Murray contro i ‘furbetti’ del toilet break

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Murray contro i ‘furbetti’ del toilet break

Lo scozzese, a Miami per la preparazione, lancia due drastiche proposte per limitare l’uso tattico del toilet break e del medical timeout

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Andy Murray - US Open 2018 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

L’off season, si sa, è periodo di riflessioni e non lo è solo per giornalisti e addetti ai lavori, intenti a tirare le fila della stagione appena conclusa alla ricerca di chiavi di lettura diverse e particolari. Durante la sua preparazione a Miami, Andy Murray, sempre attivissimo sui social, ha lanciato un sondaggio sul suo profilo Instagram, avanzando due proposte per arginare il problema dei toilet break e dei medical timeout richiesti esclusivamente per spezzare il ritmo all’avversario e provare a ritrovare il proprio, magari dopo una striscia negativa di game persi o dopo un break subito.

“Se un giocatore vuole andare in bagno o avere un medical timeout, allora il suo avversario o la sua avversaria è autorizzata a chiamare il coach in campo per tutta la durata della pausa, limitando il vantaggio ottenuto spezzando il ritmo”, scrive Murray come prima opzione. “Le TV adorerebbero questa cosa perché darebbe loro qualcosa di cui parlare durante la sospensione”, aggiunge poi lo scozzese.

La seconda proposta è decisamente più drastica, in pieno stile Murray, ed effettivamente potrebbe scoraggiare molti “furbetti”. Se un giocatore vuole chiamare un medical timeout, perde a tavolino il successivo game di servizio dell’avversario, così quando ritorna in campo sta a lui servire. Penso che, in questo scenario, i giocatori richiederebbero l’intervento del fisioterapista o del medico solo se ci fosse un vero problema”. La “Riforma Murray” sa ovviamente molto di provocazione benefica, volta ad attirare l’attenzione delle alte sfere su un problema molto avvertito dai giocatori. Chissà che, sfruttando l’onda di generale rivoluzione che sta attraversando il tennis contemporaneo, le proposte di Andy non vengano quantomeno prese in considerazione.

Per il momento, almeno sui social, ha riscosso grande successo, dato che l’89% dei follower dello scozzese ha ritenuto che le soluzioni avanzate fossero “una buona idea”. Chissà in quanti si ricordano del toilet break chiesto da Murray prima del quinto set della finale degli US Open 2012 contro Novak Djokovic. Lo stesso Andy confessò poi che una bella chiacchierata davanti allo specchio lo aiutò a tranquillizzarsi dopo i due set persi consecutivamente e a ritrovare la concentrazione per vincere il suo primo Slam.

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