Fognini in finale cerca il record in un anno magico (Crivelli)

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Fognini in finale cerca il record in un anno magico (Crivelli)

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Fognini in finale cerca il record in un anno magico (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Provaci ancora, Fabio. Una stagione spettacolare («Di gran lunga la migliore della carriera», dirà dopo il match) può impreziosirsi stamattina con un’altra perla, il titolo a Chengdu: sarebbe il quarto in stagione dopo San Paolo, Bastad e Los Cabos, consegnandogli un record significativo per il nostro tennis. Perché nell’Era Open mai nessun italiano è riuscito a vincere quattro tornei in un anno (Bertolucci e Barazzutti si fermarono a tre nel 1977). La scelta inedita di giocare tre tornei in Asia si è rivelata fruttuosa: Fognini sta affrontando la trasferta in Oriente con il piglio di un giocatore in missione. L’obiettivo è il Masters di fine anno, lontano ma non irraggiungibile, e un passo oltre l’attuale 13° posto nel ranking, sua miglior classifica eguagliata. Intanto, ha accorciato a meno di 200 punti il gap con Nishikori, che è 12°, mentre Goffin, 11°, potrebbe aver terminato la stagione e vedersi precipitare oltre il 15° posto. Certo, l’impresa non è delle più semplici, perché Fognini per continuare a coltivare sogni di gloria non solo dovrà imporsi oggi, ma sarà obbligato ad andare molto avanti tanto a Pechino quanto a Shanghai. Difficile ma non impossibile, se manterrà la testa libera: contro il Next Gen Fritz, perso il primo set, ha regolato servizio e risposta, finendo per dominare: «Sono soddisfatto per come ho reagito dopo il primo set: ho risposto e mi sono mosso sempre meglio». Per il titolo, incrocerà il n. 123 Tomic, uscito dalle qualificazioni e soprattutto da un lunghissimo periodo di oscurità, psicologica più che tecnica. Nel 2011, a 18 anni, Bernie giocava i quarti di Wimbledon strappando un set a Djokovic, portandosi dietro le previsioni di poter diventare un campione. Numero 17 a gennaio 2016, si è perso tra eccessi e auto veloci, incomprensioni con il solito padre-padrone e la nausea da tennis, considerato (un po’ come Kyrgios) solo lo strumento per guadagnare soldi, ma senza passione. A gennaio di quest’anno, per dire, ha partecipato a un reality show nella giungla in Sudafrica, una sorta di Survivor da cui è scappato dopo due giorni dopo i morsi di un serpente (non velenoso). Ora sembra tornato in sé e il braccio, come quello di Fognini, può essere devastante. Ne vedremo delle belle.

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