Zverev regge il confronto con i 'Fab'. Gli è davanti solo Nadal

Statistiche

Zverev regge il confronto con i ‘Fab’. Gli è davanti solo Nadal

La gemma raccolta da Sascha a Londra, dove ha vinto il trofeo (sinora) più prestigioso della sua carriera, vale un primo bilancio. Alla sua età Federer era dietro, Djokovic più o meno al suo livello

Pubblicato

il

 

La precocità di un tennista è sempre una questione spinosa, perché è difficile e spesso poco sensato basarla soltanto su un confronto di età. Lo sport è mutato molto nei decenni e il contesto nel quale si trova un diciottenne di oggi è ben diverso da quello in cui si trovava nei primi anni duemila, o a fine anni 80, per non andare ancor più a ritroso nel tempo: ad esempio, ormai è chiaro che non ci si possono più aspettare teenager campioni in un torneo del Grande Slam (tra gli uomini in attività, nonostante si parli forse dell’era migliore di sempre, c’è il solo Nadal ad esserci riuscito).

C’è però sempre, per fortuna, qualcuno che supera le aspettative e costringe a ripercorrere indietro il tempo per fare paragoni. Nella seconda metà degli anni dieci, questo qualcuno è Alexander Zverev. A ventun anni il tedesco ha conquistato le ATP Finals, battendo in semifinale e in finale Roger Federer e Novak Djokovic, e si è lanciato definitivamente come una star del tennis più mainstream. Da ora in poi anche lo spettatore occasionale conoscerà il suo nome, ammesso che non fosse così già grazie ai tre successi nei Masters 1000 (Roma, Canada e Madrid) e a una presenza ai vertici fissa. Confrontati con quelli dei coetanei, i risultati di Zverev sono strabilianti: per la sua generazione erano state istituite le Next Gen Finals, la versione under-21 del Masters di fine anno; lui entrambe le volte le ha saltate, qualificandosi all’evento stellato vero e proprio. E mentre già si affacciano sul circuito i figli dei nuovo millennio, nessun nato negli anni 90 ha finora ottenuto risultati simili a quelli del tedesco di origini russe. Difficilmente quindi sarà qualcuno con più anni di lui a sbarrargli la strada in futuro, quando i migliori di adesso avranno raggiunto l’età pensionabile (che nel tennis, come nel mondo reale, continua ad alzarsi).

Alexander Zverev – ATP Finals 2018 (foto Alberto Pezzali Ubitennis)

Il cammino di Zverev in questi suoi primi anni nel circuito pro, tuttavia, regge il confronto anche con quelli dei Fab Four, gli unici tra i mostri sacri del tennis che Sascha avrà mai modo di affrontare direttamente e a parità di condizioni. Sfruttando il suo successo alla O2 Arena di Londra, la ATP ha paragonato la carriera di Zverev a quella che, all’età attuale dell’amburghese, avevano avuto gli unici giocatori in attività ad aver raggiunto la posizione di numero uno. Risultato? Sascha ne esce più che bene. Il suo terzo anno “full ATP”, senza qualificazioni né Challenger, lo porta a 10 titoli e 175 vittorie in carriera, e a un passo dal ritorno al suo best ranking di numero 3 del mondo. Fermando l’orologio storico di Federer, Nadal, Djokovic e Murray a ventun anni e 212 giorni si scopre che Zverev è in pari, se non avanti, a tre dei quattro. L’unico tre spanne sopra gli altri è il maiorchino: i dati fanno (ri)scoprire la sua già citata precocità, dato che a quell’età era stato capace di vincere la bellezza di 23 titoli e di superare le 250 vittorie ATP, peraltro con meno sconfitte di Zverev, nonostante quasi il doppio delle stagioni passate nel circuito maggiore fino a quel punto.

Djokovic è quello con il quale Zverev si trova più in linea, perché i loro percorsi sono i più simili almeno dal punto di vista numerico: stesso best ranking, appena un titolo in più per il serbo. Il punto è che all’epoca, e parliamo di fine 2008, oltre alle ATP Finals Nole aveva già vinto Masters 1000 complicatissimi come Indian Wells e Miami e soprattutto il suo primo trofeo Slam agli Australian Open. Murray è indietro a tutti, anche se a differenza di Zverev a quell’età aveva già raggiunto una finale agli US Open mentre attualmente il miglior risultato di Sascha in un major è appena un quarto di finale. Da questo punto di vista può consolare la storia di Federer, oggi a un solo titolo dal fare cento eppure di gran lunga il “late bloomer” del quartetto: a ventun anni Roger aveva combinato meno di quello che il suo protetto ha ottenuto finora, con un solo titolo Masters ad Amburgo, zero semifinali Slam, e il best ranking di numero 4; qualche mese dopo avrebbe fatto il salto di qualità definitivo, iniziando a vincere grandi tornei su grandi tornei. Non è detto che vada allo stesso modo, soprattutto negli stessi tempi, ma Zverev sembra pronto e la crescita tecnica si sta già innegabilmente tramutando in risultati sul campo.

Per concludere si può dare uno sguardo agli scontri diretti, sempre contro i Fab Four (dato che, come già detto, Zverev è per il momento di gran lunga superiore a tutte le altre nuove leve): parità contro Federer (3-3) e Djokovic (2-2), uno solo precedente con Murray perso quando il suo tennis era fin troppo acerbo, e il pesante 0-5 contro Nadal, reso ancora più amaro dal match point sprecato rovinosamente nel loro primo confronto a Indian Wells 2016. Avrà modo di vedersela con loro ancora per qualche anno, e l’età sembra destinata a favorirlo sempre più. Il quadro finale, insomma, sorride a Sascha: che oggi ci sia una coppa o una finale in meno di questo o di quello conta davvero poco, lui è da solo nel trend dei più grandi. Le vere somme si tireranno tra una quindicina d’anni, e c’è da credere che per allora la storia gli avrà dato tutta la ragione.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement