Fed Cup, il ritorno di Garcia: “È il momento giusto”

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Fed Cup, il ritorno di Garcia: “È il momento giusto”

Dopo oltre due anni di assenza e polemiche, la n.1 di Francia torna a difendere i propri colori. Ma ammette: “il primo impatto con le mie compagne sarà freddo”.

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La figliol prodiga è tornata a casa, si potrebbe dire. Ad oltre due anni di distanza dalla finale persa tra le mura amiche di Strasburgo, Caroline Garcia, n.19 al mondo e n.1 di Francia, tornerà a far parte della squadra di Federation Cup. Il capitano Julien Benneteau infatti ha deciso di convocarla per la sfida in trasferta di primo turno contro il Belgio, in programma a Liegi durante il prossimo fine settimana. La stessa Garcia, la quale dopo la bruciante sconfitta del 2016, aveva temporaneamente deciso di abbandonare la Federation Cup per concentrarsi sulla sua carriera in singolare, ha detto che non si aspettava di essere convocata.

“Ero in Tailandia quando Benneteau mi ha chiamato”, ha detto, “Lui mi ha spiegato le motivazioni della mia convocazione. E soprattutto mi ha ascoltato e lasciato tempo per decidere. Avevo anche un match da preparare (quello sorprendentemente perso al primo turno a Hua Hin contro Jennnifer Brady ndr). Non me l’aspettavo assolutamente”. A causa del suo presunto scarso patriottismo, Garcia era stata infatti bandita dalla squadra dal precedente capitano Yannick Noah. Con grande pragmatismo, Benneteau ha ben presto cercato invece di ricucire i rapporti con la propria giocatrice di punta, andando a bussare alla porta di casa sua. “Ho un buon feeling con lui”, ha proseguito la transalpina, “Abbiamo parlato durante la off-season, quando è venuto a Lione. C’è rispetto tra di noi. C’è una volontà comune di andare avanti insieme per far vincere la Francia”.

Garcia ci ha tenuto a ribadire però che il suo abbandono non è mai stato definitivo. Si è trattato semplicemente di una pausa. La tennista lionese ha sempre pensato che prima o poi sarebbe tornata. “Ho sempre detto che sarebbe stata una parentesi”, ha spiegato. “Avevo bisogno di concentrarmi sulla mia carriera di singolare in cui mi fissavo degli obbiettivi molto alti. Ho sempre detto che sarei tornata perché per me è importante rappresentare la Francia durante i miei incontri individuali e nelle competizioni a squadre. E questo era il momento giusto. Ho voglia di cercare qualcosa in più”.

Le malelingue potrebbero suggerire che il ritorno di Garcia sia stato spinto soprattutto dalle possibili ritorsioni da parte della federazione francese, presieduta attualmente del controverso Bernard Giudicelli. La tennista lionese ha negato ma ha giudicato “poco produttivo” costringere i tennisti a giocare, lanciando così una stoccata allo stesso Giudicelli. Altrettanto possibile che Garcia voglia prendere parte ai giochi Olimpici del prossimo anno, che si svolgeranno a Tokyo, capitale del Giappone. Secondo regolamento, servono almeno quattro gettoni in Fed Cup nei due anni precedenti per andare alle Olimpiadi. Ma la francese ha smentito che anche questo elemento abbia influito sulla sua decisione.

Qualcuno però guarderà con sospetto il rientro di Garcia. Si tratta proprio delle sue compagne, che non le hanno mai perdonato di averle lasciate da sole. In particolare Kiki Mladenovic con la quale Garcia aveva vinto in doppio il Roland Garros sempre nel 2016. Mladenovic che poi l’anno successivo era pure stata abbandonata dalla Garcia per la stessa ragione. E non l’aveva presa affatto bene, tagliando i ponti con la ormai ex compagna e arrivando a dire dopo una sconfitta in Fed Cup che era “meglio perdere con persone leali che vincere con persone egoiste”. Il riferimento non era per nulla velato.

Garcia non nasconde che il primo impatto con le compagne sarà “freddo”. Ma spera che la ragione prevalga sui sentimenti. “Nulla sarà come prima. Siamo però tutte abbastanza adulte da distinguere le relazioni professionali con quelle personali. Non c’è bisogno di essere le migliori amiche del mondo per giocare insieme”, ha aggiunto. Ma magari un po’ di spirito di squadra non guasterebbe. Insomma, il pragmatico Benneteau ha ancora da lavorare se vuole rendere la propria equipe unita e vincente.

 

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