Federer a Basilea cerca il 99° titolo (Cocchi). Davis, così la coppa rischia di scoppiare (Semeraro). La Federtennis cresce tra nuova governance, sede unica e alti ricavi (Bellinazzo). Filippo e l’importanza di potesi sentire Baldi (Bertellino)

Rassegna stampa

Federer a Basilea cerca il 99° titolo (Cocchi). Davis, così la coppa rischia di scoppiare (Semeraro). La Federtennis cresce tra nuova governance, sede unica e alti ricavi (Bellinazzo). Filippo e l’importanza di potesi sentire Baldi (Bertellino)

Pubblicato

il

 

Federer a Basilea cerca il 99° titolo (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Finale numero 14 a Basilea per Roger Federer che oggi, contro Marius Copil andrà a caccia del nono titolo nel torneo di casa e il 99° in carriera. L’ex numero 1, che non ha ancora deciso se partecipare o meno all’ultimo Masters 1000 della stagione a Parigi Bercy, ieri si è sbarazzato senza fatica di Danil Medvedev in due set e oggi affronta la sorpresa del torneo, il romeno Copil, numero 93 del ranking, che ieri nell’altra semifinale ha fermato in tre set Sascha Zverev. Copil, 28 anni, punta al primo titolo della carriera. Il qualificato romeno, autore ieri di 26 ace, prima di Basilea non aveva mai battuto un top ten, mentre in settimana ne ha mandati a casa due: Cilic e appunto Zverev. A Vienna invece oggi Kei Nishikori gioca la finale contro Kevin Anderson. Elina Svitolina e Sloane Stephens oggi alle 12.30 ora italiana si giocano il titolo delle Wta Finals a Singapore. In semifinale l’ucraina ha sconfitto in tre set Kiki Bertens, mentre la statunitense ha battuto in rimonta Karolina Pliskova dopo aver perso il primo set 6-0.

——————————————————–

Davis, così la coppa rischia di scoppiare (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Adesso la Coppa rischia di scoppiare davvero. Il quotidiano francese L’Equipe ha svelato che alla federazione internazionale è stata recapitata una lettera di fuoco in cui alcuni top player minacciano un clamoroso boicottaggio della prossima edizione della Coppa Davis. A irritare i giocatori è il nuovo formato scelto per il 2019, la fase finale a 18 squadre in sede unica e i match al meglio dei tre set, vero affronto a una tradizione ultracentenaria. Ma anche, forse soprattutto, la data scelta, a novembre, appena dopo le Atp Finals, e il modo in cui l’operazione, finanziaria più che sportiva, è stata gestita dall’Itf, dal gruppo di investimento Kosmos (3 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni) e dal suo socio e portavoce, il calciatore Gerard Piqué. I soldi fanno gola a tutti, e per il 2019 si paria di un montepremi complessivo di 23 milioni di euro – non ancora versati.. – per giocatori e federazioni Ma di soldi i top player ne hanno anche troppi, per loro contano altre cose: il calendario e la possibilità di decidere. Invece la frettolosa e un po’ avventurosa joint venture Kosmos-Itf li ha tagliati fuori, ignorando le loro richieste, e piazzando il macigno della fase finale a poche ore di distanza dalla conclusione del Masters di Londra. Federer, Djokovic e Sascha Zverev hanno dichiarato la loro contrarietà. «Non posso giocare undici mesi e mezzo all’anno», ha digrignato Zverev. Federer, che da organizzatore della Laver Cup vede l’intruso calcistico Piqué con la stessa simpatia di un doppio fallo sul match-point, ha dichiarato di non aver ancora deciso – ma fra le righe si legge un bel “No” in stampatello – mentre Djokovic, da presidente del consiglio giocatori, ha detto di preferire il progetto di una Coppa del Mondo targata Atp in partenza nel 2020. Nole, indossati i panni del negoziatore, a Shanghai ha provato a parlare con Piqué, e le trattative proseguono, «ma se l’Itf ha iniziato sparando così», ha ammesso a Milano il presidente dell’Atp Chris Kermode, allargando le braccia, «non credo che il problema si risolverà in fretta». A intorbidire la questione ci sono anche le voci che girano sui metodi usati dal presidente Itf, l’americano David Haggerty, per convincere le federazioni indecise a votare il suo pasticcio. L’Equipe ha parlato di promesse economiche e (nel caso dell’Italia) di favori nella concessione dei diritti tv. In aggiunta, pochi giorni fa, sono arrivate inaspettate le dimissioni del presidente della federazione francese Giudicelli, autore di un voltafaccia clamoroso a favore della “Coppa Piqué”. Sempre secondo l’Equipe, Giudicelli si sarebbe accorto che l’intera faccenda rischia un flop clamoroso e avrebbe scelto di tirarsene fuori in tempo. Piqué, che per mettere una toppa su un progetto-capolavoro capace di scontentare quasi tutti, si è fatto il giro del mondo, ora suda freddo (pensando alle penali?) e un po’ balbetta. Ad esempio, dopo aver sbandierato che la riforma sarebbe servita a riportare in Davis i grandi nomi, ha già fatto dietrofront dichiarando che in Davis «contano le squadre, non i singoli» (ma allora che bisogno c’era di cambiare?). Per ora vive in un bunker spagnolo: le finali si giocheranno per i primi due anni a Madrid, direttore del torneo è stato nominato l’ex Top Ten Albert Costa, e Rafa Nadal ha dato la sua adesione. Rafa, fermo dagli US Open per l’infortunio al ginocchio, dovrebbe tornare in campo finalmente a Parigi-Bercy la prossima settimana, dove si discuterà ancora di Davis. L’ultima finale “vecchio stile” è in programma il 23-25 novembre fra Francia e Croazia a Lille, ma a questo punto in molti si chiedono: sarà davvero l’ultima?

