L’annuncio del forfait al Masters 1000 di Shanghai non lasciava presagire nulla di buono per Fabio Fognini in vista della a dir poco complicata semifinale del torneo di Pechino contro il n.4 del mondo Juan Martin del Potro. E infatti le cose non sono andate per il meglio. Anzi, per meglio dire, non sono andate e basta dato che il ligure ha coerentemente preferito non disputare nemmeno l’incontro, consegnando la vittoria a tavolino al suo avversario. Non c’è stata dunque la rivincita della recente finale di Los Cabos, in cui a trionfare fu sorprendentemente il n.1 d’Italia. Del Potro, primo favorito del tabellone nella capitale cinese, ringrazia e conquista la sesta finale della stagione, la 35esima della carriera.
La ragione del duplice forfait di Fognini è l’infortunio alla caviglia destra, rimediato nelle fasi finali del quarto di finale vinto contro l’ungherese Martin Fucsovics. Al servizio per conquistare l’incontro, Fabio ha appoggiato male il piede durante lo scambio e ha subito accusato dolore tanto da doversi sedere nella sedia del giudice di linea, con il volto coperto da un asciugamano. Come detto, ha poi concluso e portato a casa il match. Evidentemente però la caviglia faceva ancora male. Perciò, anche al fine di non aggravare ulteriormente l’infortunio, l’azzurro ha preferito saltare sia la semifinale che il prestigioso appuntamento di Shanghai. Se riuscirà a recuperare lo rivedremo in campo già la settimana successiva a Stoccolma, dove difende la semifinale raggiunta nel 2017.
Forse il tennista sanremese ha compiuto questa scelta consapevole del fatto che non gli costerà nulla. Anzi, durante la settimana di riposo guadagnerà 90 punti. Il motivo è il seguente. Sulla carta i tennisti iscritti di diritto ad un Masters 1000 devono per forza parteciparvici, pena uno zero in classifica per quella settimana nel ranking. Tuttavia, esiste una deroga al regolamento ATP per i veterani del tour, sfruttata in maniera estensiva da Roger Federer. Infatti tutti i giocatori con almeno trent’anni d’età compiuti al primo gennaio della stagione in corso, 12 stagioni sulle spalle e 600 partite da professionisti all’attivo usufruiscono di tre esenzioni in anno. Insomma basta soddisfare questi tre criteri e si possono saltare fino a tre Masters 1000 senza conseguenze. Fognini ha 31 anni, è professionista dal 2004 e vanta oltre 800 partite giocate in carriera contando anche quelle al di fuori del circuito maggiore e dunque può sfruttare l’esenzione e saltare serenamente il suo secondo Masters 1000 dopo Cincinnati.
Potendo quindi ‘scartare’ lo zero di Shanghai, Fabio potrà far rientrare nel conteggio, come 18esimo miglior risultato della stagione, uno di quelli inizialmente esclusi. Si tratta dei 90 punti della semifinale persa a Sydney a gennaio contro il russo Daniil Medvedev, uno dei tennisti più caldi del momento. Mica male per una settimana di relax. Da sottolineare però come questa sia l’ultima occasione in cui può approfittare del bonus per i giocatori “più navigati”. Infatti, non avendo partecipato a Bercy nemmeno lo scorso anno, in caso di forfait il risultato negativo sarà comunque inserito nel ranking. Il regolamento prevede infatti che non si possa saltare lo stesso Masters 1000 per due anni di fila.
LA CLASSIFICA – Inoltre bisogna sottolineare come, a causa di questo infortunio, la disperata rincorsa di Fognini alla Top 10 e alle Finals subisca una brutta battuta d’arresto. Chiaramente i 90 punti non compensano il possibile trionfo pechinese e un buon risultato in quel di Shanghai. In ottica best ranking, invece, la situazione è molto più positiva. Fabio può approfittare degli stop di Goffin (stagione finita) e Dimitrov per ritoccare la sua attuale posizione, la n.13 corrispondente anche alla migliore in carriera. Andare oltre appare difficile poichè Nishikori è in grande forma e Isner, pur avendo annunciato il forfait a Shanghai dista ancora 700 punti nella Race to London. Difendere però l’undicesima posizione nella classifica che a breve confluirà nel ranking sembra un obiettivo alla portata.
Dimitrov, che in un ranking ATP quantomai inattendibile lo precede di 1300 punti, paga infatti quasi 500 punti di ritardo da Fognini nella Race e salvo sorprese non avrà modo di recuperare lo svantaggio. Lo stesso Goffin gli è davanti nel ranking solo per questioni temporali, ma finirà alle sue spalle una volta scaduti i punti di Londra. I principali avversari da cui Fognini deve guardarsi per riuscire nel suo obiettivo sono al momento Tsitsipas, Raonic ed Edmund, lontani poco più di 400 punti. Best ranking o meno, rimarrà in ogni caso la bella stagione del nostro n.1, che anche nel 500 di Pechino ha dimostrato di aver acquisito notevole solidità.
A PECHINO FINALE DELPO TROVA BASILASHVILI – La prima semifinale del 500 cinese dunque non si è giocata ma rimaneva da decidere il secondo finalista che doveva guadagnarsi il diritto di sfidare del Potro: l’ha spuntata Nikoloz Basilashvili che ha superato in due set un po’ a sorpresa Kyle Edmund. Il georgiano conferma un ottimo feeling con i tornei di questa categoria dopo la sua vittoria ad Amburgo a luglio.
Rimpianti per il britannico nel primo set: dopo uno scambio di break nei primi due giochi, Edmund ha avuto due set point consecutivi sul 5-4 15-40 senza riuscire a concretizzarli. Nel tie-break Basilashvili sempre al comando: prima spreca due set point consecutivi sul 6-4, poi chiude 8 punti a 6
Nel secondo set Edmund risente della delusione e cede immediatamente il servizio mettendo una pietra tombale sul match che si chiude in 1h40 circa. L’unico precedente tra del Potro e Basilashvili risale a un anno fa: primo turno del Masters 1000 di Shanghai con l’argentino che si impose 6-4 al terzo set. Ora ancora in Cina con una posta in palio molto più importante Nikoloz cerca l’impresa.
Risultati:
[1] J.M del Potro b. [4] F. Fognini W/O
N. Basilashvili b. [5] K. Edmund 7-6(6) 6-4