Fognini, rischio operazione: “Dura, ma non ne posso più” (Crivelli). Seppi k.o. a Basilea. Wozniacki schock: “Artrite reumatoide” (La Gazzetta dello Sport)

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Fognini, rischio operazione: “Dura, ma non ne posso più” (Crivelli). Seppi k.o. a Basilea. Wozniacki schock: “Artrite reumatoide” (La Gazzetta dello Sport)

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Fognini, rischio operazione: “Dura, ma non ne posso più” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La corsa al Masters di fine anno di Fabio Fognini, per la quale serviva comunque un miracolo, si è infranta contro una caviglia in fiamme e non sul muro della forza degli avversari. Il finale di stagione di Fabio, come l’inizio della prossima, è in bilico, anche se ufficialmente il numero uno italiano risulta ancora iscritto a Bercy e probabilmente andrà lo stesso a Parigi, «senza allenamento come già successo a Stoccolma». E come accade praticamente dal mese di marzo. Il problema, che si trascina da allora, è sempre lo stesso: la caviglia destra non vuole mettere giudizio e procura un dolore insuperabile. Un problema medico complesso, come spiega lui stesso: «Intanto, ho dei piccoli frammenti ossei sopra il collo del piede e poi la parte posteriore dell’astragalo forse si è staccata ed è molto instabile». Per questa ragione, come anticipato in un’intervista al sito Tennis World Italia, l’intervento chirurgico adesso è un’opzione sul tavolo: «Quando il match diventa serrato, non riesco più a correre bene. Ho continuato a giocare grazie alle infiltrazioni e con l’aiuto di tape, ma questo mi ha obbligato spesso a interrompere gli allenamenti per un po’ prima di riprenderli. Sto pensando di operarmi, sinceramente non ne posso più». Fabio ha subito contattato il professor Parra, il mago dei trattamenti laser che è anche il responsabile medico del team azzurro, e ha in programma di consultare più ortopedici specialisti della caviglia per valutare se sia percorribile pure la via di una terapia conservativa. Anche perché, sono parole sue, «l’operazione sarebbe difficile e dura, a 31 anni e mezzo rappresenterebbe un’incognita e vorrei evitarla. E poi non si conoscerebbero i tempi di recupero, vanno da un mese e mezzo in su, ma sono difficilmente quantificabili». Significherebbe rinviare tutta la preparazione invernale, fondamentale per costruire le basi fisiche e tecniche della prossima stagione, saltare gli appuntamenti di gennaio, Australian Open compresi (dove dovrebbe difendere gli ottavi) e ripresentarsi, se tutto andasse per il meglio, tra febbraio e marzo, con il fardello di una condizione da ritrovare in fretta. Insomma, un finale di stagione (la sua migliore in carriera) che gli porta in dote il tormento di scelte che possono risultare decisive: «Ho raggiunto grandi traguardi. Alla fine si è parlato addirittura di Master, perché comunque ho giocato bene e lo merito per tutto quello che ho fatto, ma adesso non è nei miei pensieri». Restano però fissate le bellissime immagini di un 2018 in cui Fabio ha dato continuità e motivazioni a una qualità tennistica al solito sopraffina, un cambio di marcia testimoniato dalle quattro finali giocate con tre successi, tra cui il primo di sempre sul cemento (a Los Cabos), le nove semifinali, unico giocatore ad aver raggiunto questo traguardo, la seconda settimana raggiunta tanto a Melbourne quanto a Parigi, le 45 vittorie complessive (con 20 sconfitte), suo record personale che cancella le 42 del 2013, il miglior ranking eguagliato (13, adesso è 15) a un soffio dal numero 11. Comunque vada con la caviglia, Fognini rimane in debito con il destino di un exploit che illumini una volta per tutte un talento fuori dall’ordinario. Buona fortuna.

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Seppi k.o. a Basilea. Wozniacki schock: “Artrite reumatoide” (La Gazzetta dello Sport)

Finisce l’avventura di Andreas Seppi a Basilea contro uno dei giocatori più in forma del momento, il Next Gen russo Daniil Medvedev. Bella partita, l’azzurro (che tornerà in top 40) non sfrutta un set point nel primo parziale. Ai quarti anche Federer, a caccia del nono trionfo nel torneo di casa. Al Masters femminile di Singapore decise le prime due semifinaliste, Pliskova e Svitolina, Oggi si decide il Gruppo Rosso, dove sono ancora in corsa tutte e quattro le protagoniste, ma intanto fa clamore la rivelazione della danese Caroline Wozniacki, vincitrice degli Australian Open e numero 2 del mondo: soffre di artrite reumatoide, una malattia autoimmune che provoca stanchezza e dolori articolari. Lo ha scoperto dopo Wimbledon e ha cominciato subito a curarsi, anche se dovrà convivere per sempre con il problema.

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