WTA
Tokyo: Vekic sorprende ancora Stephens, Azarenka fatica
La tennista croata sconfigge la statunitense per la seconda volta su due sfide nel 2018. Bene Strycova e Barty, Konta passeggia

Sloane Stephens è la prima testa di serie a cadere in questa edizione 2018 del WTA Premier di Tokyo. A farla inciampare, per la seconda volta in questa stagione è stata Donna Vekic (45 WTA), bravissima a mettere pressione alla statunitense per tutto il match, chiuso in due set (6-4 6-4). La giocatrice croata si conferma un’avversaria particolarmente ostica per Stephens, ottenendo la seconda vittoria su due sfide nel 2018 (l’altra risale al torneo di Wimbledon, un netto 6-1 6-3).
Il match inizia subito in salita per Stephens che deve annullare ben quattro palle break nel primo gioco del match. Sull’1-1 la statunitense cancella altre due chance, ma finisce poi col cedere la battuta. Un lampo d’orgoglio le permette di riportare il punteggio in parità, ma è chiaro che si tratta di una giornata no. Vekic dall’altra parte della rete fa di tutto per complicare le cose all’avversaria, disegnando il campo con ottime geometrie. Un secondo break a favore della croata pone fine al primo set. Il secondo parziale è molto più disordinato nell’andamento, con le due contendenti che si scambiano quattro break nei primi sei giochi. Quando la pressione di Stephens cresce, Vekic si trova in difficoltà, ma la statunitense non riesce a dare continuità alle sue accelerazioni e spesso finisce per esagerare nella ricerca delle soluzioni vincenti. Alla fine la solidità della croata ha la meglio: un quinto e decisivo break la porta a servire per il match, sigillato con un ace. Al prossimo turno troverà Johanna Konta, che ha passeggiato (6-2 6-0) sulla qualificata canadese Gabriela Dabrowski.
Sopravvive anche Vika Azarenka, la cui vittoria in due set sulla wild card giapponese Kurumi Nara non deve ingannare: l’incontro è durato quasi due ore e la bielorussa ha sofferto diversi passaggi a vuoto, che per poco non le sono costati il prolungamento dell’incontro. Oltre alla condotta di gara, che è stata incerta se si eccettua la prima mezz’ora di gioco, preoccupano anche le sue condizioni fisiche in virtù di un fastidio alla gamba sinistra che sembrerebbe essersi presentato nelle battute finali dell’incontro. Che sono state anche le più concitate: Vika ha fallito un match point sul 5-4 e contestualmente ceduto il servizio, salvo rimettere la testa avanti nel successivo – lunghissimo – turno di servizio della sua avversaria e chiudere 7-5. Il leitmotiv della ‘nuova’ Azarenka sembra ormai chiaro: ha giornate positive e altre molto meno, nelle quali la sua possibilità di passare il turno dipende dal valore dell’avversaria. Oggi Nara ha perdonato ma è difficile che lo faccia anche la sua prossima avversaria.
Ad affrontare Azarenka sarà la molto più consistente Ashleigh Barty, brava a rimontare Coco Vandeweghe. Nel primo set la statunitense piazza un break nel quinto gioco e, sostenuta dal servizio, chiude 6-4. Nel secondo e nel terzo parziale però le percentuali di resa della prima e della seconda calano sensibilmente (circa il 65% di punti vinti con il primo servizio contro l’81% del primo set e poco più del 40% sulla seconda). Inevitabilmente la partita vira dalla parte di Barty che in entrambi i set non si fa spaventare dai tentativi di rimonta dell’avversaria e si aggiudica il match. Barbora Strycova e Alison Riske chiudono entrambe con un doppio 6-4 i rispettivi match contro Zarina Dyas e Eugenie Bouchard. Simile andamento per ambo gli incontri, controllati senza troppi problemi dall’inizio alla fine.
