Coppa Davis: L'Equipe celebra Benneteau & C. e riferisce di un Giudicelli emarginato

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Coppa Davis: L’Equipe celebra Benneteau & C. e riferisce di un Giudicelli emarginato

Magnificati il doppista francese e il gruppo creato da Noah. Il quotidiano sportivo riferisce anche della protesta del tifo organizzato verso la riforma della Davis e del divieto della squadra al presidente di entrare negli spogliatoi

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Tre intere pagine dedicate, come giusto che sia, alla squadra francese in finale di Coppa Davis. È questo l’omaggio che l’Equipe, il principale quotidiano sportivo transalpino, riserva a Noah ed ai suoi uomini. L’Equipe innanzitutto ricorda che è solo la terza volta nella storia che la squadra francese vince in Coppa Davis 7 incontri di fila. La prima volta tra il 1927 ed il 1932 (quando furono addirittura 11) e la seconda volta tra il 2001 ed il 2002 (quando la striscia fu fermata in finale dalla Russia di Safin, Kafelnikov e Youzhny a Parigi). Inoltre è dal 1932 che la Francia non vince due volte di seguito il titolo e l’occasione a novembre sarà propizia, visto che si giocherà in casa contro la Croazia.

C’è poi il giusto omaggio a Julien Benneteau, che agonisticamente ha chiuso la sua carriera agli US Open, ma che complice l’infortunio di Herbert ha trovato posto nel doppio al fianco di Mahut, giocando in maniera ineccepibile (unico a non perdere mai il servizio). Il collega dell’Equipe ne tesse giustamente le lodi, riprendendo anche i complimenti a lui riservati da Bruguera (“Ha giocato ad un livello incredibile”) e Feliciano Lopez (“Non sapevamo cosa fare, soprattutto all’inizio. Non riuscivamo a capire come fare un punto”). Benneteau ha confermato la sua decisione di porre termine alla sua carriera, ma Noah è stato chiaro con lui: “Sa che ha una chance di poter giocare la finale, sta a lui giocarsela nel modo migliore”. Secondo L’Equipe la prima opzione per il doppio saranno i più collaudati Herbert/Mahut, ma Benneteau è la prima delle opzioni B.

Infine l’Equipe ha rimarcato la protesta del tifo francese organizzato che segue la squadra in Davis. Ieri per protesta tutti hanno indossato una maglietta nera con l’hashtag “Changeitback”, minacciando anche il boicottaggio della manifestazione l’anno prossimo, la prima edizione con il nuovo format. Lucas Pouille ha inoltre confermato la distanza enorme tra la squadra ed il presidente della federazione Giudicelli (uno dei promotori della riforma che alla votazione non doveva nemmeno partecipare per via di una condanna per diffamazione), al quale praticamente è stato impedito di venire a contatto con i giocatori e con il team (gli è stato imposto il divieto di entrare negli spogliatoi e con il capitano Noah durante il sorteggio non si sono nemmeno guardati). Pouille sull’argomento ha chiosato: “Il loro mondo è completamente lontano da quello nostro e da quello dei tifosi. Hanno preso una decisione per sé stessi, non tenendo conto di tutto il resto.. Ci chiediamo però perché i giocatori non abbiano fatto nulla per impedire ciò, i veri attori del “circus” sono loro, avrebbero potuto fare molto di più per opporsi a quello che sembra un vero e proprio scempio della manifestazione a squadre più antica del mondo dello sport

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