Mondo Challenger: a Sopot ventesimo titolo per Paolo Lorenzi

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Mondo Challenger: a Sopot ventesimo titolo per Paolo Lorenzi

Con il successo in Polonia Paolino raggiunge Yen-Hsun Lu e Dudi Sela nel salotto dei giocatori capaci di vincere almeno 20 tornei Challenger in carriera. Napolitano battuto in finale a Lexington

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Sopot (Polonia, €64.000, terra) – [2] P. Lorenzi b. [8] D. Gimeno-Traver 7-6(2) 6-7(5) 6-3

Altra enorme soddisfazione per Paolo Lorenzi, campione a Sopot nel torneo resuscitato da Mariusz Fyrstenber dopo sette anni di iato. Paolino, a digiuno da tredici mesi (titolo a Caltanissetta nel giugno del 2017 battendo in finale Alessandro Giasnnessi), ha conquistato in Polonia il ventesimo Challenger della carriera, entrando a far parte di una ristrettissima cerchia di pluridecorati: oltre a Lorenzi, solo il recordman Yen-Hsun Lu (29 centri) e Dudi Sela (22) possono vantare almeno venti trofei di secondo livello nel palmarès. Paolo, che in finale ha sconfitto in tre duri set Daniel Gimeno Traver, grazie al filotto polacco rientra nella top 100, precisamente al numero 97 ATP. “Ho giocato sempre meglio mano a mano che le partite passavano. Credo che la chiave del match decisivo sia stata la mia condizione atletica, finalmente tornata vicina al massimo livello dopo tutti quei problemi al piede. Nel terzo set ho provato a farlo correre il più possibile, perché vedevo che stava calando. Credo di esserci riuscito”. Qualcuno ha per caso detto “Paolino ormai è finito”?

Chengdu (Cina, $125.000, cemento) – Z. Zhang b. [1] H. Laaksonen 2-6 5-2 Rit.

Settimana da tramandare ai posteri quella trascorsa in patria da Ze Zhang: con il successo strappato a Chengdu il più alto in grado tra i connazionali dotati di classifica ATP è diventato il primo cinese della storia a ottenere più di un titolo Challenger in carriera, dopo il debutto nella cerchia dei vincitori a San Francisco 2017. Tornato tra i primi 200 giocatori del globo (da stamane è 182), il tennista di Nanjing ha approfittato del ritiro del primo favorito in gara Laaksonen nel corso del secondo set, quando era comunque in rimonta dopo aver buttato una brutta frazione inaugurale. “Mi dispiace per lui – lo svizzero si è stirato l’adduttore sinistro, NdR – ma sono orgoglioso di non aver perso la testa dopo una partenza pessima. Uno degli obiettivi della mia carriera era vincere un titolo a casa mia e ci sono riuscito, sono felice”. In attesa che sbocci l’atteso teenager Yibing Wu, la futura potenza orientale del feltro può discretamente consolarsi.

Lexington (USA, $75.000, cemento) – [6] L. Harris b. [8] S. Napolitano 6-4 6-3

Niente da fare per Stefano Napolitano, sconfitto in finale a Lexington da Lloyd Harris. Per Harris primo titolo Challenger della carriera: a un sudafricano l’onore di vincere un trofeo nel secondo circuito professionistico non capitava da cinque anni, quando la gioia toccò all’ex volleatore Rik De Voest, recentemente ritiratosi e attuale direttore del torneo di Vancouver. Stefano si consoli, tuttavia, perché la condizione sembra stia tornando dopo una primavera piuttosto grama: quella di ieri, seppur sfortunata, era la prima finale guadagnata dal biellese in quasi sei mesi (fu sconfitto da Matteo Berrettini nel duello decisivo al PalaNorda di Bergamo in febbraio).

Segovia (Spagna, €85.000, cemento) – [7] U. Humbert b. [2] A. Menendez 6-3 6-4

Dalle parti di Avenue Gordon Bennett, sede della Federazione francese del tennis, pare si stiano fregando le mani, poiché un nuovo astro sembra stagliarsi all’orizzonte: quello di Ugo Humbert, ventenne mancino di Metz, giunto al traguardo del primo titolo Challenger della carriera alla terza finale consecutiva, dopo aver perso in territorio canadese la precedenti due, sconfitto da Bradley Klahn (Gatineau) e Peter Polansky (Granby). Avendo rischiato grossissimo nei quarti contro Roberto Queiroz (anche un match point annullato nel tie break del terzo) e facendo secco in finale il veterano Adrian Memndez Maceiras, Humbert ha centrato pure il miglior ranking della vita, scalando altre 43 posizioni fino alla 141 ATP: niente male, per chi solo tre mesi fa era ancora escluso dai primi 300 delle classifiche mondiali.

Liberec (Repubblica Ceca, €43.000, terra) – [2] A. Martin b. [1] P. Sousa 6-1 6-2

Riecco anche Andrej Martin, al nono titolo della carriera e al ritorno nella top 200 ATP (162 per l’esattezza) al termine di un periodo molto poco brillante. Prima del trionfo a Liberec, Martin aveva affrontato l’ultima finale un anno esatto fa, a Praga. In fondo a una settimana mostruosa (mai concessi più di tre game a set ad avversario alcuno), il giocatore slovacco ha maltrattato in poco più di un’ora il favorito portoghese Pedro Sousa, il quale, peraltro, si fregiava del titolo di campione in carica.

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