Risultati:
[7] A. Barty b. C. Vandeweghe 4-6 6-3 7-5
[8] B. Strycova b. [Q] Z. Diyas 6-4 6-4
[Q] A. Riske b. [Q] E. Bouchard 6-4 6-4
J. Konta b. [Q] G. Dabrowski 6-2 6-0
D. Vekic b. [5] S. Stephens 6-4 6-4
[WC] V. Azarenka b. [WC] K. Nara 6-4 7-5
evidenza
Roland Garros: semaforo rosso per Jasmine Paolini, perde in due set con Olga Danilovic
L’azzurra era 5-1 nel secondo ma viene sconfitta dall’ottima serba Olga Danilovic. A rappresentare l’Italia nel tabellone femminile rimane solo Elisabetta Cocciaretto

O. Danilovic b. J. Paolini 6-2, 7-5
Semaforo rosso per Jasmine Paolini eliminata in due set da Olga Danilovic con il punteggio di 6-2, 7-5 in un’ora e 36′. Dopo aver vinto il trofeo di Firenze ed eguagliato il suo miglior risultato negli Slam, la lucchese subisce la giornata di grazia della sua avversaria. Gara decisa dai colpi della serba che ha fatto il bello e il cattivo tempo. La toscana ripenserà a lungo a quel turno di battuta sul 5-1 che, invece, di catapultarla al terzo set, l’ha portata lentamente fuori dal Roland Garros. Nel tabellone femminile rimane la sola Elisabetta Cocciaretto a rappresentare i colori italiani; mentre Danilovic è la prima tennista serba a raggiungere il terzo turno parigino da Ana Ivanovic nel 2016.
I presupposti per fare gara pari c’erano tutti, ma è stata brava la n. 105 del ranking a comandare gli scambi e a trovare 22 vincenti a fronte dei 6 dell’azzurra.
Sarà una questione di genetica, ma anche il padre, Sasha Danilovic, in questo periodo era ancora più letale del resto dell’anno. Come in quel 31 maggio di 25 anni fa, decise un derby scudetto di basket tra la sua amata Virtus e la Fortitudo con un famoso tiro da “quattro punti” (canestro da tre più tiro libero) che diede altra inerzia a quella serata bolognese.
Come un “tiro da quattro punti”, il dritto di sua figlia Olga, la sua tenacia e anche la capacità di chiedere sempre di più a sè stessa hanno messo in campo delle qualità che hanno fatto soffrire Paolini.
Primo set a senso unico con l’azzurra sempre in difficoltà sui suoi turni di battuta, per merito della risposta di Danilovic che sin dal primo colpo ha cercato di mettere in difficoltà l’avversaria. A fronte del 72% di prime palle messe in campo, porta a casa solo il 50% dei punti. Sfumate due palle break nel primo gioco, la serba trova nel quarto gioco il break decisivo nell’economia del primo set. Ne arriva un altro anche nell’ottavo gioco e gli applausi sono tutti per lei.
Nel secondo set, comincia malissimo la serba che sbaglia tantissimo e rimette in gioco la sua avversaria. A dispetto di quanto visto nel primo set, le urla del secondo parziale sono di una giocatrice che cerca di scuotersi. Paolini ne approfitta e vola via sul 5-1, limitando gli errori. Da fondo campo la classe 2001 torna a trovare vincenti importanti che lentamente torna a sbagliare meno e a far male con i suoi colpi. A due punti dal secondo set, Paolini sbaglia due colpi e alimenta il ciclone Danilovic che infila un parziale di 10-1 per ritrovare la parità. Altre tre chances, la toscana le ha nell’undicesimo game, ma anche qui col servizio la serba si aiuta a salire 6-5. L’ultimo sforzo, vede Paolini protesa a cancellare il primo di due matchpoint, ma sulla spinta della serba può davvero poco. Ora per Danilovic c’è Ons Jabeur.
Flash
Al Roland Garros Sabalenka messa alle strette sulla guerra in Ucraina. Ecco la sua (non) risposta
Le tenniste ucraine non le stringono la mano, i giornalisti ucraini la incalzano in conferenza. Gli influssi negativi della guerra sulla numero due del mondo

C’è chi pensa che basterebbe un gesto, una stretta di mano tra atleti ucraini e russi per cominciare ad allontanare i venti di guerra. Ma, fin qui, al dolore e alla disperazione, fa seguito tanta distanza e gelo tra le atlete in campo. Siamo lontani da Città del Messico, quando nel 1986, durante la cerimonia di premiazione per la finale olimpica dei 200 metri, Tommie Smith e John Carlos sul podio alzarono il pugno in segno di protesta. Dietro quel gesto c’è la battaglia per i diritti civili degli afroamericani, la stessa che va in scena oggi dalla costa Est a quella Ovest degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Quando si parla di conflitto Ucraina-Russia nel mondo del tennis è spesso Aryna Sabalenka a finire al centro dell’attenzione. La sua presunta amicizia con il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko (o quantomeno, sembra appurato che il dittatore stimi particolarmente questa atleta), la porta ad esser vista male e con disprezzo dalle colleghe ucraine, malgrado Aryna abbia sempre sostenuto – in termini generali – di essere contro la guerra. Vincitrice degli Australian Open 2023, bandita dall’edizione 2022 di Wimbledon, nel primo turno ha nuovamente incrociato i colori gialloblu dell’Ucraina: Marta Kostyuk a fine gara ha filato dritto senza incrociare né lo sguardo di Aryna né le sue mani. Parlandone in conferenza stampa aveva dichiarato: “Posso farci poco se non vuole stringere la mano, probabilmente è qualcosa che la fa sentire meglio, anche in relazione a quanto fatto dai suoi connazionali. Credo che la politica non dovrebbe mischiarsi con lo sport, ma io non ho potere in questo“.
La guerra in Ucraina ha tenuto banco anche nella conferenza stampa tenutasi al termine della vittoria di Sabalenka sulla connazionale Iryna Shymanovich nel secondo turno del Roland Garros. Un giornalista ucraino l’ha incalzata sui temi della guerra, rinfacciandole un presunto sostegno a Lukashenko e chiedendole di condannare esplicitamente l’invasione di Russia e Bielorussia ai danni dell’Ucraina. La n. 2 del ranking non ha rilasciato dichiarazioni, dicendo ripetutamente: “Non ho commenti per te, grazie per la domanda”, mentre si è espressa sul modo in cui il mondo dei social, per quanto le riguarda, è cambiato negli ultimi sedici mesi, da quando, cioè, è cominciato il conflitto. “E’ stata davvero dura. Quando la guerra è iniziata, ovviamente, ho raccolto molto odio. Sto cercando di stare lontana dal lato negativo dei social network e mi sto concentrando sulle persone che sono veramente interessate alla mia vita, alla mia carriera e alla mia personalità. Ci saranno molte persone che ti odieranno e ci saranno molte persone a cui piaci, quindi mi sto concentrando sugli aspetti positivi”. Sono situazioni che di certo tolgono serenità a una tennista che di certo non può incidere sulle scelte del suo governo. Ma, dall’altro lato, il tennis ha una grande responsabilità nel promuovere e diffondere messaggi positivi: pone continuamente uno di fronte all’altro russi o bielorussi contro ucraini separate da una rete. Che basti una stretta di mano per far cambiare i venti di guerra?
Flash
Il torneo WTA San José si trasferisce a Washington e dà vita al primo combined 500
Il WTA 500 californiano si trasferisce nella capitale: sarà il primo evento al mondo combined ATP-WTA 500

L’ufficialità è arrivata nella giornata odierna dal sito della WTA: il torneo WTA San José è stato trasferito a Washington D.C. e si svolgerà dal 29 luglio al 6 agosto prossimo in contemporanea all’evento maschile. Diventerà così il primo combined del circuito di categoria “500” e si terrà presso il William HG Fitzgerald Tennis Center di Washington, DC’s Rock Creek Park della capitale statunitense. Il torneo si svolgeva a San José dal 2018, mentre dal 1971 (anno della fondazione da parte di Billie Jean King) fino al 2017 si è disputato a Stanford.
Queste le parole del CEO e presidente della WTA, Steve Simon: “La Bay Area ha ospitato tanti momenti indimenticabili in uno dei tornei più longevi di livello WTA. L’eredità di questo evento tanto amato continuerà a vivere nella sua nuova casa, a Washington, DC, dove sono entusiasta di vedere le stelle WTA e ATP competere insieme per la prima volta a livello 500, creando nuovi ricordi per molti altri anni venire“. Sparirà di conseguenza il WTA 250 di Washington, che si svolgeva nella stessa settimana del Citi Open maschile: quest’anno ci sarà quest’evento di categoria 500 che si chiamerà Mubadala Citi DC Open.