——————————————————–

La Federtennis cresce tra nuova governance, sede unica e alti ricavi (Marco Bellinazzo, Il Sole 24 Ore)

La Federazione italiana tennis accelera nel percorso di modernizzazione avviato lo scorso anno. Il simbolo di questo cambiamento di status e di governance sarà rappresentato dalla nuova sede in cui saranno concentrate tutte le attività del Gruppo. Il termine per ricevere le proposte per la realizzazione di un sito da 3.500/4.000 metri quadri scade il prossimo 31 ottobre. Il bando della Fit è molto selettivo e determinerà un investimento rilevante, anche considerando i valori immobiliari del quadrante della Capitale interessato dall’insediamento. Nella struttura dovranno confluire gli oltre 200 dipendenti che oggi sono dislocati in una pluralità di uffici romani. Anche il settore editoriale dovrebbe trovare spazio. La Fit del presidente Angelo Binaghi potrà ricorrere, se ritenuto conveniente, a diverse forme di finanziamento, a partire dal supporto del Credito sportivo guidato da Andrea Abodi. Ma grazie alla crescita degli ultimi 15 anni, la Fit potrebbe essere anche in grado di provvedere con risorse interne. Nel 2018, anche grazie agli Internazionali Bnl d’Italia, il fatturato della Fit e delle società correlate è stato di 62 milioni di euro. Per cavalcare l’onda dei successi sportivi che negli ultimi mesi hanno contrassegnato l’attività di alto livello, soprattutto in ambito maschile, la Fit intende potenziare la promozione sul territorio delle discipline sportive che sono sotto la sua egida. Una sfida che il presidente Binaghi ha voluto affrontare rafforzando anche il profilo dei manager chiamati ad attuare il piano di riforme approvato dal suo consiglio. Come è avvenuto a maggio 2018 con la scelta di Marco Martinasso (ex Vice President Marketing e Digital Business di Alitalia) quale nuovo Direttore Generale della Fit Servizi, che avrà come obiettivo quello di rendere sempre più efficienti le diverse leve di sviluppo del tennis tricolore, dall’ambito commerciale alle sponsorizzazioni, al marketing, al digital, con nuove piattaforme e app che saranno disponibili a breve. La Fit servizi si occuperà inoltre di incentivare lo sviluppo del movimento di base sul territorio, implementando una rete di promoter qualificati per far crescere il numero di tesseramenti e affiliazioni di circoli. Sarà fondamentale la valorizzazione degli asset della Federtennis come il canale SuperTennis che festeggerà i 10 anni durante le Next Gen Atp Finals in programma dal 6 al 10 novembre a Milano.

——————————————————–

Filippo e l’importanza di potesi sentire Baldi (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Da inizio anno Filippo Baldi ha fatto un balzo di quasi 200 posizioni in classifica mondiale, entrando per la prima volta tra i top 200 (176 Atp), frutto di una costante progressione e del primo titolo challenger, a Ismaning (Ger).

Cosa le è rimasto di questa prima vittoria?

Una grande felicità, perché è il risultato del lavoro in questi ultimi due anni, partendo quasi da zero e migliorando giorno dopo giorno. Prima vittoria arrivata alla prima finale.

Come è nato il rapporto con il suo attuale staff tecnico e con Francesco Aldi?

Conoscevo Francesco per averlo incontrato in diversi futures e a fine 2016 ero senza allenatore. L’ho rivisto per la A1, giocata al Selva Alta di Vigevano. Lui nella circostanza accompagnava un suo giocatore e ci siamo parlati. Ho accolto la proposta di provare una settimana di allenamento a Palermo e da quel momento il mio percorso è cambiato. Una scelta che rifarei mille volte, perché quanto ottenuto in questo periodo lo devo al cambio di rotta, alla guida tecnica e all’ambiente nel quale mi sono subito trovato a meraviglia, gente e città comprese.

L’attuale ranking le consentirà di misurarsi per la prima volta nelle qualificazioni di un torneo Slam: gli Australian Open. Cambiano gli obiettivi, immediati e futuri?

Ovvio che questo rappresenti un primo step di conferma della crescita. Penseremo ad effettuare la miglior preparazione possibile per l’appuntamento australiano. Non parlerei però di obiettivi di classifica, piuttosto della ricerca costante che ci siamo posti in termini di miglioramento generale del mio tennis. Stiamo lavorando sul profilo tecnico, ma anche su quello mentale, cercando di avere sempre il giusto atteggiamento. Quest’anno lo sto facendo e non a caso sono arrivate anche diverse vittorie al terzo set.

Nel tennis azzurro maschile sono tanti gli emergenti: più stimolo a far bene o responsabilità?

Faccio il tifo per il tennis italiano e i miei compagni, perché quando hai la concorrenza in casa è un’occasione di crescita per tutti.

Filippo, lei ha riferimenti?

Da piccolo Federer e Nadal. In casa Italia Fabio Fognini, con il quale ho avuto l’opportunità di allenarmi a Barcellona e in giro per il mondo. Lo stimo come persona e come tennista. Il torneo dei sogni invece è Roma, per un azzurro rappresenta il massimo.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement