurato fuori dai confini della buona educazione. Ma il portato della stagione va oltre i due che oggi tengono in alto l’Italia (solo una volta il nostro tennis ha avuto contemporaneamente due tennisti fra i primi 20, Panatta e Barazzutti nel 1979)… [SEGUE].

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