Il meritato regalo di compleanno arriva dopo qualche giorno, per il nostro direttore Ubaldo Scanagatta. Reduce dal trentacinquesimo consecutivo spegnimento delle candeline a New York, è stato infatti premiato dall’organizzazione degli US Open per la sua lunga militanza a Flushing Meadows e – più in generale – in giro per gli Slam. Sul campo dell’Arthur Ashe, insieme a lui, altri veterani della sala stampa (o degli scatti a bordocampo) hanno ricevuto il riconoscimento dalle mani della presidente dell’USTA Katrina Adams: Bob Straus, Fred Mullane, Paul Zimmer, Ray Stubblebine, Bob Deutsch, Angelo Tonelli, Sandy Harwitt, Art Seitz, Pete Bodo, Takeo Tanuma, Steve Flink e Cindy Shmerler.
Sul sito ufficiale del torneo si parla giustamente di 150 buone ragioni per festeggiare: tanti sono infatti gli Slam vissuti da Ubaldo sul campo, con il debutto agli US Open datato 1984 (e da allora, non ne ha saltato uno). Un ricordo primeggia: la finale tutta italiana tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci del 2015: “Ma è stato incredibile il successo di Roberta in semifinale su Serena Williams, quando tutti si aspettavano che vincesse gli US Open per completare il Grande Slam. Presi di sorpresa, era tarda sera, il presidente del Consiglio Renzi e il numero uno del Coni Malagò hanno dovuto organizzare un charter in poche ore per poter essere presenti“.
Erano i recenti anni d’oro del tennis femminile azzurro: “Siamo stati fortunati a vivere un momento del genere, in cui ci siamo goduti quattro top ten: Schiavone arrivata al numero 4 da campionessa del Roland Garros, Errani al 5 WTA finalista a Parigi e semifinalista qui, Flavia 6 del mondo e campionessa degli US Open e Roberta salita fino al 7“. Sembra passata una vita.
L’intervista completa a Ubaldo Scanagatta sul sito degli US Open
