Klizan si conferma tabù 'russo' per Fognini. Per Youzhny ancora una

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Klizan si conferma tabù ‘russo’ per Fognini. Per Youzhny ancora una

Il russo si ritirerà alla fine di questo torneo, ma può ancora sperare nella 500esima vittoria. Fuori un brutto Fognini e un Vanni generoso, avanti Wawrinka e Shapovalov

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YOUZHNY, NON È ANCORA FINITA – C’è molto di bello negli sguardi che Mikhail Youzhny e il suo coach Boris Sobkin si sono scambiati durante l’incontro che il 36enne russo ha vinto contro Mirza Basic. “Dai, ancora un altro giro” è sembrato implorare il tennista, che com’è noto ha deciso di concludere la sua carriera proprio questa settimana sui campi di San Pietroburgo; il suo coach non ha mai smesso di restituirgli l’entusiasmo necessario a mettere su un altro piccolo mattoncino, il 499esimo, utile a regalare a Youzhny la speranza di agguantare quota 500 vittorie nel circuito maggiore prima di rinfoderare la racchetta per l’ultima volta. Per farcela dovrà superare domani la quinta testa di serie Bautista Agut, e per quanto poco probabile non è da ritenersi del tutto impossibile alla luce della sua prestazione odierna.

Basic non si è affatto negato e ne è venuta fuori una partita molto divertente. Forse con scarsa prudenza il bosniaco si è arrischiato a stuzzicare troppo il rovescio del suo avversario, specie sotto il profilo del tocco, dimenticando di sfruttare la debolezza principale di un tennista sulla strada del ritiro: la reattività limitata. Il ‘soldato’ Youzhny ha avuto tanta fretta di chiudere l’incontro da fermare il gioco nell’ultimo game per chiamare fuori una palla che in realtà era atterrata sulla linea: nessuna conseguenza, il 6-4 è maturato pochi istanti dopo con (solito) saluto militare al seguito. Se di minima deferenza nei confronti del due volte semifinalista Slam (US Open 2006 e 2010) si è trattata da parte di Basic, in fondo la si accetta anche volentieri: il tennis che Youzhny ha saputo esprimere nel corso degli anni, più ancora dei risultati raggiunti, merita l’occasione di fare 500. E Mikhail merita di poter dedicare quest’ultimo traguardo al padre, Mikhail senior, che lo ha lasciato nel 2002.

Mikhail Youzhny – San Pietroburgo 2018 (via Instagram, @formula_tx)

ITALIA… DIMEZZATA – Non una gran giornata per i colori italiani: sia Vanni che Fognini vengono eliminati senza vincere set. Risalito dalle qualificazioni sull’onda di un servizio eccellente, Luca Vanni si ferma in quello che per lui è stato il primo match del 2018 nel circuito maggiore (mancava da aprile 2017, battuto da Vesely a Marrakech). L’aretino cede alla regolarità di Roberto Bautista Agut, 26 del mondo, che in questo torneo ha sempre giocato la semifinale negli ultimi tre anni (superato da Fognini nel 2017). Reduce dalla maratona di Davis persa in volata con Pouille e da tre ko consecutivi, lo spagnolo, cinque del seeding, risolve solo nelle ultime battute un primo set giocato tutto on serve. Sotto 6-5, l’azzurro vede calare per la prima volta il rendimento in un suo turno di battuta cedendo il punto decisivo. La qualità del gioco di Vanni resta in ogni caso buona: alla costante spinta con il dritto aggiunge discese a rete a volte efficaci per abbreviare gli scambi.  Di fronte si trova però un avversario che ha il suo punto di forza nelle note doti di corsa, abbinate alla capacità di alzare il livello sui punti decisivi.

Il secondo set sfugge dalle mani di Vanni prima del previsto: il break matura nel quarto game, in quello successivo c’è l’opportunità di uno 0-30 che però il 170 del mondo non riesce a tramutare in contro-break. Bautista troverà agli ottavi il vincente tra Basic e Youzhny, per Vanni resta la soddisfazione di aver raggiunto il picco più alto della stagione. A livello Challenger ha vinto a Samarcanda arrivando fino alla finale di Glasgow. Dopo aver fallito le qualificazioni di Australian Open, Sofia, Wimbledon e US Open ha mancato così l’appuntamento con un successo ATP che manca da Chennai 2016 (primo turno su Struff). Contro i top 50, il trentatreenne di Castel del Piano ha vinto una sola volta: Tomic, Madrid 2015.

Brutta prestazione invece per Fabio Fognini. Se il ligure sapeva di avere una tradizione sfavorevole contro Martin Klizan nelle finali – le uniche due occasioni in cui lo slovacco l’ha battuto – poteva entrare in campo forte di averlo sconfitto quattro volte su quattro in turni precedenti. A San Pietroburgo però, teatro proprio di una delle due finali vinte da Klizan contro Fognini, lo slovacco sembra essere proprio un altro tennista: Klizan è stato più abile in tutto, tra le varie cose più saggio a gestire i (rari) momenti di nervosismo della sua partita. Fognini invece non ha lesinato le lamentele con l’arbitro, per via di una zona di campo che a suo dire si era fatta scivolosa, e un accesso di rabbia poco prima della chiusura dell’incontro con la racchetta che ha incontrato il cemento… in modo non troppo tenero.

Sarebbe forse più comodo ripescare la versione dei fatti su Fognini che, pur migliorato, sul cemento è un giocatore ancora largamente battibile, ma l’incontro di oggi ha promosso Klizan nella stessa misura in cui ha bocciato Fognini. Quando lo slovacco ha voglia di tenere la palla in campo può far male anche a giocatori più strutturati dell’italiano, dunque non è così sorprendente che un Fognini sbiadito, per di più su una superficie così rapida, possa uscirne sconfitto. Fabio ha mostrato solo in rare circostanze di accettare la lotta e quasi mai ha provato a variare il ritmo per sfuggire alle accelerazioni di Klizan. Buoni solo per le statistiche i tre match point annullati nell’ultimo game, quando la partita poteva essere ancora riaperta – si era 5-4 e servizio Klizan. L’Italia resta dunque in corsa con i soli Berrettini e Cecchinato.

STAN CRESCE, SHAPO VA DA MATTEO – Ha avuto bisogno di oltre due ore e altrettanti tie-break ma alla fine Stan Wawrinka ha superato anche il secondo ostacolo sul suo cammino. Non che lo si possa biasimare per il sudore versato contro il Karen Khachanov degli ultimi tempi, capace di mettere a dura prova persino Nadal a New York: il russo picchia forte con qualsiasi colpo, ma forse un po’ di fosforo in più nei momenti decisivi e soprattutto una mano più delicata non sarebbero implementazione sgradita. A inizio partita Wawrinka ha dimostrato subito di gestire meglio – strano a dirsi, visto il suo ampio swing – il rimbalzo poco generoso di questa superficie, reso ancora più insidioso dal ritmo molto alto imposto da entrambi i giocatori. Lo svizzero ha sfruttato il maggiore agio sulla direttrice del rovescio per portarsi avanti 3-1 e poi 5-3, salvo abbassare la tensione come spesso gli accade quando la posta in gioco non è altissima. Ne è scaturito un gran bel tie-break da ventidue punti vinto da Wawrinka dopo sette set point falliti – cinque dallo svizzero, due dal russo – e una discreta serie di clavate da fondo campo.

Il secondo set è stato altrettanto godibile e non ha visto infrazioni ai servizi prima di un secondo epilogo al jeu decisif. Per la verità l’unico ad avvicinarsi alla chiusura anticipata del parziale è stato Khachanov, che sul 5-4 si è guadagnato due occasioni per rimandare tutto al terzo: il russo le ha fallite entrambe con particolare colpa nella prima, una volée sciaguratamente spedita a rete. A fine partita le statistiche parleranno chiaro rispetto alla sua resa nei pressi del net: solo 9 punti su 22 approcci (verrebbe da suggerirgli di avvicinarvisi di meno). Dopo il pericolo scampato Wawrinka si è reso conto di come la distanza dal suo avversario non fosse tale da potersi permettere troppi giochetti ed è tornato a vestire i panni dell’adulto, lasciando a Khachanov un solo punto al tie-break. Uno tra Dzumhur e Pella proverà a impedirgli di raggiungere la seconda semifinale stagionale.

Una vittoria al clan dei monomani era nel frattempo stata già portata da Denis Shapovalov, un po’ pigro nel primo set – privo di qualsivoglia occasione di break – ma decisamente più arrembante nel secondo, quando al qualificato Menendez-Maceiras non è rimasto che applaudire le esecuzioni del canadese. Sono campi che piacciono molto al ragazzo nato a Tel Aviv e questa non è un ottima notizia per Matteo Berrettini, il suo prossimo avversario.

 

Pietro Scognamiglio e Alessandro Stella

Risultati:

[5/WC] R. Bautista Agut b. [Q] L. Vanni 7-5 6-2
M. Kukushkin b. D. Istomin 7-5 2-4 rit.
G. Pella b. [Q] I. Ivashka 4-6 6-3 6-4
[7] D. Shapovalov b. [Q] A. Menendez-Maceiras 7-6(3) 6-2
[WC] S. Wawrinka b. [4] K. Khachanov 7-6(10) 7-6(1)
[WC] M. Youzhny b. M. Basic 7-6(6) 6-4
M. Klizan b. [2] F. Fognini 6-3 6-4

Il tabellone completo

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