AUCKLAND
Dicono che la Nuova Zelanda, per clima, estensione e altre ragioni, sia un’Italia al capo opposto del globo. Di sicuro di Italia ce n’è abbastanza laggiù, in questa settimana di tennis: nella nostra notte Matteo Berrettini ha trovato il primo successo del suo 2019, battendo comodamente il qualificato Mackenzie McDonald, e ha raggiunto al secondo turno dell’ASB Classic di Auckland Fabio Fognini e Marco Cecchinato (dotati di bye in quanto teste di serie numero 2 e 3).
Il 6-3 6-4 finale in favore di Berrettini è maturato grazie alla sua immediata reazione a un avvio complicato, in cui era stato breakkato per primo. Un’alta conversione con la prima palla ha consentito al ventiduenne romano di difendere più agevolmente i successivi turni di servizio, mettendo in difficoltà McDonald con la risposta e chiudendo la questione in meno di un’ora e un quarto. Al secondo turno Berrettini troverà uno tra Steve Johnson e Leonardo Mayer. Cecchinato ha conosciuto il proprio avversario, che sarà Tennys Sandgren, mentre Fognini attende il vincente della sfida tra Guido Pella e Peter Gojowczyk. I tre azzurri sono tutti collocati nella metà inferiore di tabellone, ma per i due più giovani l’Australia è terra di conquista, dato che nel gennaio dello scorso anno il loro ranking e il loro rendimento erano davvero lontani da quelli odierni. Fabio dovrà invece già iniziare a difendere i tanti punticini raccolti nei tornei 250: questa settimana già scadono quelli della semifinale a Sydney.
Tra gli altri incontri della prima giornata della settimana maschile di Auckland (nel femminile si è nuovamente imposta Julia Goerges) da segnalare lo scivolone di Denis Shapovalov. Il Next Gen canadese è ancora assai inaffidabile dal punto di vista dei risultati, paragonato almeno a molti pari età: la sconfitta subita da Joao Sousa, nonostante il set di vantaggio e il teorico piccolo vantaggio di giocare sul cemento all’aperto, lo ha dimostrato nuovamente. Di tutt’altro tipo invece l’eliminazione di Benoit Paire, in aperta polemica con l’organizzazione del torneo. In arrivo da Pune, in India, dopo 30 ore di volo, Paire si era lamentato su Twitter di essere stato programmato per giocare nel primo giorno di torneo. La protesta è proseguita in campo, dove il barbuto francese ha regalato a Cameron Norrie cinquantotto minuti di non-partita in cui si è persino concesso una pennichella al cambio di campo e un applauso ironico al pubblico. Non sembrano esserci gli estremi per una sanzione, ma non si sa mai.
👏🏼👏🏼👏🏼 !!!!!!!! 30h de voyage de ma chambre d’hôtel a Pune jusqu’à Auckland, je suis parti samedi à 1h30 du matin de l’hôtel j’arrive dimanche à 15h à Auckland, 7h30 de décalage horaire et je suis programmé le lundi!!!!!!! #MERCI
— paire benoit (@benoitpaire) January 6, 2019
Risultati:
P. Kohlschreiber b. [Q] B. Klahn 6-4 7-6(2)
[WC] C. Norrie b. B. Paire 6-3 6-2
J. Sousa b. [7] D. Shapovalov 4-6 6-4 6-4
T. Fritz b. M. Copil 4-6 6-3 6-4
J.L. Struff b. [LL] L. Djere 7-6(5) 2-0 rit.
T. Sandgren b. [Q] M. Marterer 6-3 6-4
M. Berrettini b. [Q] M. McDonald 6-3 6-4
SYDNEY
Il gennaio “down under” prosegue a Sydney, con la centoventiseiesima edizione del Sydney International. Almeno per la metà maschile del si tratterà anche dell’ultima, dato che la ATP ha ufficializzato la capitale del Nuovo Galles del Sud come una delle tre sedi per la rinnovata World Team Cup (insieme a Brisbane, sede dell’altro ATP 250 australiano, e una terza ancora da annunciare che a meno di sorprese sarà Perth, con la Hopman Cup anch’essa destinata a sparire).
Assente il campione in carica Daniil Medvedev, ritiratosi a tabellone già compilato dopo aver raggiunto la finale domenica a Brisbane, i favoriti sembrano al momento la prima testa di serie Stefanos Tsitsipas e il padroncino di casa Alex De Minaur, finalista perdente lo scorso anno. Il classe 1999, protetto di Lleyton Hewitt, ha difeso la propria quinta posizione nel seeding superando agevolmente Dusan Lajovic. Al secondo turno incrocerà Reilly Opelka, proveniente dalle qualificazioni e soprattutto da un finale di stagione 2018 con due titoli Challenger consecutivi. Lo statunitense è il più alto giocatore del tour (due centimetri in più di Karlovic!) e con sedici ace in appena dieci game al servizio si è liberato di Albert Ramos-Vinolas, ormai finito fuori dai primi 60 del mondo. Uno sguardo avanti: all’una di notte italiana scenderà in campo Andreas Seppi opposto a Jeremy Chardy. Uno pari nei precedenti, curiosamente entrambi avvenuti proprio in Australia, a Melbourne.
Risultati:
[5] A. De Minaur b. D. Lajovic 6-4 6-3
S. Querrey b. M. Jaziri 6-1 4-1 rit.
[LL] G. Andreozzi b. M. Ebden 3-6 6-3 6-4
[Q] Y. Nishioka b. R. Harrison 6-4 6-2
[Q] R. Opelka b. A. Ramos-Vinolas 6-3 6-4