Panatta pof pof: "Tutto è troppo veloce, non solo nel tennis..." (Cocchi). Osaka-boom, dall'Adidas arrivano 85 milioni di $ (Semeraro)

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Panatta pof pof: “Tutto è troppo veloce, non solo nel tennis…” (Cocchi). Osaka-boom, dall’Adidas arrivano 85 milioni di $ (Semeraro)

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Panatta pof pof: “Tutto è troppo veloce, non solo nel tennis…” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

L’approccio col tappeto rosso non è stato difficile. Adriano Panatta sul rosso ci ha vissuto, gioito, goduto. Adriano Panatta sul rosso ha fatto la storia del tennis italiano. A Venezia, dove sul red carpet sono sfilate le star del cinema mondiale, Adriano si è pure divertito. In fin dei conti, il personaggio che ha interpretato nel cameo della «Profezia dell’armadillo» il film di Scaringi presentato alla Mostra del Cinema, non è nient’altro che lui. In tutta la sua franchezza. Il monologo sul bel gioco, sull’importanza di ascoltare il suono della bellezza, di apprezzare il «pof… pof» che fa la palla quando tocca la racchetta in una volée, è anche il suo pensiero… [SEGUE]. Mentre a vedere le partite di tennis si diverte molto meno. «Purtroppo… quello che dico nel film è anche la realtà. Tutto è troppo veloce, c’è poca armonia, ma non è un problema solo del tennis». In che senso? «Che a volte mi sembra manchi la passione a tutti i livelli. Soprattutto nei più giovani. Proprio come accade nel film». Pensa sia un problema generazionale? «Penso che molti ragazzi si trovino a fare lavori che non li appassionano. Perché c’è crisi, è difficile trovare l’occupazione per cui si ha studiato, molti laureati si ritrovano a fare i questionari all’aeroporto e quindi certo, scoppiare di entusiasmo in questi casi è un’utopia». Succede anche nel tennis? «Beh, guardi Kyrgios ad esempio. A volte manca quella luce negli occhi, quella voglia di impegnarsi e faticare per un sogno, un obiettivo. E nel tennis se non hai quella scintilla è dura andare avanti, anche se hai dalla tua parte il talento». Per lei era così? «Io mi divertivo moltissimo. Altrimenti non sarei riuscito a raggiungere i risultati che ho avuto e sopportare la vita del giocatore professionista che comunque, anche se bella, è molto impegnativa». Chi le piace tra protagonisti del tennis odierno? «Naturalmente Federer, non mi stanco mai di vederlo giocare, e poi mi stupisce sempre il livello agonistico di Nadal. È uno sport diverso, con racchette completamente differenti, fanno cose che con gli attrezzi di legno che avevamo noi erano impossibili. Il gesto tecnico puro è sempre più raro, tutto è troppo rapido». E della Next Gen che avanza cosa pensa? «Ammetto di non conoscere molto i giocatori più giovani. Mi piace Berrettini e anche Musetti, finalista dello Us Open Jr, mi hanno detto che è bravo, però non l’ho visto giocare». Ha visto Serena nella finale di Flushing Meadows con Naomi Osaka? «Beh, lì Serena ha sbroccato perché stava perdendo da una ragazzina. Ha cercato un alibi per giustificare la sconfitta e ha superato il limite tirando in ballo il sessismo». Secondo la sua esperienza c’è sessismo nel tennis? «Ma per favore, il sessismo è una piaga ed è una cosa seria. La battaglia l’ha fatta Billie Jean King ai suoi tempi e adesso mi pare che donne e uomini in questo sport sono equiparati in moltissime cose, compresi i montepremi. Parlare di un argomento delicato come il sessismo per una partita di tennis, quando ci sono persone che veramente soffrono e sono discriminate per questo motivo è totalmente fuori luogo»[SEGUE].


Osaka-boom, dall’Adidas arrivano 85 milioni di $! (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Battendo Serena Williams nella ormai famosa finale degli US Open, sfregiata dalle polemiche sull’arbitraggio, Naomi Osaka ha guadagnato 3,8 milioni di dollari. Da oggi, secondo il “Times”, si appresta a incassarne 8,5 (7,3 milioni di euro) all’anno, per dieci anni, grazie al rinnovo con il suo sponsor Adidas. Un record: si tratta del più ricco accordo mai firmato dal colosso bavarese con una atleta donna. La Williams, secondo Forbes, fra 2017 e 2018 è stata la sportiva più pagata del mondo con 18,1 milioni di dollari (montepremi più sponsor) e nel 2003 aveva spaccato il mercato strappando 60 milioni di dollari per cinque anni alla Nike. Rimane l’atleta più riconoscibile al mondo (91%) Ma la dolce Naomi, che tennisticamente ne è l’erede più credibile, si prepara alla successione, e non solo sul campo… [SEGUE]. Ma Naomi è l’unica delle sfidanti che dà l’impressione di poter mettere fine all’anarchia degli ultimi anni e stabilire un nuovo standard, raccogliendo l’eredità della Pantera. Fuori dal campo non è ancora una figura trascinante, anzi, ma può migliorare: ha appena vent’anni, è sveglia, e in un epoca in cui regnala cosmesi dell’immagine via social ad aiutarla ci penseranno gli esperti di marketing e di comunicazione. Soprattutto, grazie alla sua etnia composita – nata in Giappone, figlia di un haitiano e cresciuta negli States – è un magnete per i mercati di mezzo mondo… [SEGUE]. Nel frattempo è uscito dal silenzio anche il terzo protagonista della finale di New York, il giudice di sedia Carlos Ramos, accusato di essere non solo sessista ma anche ladro e bugiardo da Serena. «Sto bene, considerate le circostanze», ha dichiarato al portoghese “Tribuna Expreso”. Aggiungendo con una frecciata a Serena: «Era una situazione delicata, ma non esiste l’arbitraggio “a la carte”. Comunque non preoccupatevi di me!». Da domani Ramos, “golden badge” Itf, sarà sul seggiolone della semifinale di Coppa Davis fra Croazia e Usa a Zara: una decisione che di sicuro non piace a Katrina Adams, presidente della federtennis Usa, che è stata fra le più dure accusatrici di Ramos.

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