Fed Cup, verso la finale: Krejcikova per Pliskova. USA all'arrembaggio

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Fed Cup, verso la finale: Krejcikova per Pliskova. USA all’arrembaggio

L’infortunio di Karolina favorisce il ricongiungimento della coppia numero uno al mondo. Ceche ampiamente favorite, ma Kathy Rinaldi non getta la spugna: “Ci proveremo”

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Si tratta di un gruppo meraviglioso, è un piacere e un onore lavorare con queste ragazze. Sfavorite? Forse, ma siamo pronte a giocarcela“. Kathy Rinaldi, capo spedizione della truppa USA a Praga per la finale di Fed Cup in programma sabato e domenica presso la O2 Arena, è in un certo senso costretta a fare buon viso a cattivo gioco, non essendo consentito al suo ruolo istituzionale un diverso frasario, ma il Capitano a stelle e strisce, piantata in asso dalle primedonne del tennis di casa, prova anche a gettare le basi per crederci seriamente: “Qui tutto è perfetto, siamo state accolte bene e non c’è niente di cui le ragazze si debbano preoccupare al di fuori del campo. L’esperienza sarà memorabile, dobbiamo solo godercela e dare tutto“.

Le sue allieve, protagoniste di una conferenza stampa che trasuda genuino entusiasmo, provano a farle eco. Danielle Collins, vera sorpresa dell’anno, o almeno della prima parte, con la deflagrazione di Miami e una seconda parte di 2018 che non ha del tutto confermato le promesse, ex collegiale provvista di un notevole spirito di gruppo, tiene molto a esprimere la propria estasi a fronte di un momento che meno di dodici mesi fa nemmeno lontanamente si sarebbe aspettata di vivere: “È stata un’annata memorabile, ho lottato per ottenere ciò che ho ottenuto e sperato di raggiungere certi obiettivi, certo è successo tutto in modo molto più rapido del previsto“. Più o meno i medesimi concetti espressi dalla teenager Sofia Kenin, salita giusto la settimana scorsa al best ranking nella top 50 WTA e “ansiosa di vivere un’esperienza tanto emozionante“, benché “conscia del diverso risalto di una simile finale rispetto a qualsiasi altra cosa vissuta sinora“.

Lo stesso ardore, magari mitigato da una certa esperienza, traspare dalle parole di Alison Riske, ma la più loquace è la doppista Nicole Melichar, la quale si trova nella curiosa situazione di essere nata a Brno da genitori entrambi cechi: “Ma mi sento in tutto e per tutto americana. Estremamente orgogliosa delle origini e delle tradizioni dei miei genitori, ma americana. Sono cresciuta lì e non potrebbe essere altrimenti. Se ne sto approfittando per insegnare la lingua alle mie compagne? Non è facile, provo con qualche parola. Se non altro, dovessero avere bisogno, posso fare loro da interprete“.

Con la calma dei forti, ma anche con la pressione dei favoriti, Petr Pála, cinque Fed Cup in bacheca, prova a non prendere sottogamba un tie in cui ha tutto da perdere: “Siamo favoriti, non posso negarlo. Ma solo un po’ e, soprattutto, solo sulla carta. Sono felice di poter giocare nell’arena in cui siamo imbattuti e appagato dal fatto che le migliori giocatrici abbiano risposto ancora una volta con entusiasmo alla convocazione, permettendomi di schierare una squadra notevole, con Petra Kvitova e le più forti doppiste al mondo. Ma loro sono pericolose, giovani, migliorate tecnicamente; hanno scalato la classifica velocemente per la loro età e battuto alcune top 10 durante l’anno: è una sfida tutta da giocare“.

Sentendosi sufficientemente tutelato per quanto riguarda i singolari, Pála ha deciso di sostituire Karolina Pliskova, a casa con un polpaccio stirato a Singapore, con Barbora Krejcikova, restituendo a Katerina Siniakova la partner con cui ha raggiunto la vetta della classifica mondiale di specialità. Il punto in palio nel match di doppio, nell’eventualità servisse, dovrebbe essere già prenotato.

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