ATP Pechino: Berrettini cede a Edmund

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ATP Pechino: Berrettini cede a Edmund

Il romano fa partita pari con il n.16 del mondo. Un successo avrebbe potuto regalargli il best ranking. Delpo supera Khachanov e torna a Londra dopo 5 anni

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In odore di best ranking (ma sarebbero serviti incastri favorevoli), Matteo Berrettini cede sul rettilineo finale dopo quasi tre ore combattute spalla a spalla con Kyle Edmund. Il numero 16 del mondo viene fuori di forza ed esperienza sul finale del terzo set, a coronamento di una prestazione sempre solida, a tratti eccellente in risposta. Ma rimane per il romano un bicchiere pieno oltre la metà: ha giocato partita pari con un top 20, senza mai perdere contatto sul piano tecnico e mentale. Nel processo di crescita del più futuribile prospetto azzurro, si aggiungono diverse buone sensazioni. Il match si rivela durissimo sin dalle battute iniziali, valorizzando le doti agonistiche dei due. Il primo set sembra orientato verso il tie break, ma l’equilibrio vacilla sul finale. Nel decimo e nell’undicesimo gioco entrambi salvano un set point, ma il filo conduttore è la fatica di Berrettini nel prendere vantaggio dai suoi turni di servizio. Depotenziato nel suo fondamentale più efficace, va in affanno nonostante il dritto dell’avversario finisca spesso fuori nel cercare le righe. Edmund il set se lo prende con autorità nel game che vale il 7-5, strappando il break a zero con risposte impeccabili anche sulle prime.

Matteo inizia a variare maggiormente (al via una serie di smorzate) e capisce di dover aggiungere intensità agli scambi, per non rimanere impantanato. L’approccio al secondo set è positivo, al punto da conquistare due preziosissime palle break  sull’1-1. Il numero 16 del mondo è però solido ad annullarle, senza distaccarsi dalla sua aggressività che sollecita l’azzurro sugli spostamenti orizzontali. Berrettini, in ogni caso, migliora la costruzione dei punti, mette a segno più vincenti e arriva a un passo dal break nel cuore del set (sul 3-3), quando Edmund riesce però ancora a  mantenere il controllo della situazione. La contesa si sposta al tie break, che Matteo porta subito dalla sua parte (3-0) difendendo strenuamente fino a indurre l’errore dell’avversario su un facile smash. Un pregevolissimo passante in corsa chiude i conti a favore di Berrettini, che trascina di peso la sfida al terzo set con la sensazione che i margini di miglioramento siano tutti dalla sua parte. Il pugnetto rivolto a coach Santopadre è un segnale di fiducia.

Il parziale decisivo prende il via a ridosso delle due ore di gioco, ma l’energia degli scambi non sembra risentirne. Nel rispetto dei turni di servizio, Berrettini ha forza e lucidità per sparare un doppio ace annullando una delicatissima palla break sul tre pari. Il logorio da stanchezza, fisiologico, coinvolge entrambi quando c’è da armare il braccio in battuta. Con i turni di servizio meno corposi su entrambi i fronti, il britannico in tre occasioni consecutive sa risalire da 15-30. Lo strappo decisivo arriva sul 5-5, grazie al solito altissimo standard di rendimento in risposta. Edmund regala all’azzurro una palla break vista tie break, ma annulla anche questa con collaudato cinismo. Ai quarti, ad aspettarlo c’è Dusan Lajovic. Il serbo porta a casa l’impresa fermando dopo quasi due ore la corsa di Grigor Dimitrov. Salta quindi la terza testa di serie, con il bulgaro che scrive un’altra pagina grigia di un 2018 da dimenticare. Da queste parti difendeva una semifinale (battuto da Nadal), dopo essere stato anche finalista nel 2016. Il numero otto del mondo risale da un set di svantaggio, ma perde delittuosamente due volte il servizio nel parziale decisivo (i doppi falli saranno nove, in totale) aprendo la strada al solidissimo allievo di Jose Perlas. Per il serbo è il secondo successo in carriera contro un top 10, dopo l’exploit di maggio con del Potro a Madrid.

Con una vittoria in due set ai danni di Karen Khachanov, Juan Martin del Potro conquista i quarti di finale al China Open e strappa il pass per le ATP Finals di Londra. La terza vittoria (su tre incontri) di Delpo contro il 22enne russo arriva dopo un’ora e quaranta minuti di match. Il primo set è deciso da un break in apertura dell’argentino, che strappa il servizio a Khachanov nel primo gioco dell’incontro. Sul 3-5 e servizio, Khachanov annulla due set point ma la conclusione del primo parziale è soltanto rimandata di un gioco: Delpo tiene a 15 il turno di servizio successivo e chiude 6-4. Il secondo set si gioca punto a punto, né Delpo né Karen concedono occasioni di break fino all’undicesimo game, quando Del Potro toglie la battuta al russo alla prima occasione utile e va a servire per il match. Quando tutto sembra perduto arriva la reazione d’orgoglio di Khachanov, che annulla un match point, sfrutta la terza palla break del game e trascina l’avversario al tiebreak. Il gioco decisivo, durato undici punti, regala a Juan Martin i quarti di finale contro Filip Krajinovic (battuto Feliciano Lopez in due set) e la qualificazione per il Masters di Londra (raggiunge Nadal, Djokovic e Federer). Sarà la quinta partecipazione in carriera per Delpo, che alle Finals manca dal 2013 e che come miglior risultato vanta la finale persa nel 2009 contro Davidenko.

Risultati:

[Q] D. Lajovic b. [3] G. Dimitrov 6-4 2-6 6-4
[5] K. Edmund b. [Q] M. Berrettini 7-5 6-7(2) 7-5
F. Krajinovic b. [WC] F. Lopez 7-6(5) 6-3
[1] J.M. del Potro b. K. Khachanov 6-4 7-6(4)

Il tabellone completo

La Race to London aggiornata

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