Australian Open day 1: Rafa, Roger e quattro azzurri ma gli occhi di tutti su Murray

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Australian Open day 1: Rafa, Roger e quattro azzurri ma gli occhi di tutti su Murray

Prima giornata a Melbourne caratterizzata dal possibile ultimo match di Andy Murray. Esordio morbido per Nadal, il maratoneta Istomin per Federer. Berrettini sfida Tsitsipas, in campo Kerber, Wozniacki e Sharapova, rischia Ostapenko

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Doveva essere il giorno dell’esordio dei campioni uscenti Roger Federer e Caroline Wozniacki ma rischia di passare alla storia come quello che avrà scritto la parola fine alla carriera di Andy Murray. Lo hanno capito tutti, tranne gli organizzatori del torneo che hanno relegato il match tra lo scozzese e Bautista Agut (comunque testa di serie numero 22 e reduce dalla vittoria di Doha) sul terzo campo in ordine di importanza: se per una volta uno tra Roger o Rafa avesse traslocato dalla Rod Laver Arena non sarebbe stata lesa maestà. Magari gli australiani confidano nel cuore da bravehart di Andy e sul fatto che Bautista (3 ottavi qui) abbia vinto solo uno degli ultimi cinque match al quinto. Chissà che l’orgoglio e la spinta del pubblico non possano fare il miracolo, con Andy – cinque volte finalista a Melbourne – che ha perso all’esordio in uno slam solo in tre occasioni ( due in Australia, 2006 e 2008 e una a Parigi nel 2006)

Nonostante i dubbi sulle sue condizioni fisiche, Rafa Nadal non potrà soffrire la wildcard di casa James Duckworth. Rafa ha vinto quattordici delle sedici volte in cui ha incrociato le racchette contro una wildcard in un torneo dello slam, ma una delle due sconfitte capitò proprio contro un australiano, Nick Kyrgios nel famoso match di ottavi a Wimbledon 2014 (l’altra contro Blake ma dobbiamo tornare addirittura agli Us Open 2005). Ha perso solo due volte all’esordio di uno slam (Con Darcis a Wimbledon 2013 e con Verdasco qui nel 2016) e in carriera ha perso solo un volta contro un giocatore dal ranking più basso di quello di Duckworth (n.238), contro Joachim Johansson (n. 690) a Stoccolma tredici anni fa: insomma per uscire subito dal torneo deve accadere un cataclisma.

Al netto degli anni che passano, non dovrebbe correre grossi rischi neppure il due volte dafending Champion Roger Federer. Denis Istomin è sì quello che sorprese l’allora invincibile Novak Djokovic due anni fa su questi campi ed è pur sempre un atleta pronto alla lotta ad oltranza (chiedere ad Andreas Seppi per informazioni) ma contro il primatista slam ha perso sei volte su sei.
Insomma, difficilmente Roger vorrà macchiare la sua ventesima campagna down under (eguagliato il record di Hewitt) con una sconfitta all’esordio in uno slam che manca giusto da qualche secolo, dal ko del Roland Garros 2003 contro il peruviano Horna. Peraltro solo due volte lo svizzero ha perso in un major da un avversario dal ranking basso come quello di Istomin (n. 99): Ancic, 154 e Stakhovsky, 116 entrambi a Wimbledon).

Per una volta John Isner dal basso dei suoi 208 cm sarà il nanetto in campo al cospetto di Reilly Opelka che lo sovrasta di ben tre centimetri. Detto ciò, in nove precedenti slam contro i suoi connazionali non ha mai perso. Otto dei dodici australiani in tabellone giocheranno in questa giornata d’esordio, guidati dal numero uno e fresco campione di Sydney Alex de Minaur. Era dal 2001 che non c’erano tanti Aussie in tabellone, il redivivo Bernard Tomic – al netto di battute sorprendenti ma irregolari – proverà a complicare la vita al finalista 2018 Marin Cilic, ma è piuttosto inverosimile che si arresti a quarantatré il conteggio degli anni dall’ultimo trionfo di un padrone di casa.

Kevin Anderson proverà a vincere il suo primo match a Melbourne dal 2015 ma Mannarino è sempre un avversario ostico, sebbene non abbia mai battuto un top-10 in uno slam. È passato solo un anno, eppure la semifinale del 2018 di Keyle Edmund sembra lontana anni luce: non sarebbe troppo sorprendente vederlo uscire all’esordio contro Tomas Berdych, appena rientrato dopo i guai fisici del 2018 (e subito in finale a Doha), che a Melbourne ha giocato due semifinali e ben sette quarti di finale negli ultimi otto anni.

Detto che uno sguardo fugace a Verdasco e Kecmanovic lo daremmo e, per i nostalgici del gioco estemporaneo anche a Garcia Lopez e Haase, la prima giornata di gare vedrà scendere in campo ben quattro azzurri. Travaglia e Fabbiano hanno una ghiotta chance rispettivamente contro Andreozzi e Kubler, mentre il Seppi d’Australia dovrebbe essere una garanzia sufficiente contro l’americano Johnson ancor più se corroborato da un robusto 3-0 negli head to head.
Il match clou per i nostri colori è però decisamente quello che vedrà Matteo Berrettini fronteggiare l’eletto Stefanos Tsitsipas, il più pronto trai next-gen all’assalto della diligenza di quel che resta dei Fab-four. I due si affrontarono nelle quali degli Us Open 2017 e il greco la spuntò in tre tiebreak. Matteo non è partito benissimo in questo 2018 e le aspettative su di lui sono altissime: sorteggio decisamente sfortunato, speriamo in una bella partita, aggrappandovi alla statistica: nessun greco ha mai vinto una partita in Australia nell’Era Open…

Tra le donne in un torneo che, complici i problemi di Simona Halep, può schiudere le porte della vetta del ranking ad una decina di giocatrici, subito in campo la campionessa di Wimbledon in carica nonché vincitrice qui nel 2016 Angelique Kerber, 4-2 nei precedenti contro Polona Hercog. Esordio anche per la campionessa uscente Caroline Wozniacki, impegnata nel difficile compito di combattere la brutta malattia autoimmune che l’ha colpita ancor più che le avversarie: Van Uytvanck non ha mai vinto una partita in Australia, ma attenzione.

Petra Kvitova ha mostrato a Sydney una condizione atletica finalmente di alto livello e si candida per arrivare fino in fondo. Certo, giocare la settimana prima di uno slam si è spesso rivelato controproducente per la mancina ceca e Rybarikova (6-1 per Petra i precedenti) gioca un tennis fastidioso ma la potenza di Kvitova non dovrebbe fare scherzi sin da subito.
Esordio anche per la campionessa del 2008 Maria Sharapova alla ricerca del tempo che fu contro la qualificata Dart, segnalando che tre volte giocatrici provenienti dal tabellone cadetto hanno sorpreso la divina Maria (Koukalova nel 2003 agli Australian Open, Larcher de Brito e Diatchenko a Wimbledon 2013 e 2018).

Sabalenka e Bertens iniziano il primo slam nel quale dovranno dimostrare di essere qualcosa in più di una outsiders mentre quella che rischia di più tra le big in questa giornata è sicuramente la campionessa del Roland Garros 2017 Ostapenko che si troverà di fronte la greca Sakkari.
Tra le tante partite in programma, occhio anche a Boulter-Makarova, Putintseva-Strycova,
Bencic-Siniakova e alla sfida tra “compagne d’arte” Vekic e Mladenovic con Stan e Dominic spettatori interessati in tribuna.

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