Il punto sul torneo femminile di Indian Wells

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Il punto sul torneo femminile di Indian Wells

Dai 38 anni di Venus Williams ai 18 di Bianca Andreescu: cosa ci sta raccontando questo BNP Paribas Open al femminile, e cosa ci racconterà ancora?

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Due veterane, ammesso di voler considerare già tale Kerber assieme a Venus, tre giocatrici nel pieno degli anni – Pliskova, Muguruza e Svitolina – e tre ragazzette che mai si erano spinte così in fondo in un Premier Mandatory: Andreescu, Vondrousova e Bencic. Pur privo della n.1 Osaka e delle tre che la seguono in classifica, il tabellone dei quarti femminili del BNP Paribas Open si presenta eterogeneo e interessante.

Qualcosina di bello l’abbiamo già visto. Bella e degna di encomio la vittoria di Venus Williams su Kvitova, imprecisa e forse un pizzico presuntuosa; gran spettacolo s’è visto anche tra Mertens e Wang, ma alla cinese sono poi rimaste poche energie per contrastare al turno successivo Bianca Andreescu, che continua a stupire. La partita più lunga del torneo, e per ora dell’intero 2019 WTA, l’hanno giocata Svitolina e Barty: 3 ore e undici minuti – ‘ma mi è sembrata ancora più lunga‘, ha detto Elina – di ottimo tennis tra due giocatrici che più diverse non si potrebbe immaginare. Come non era difficile immaginare ha vinto la più preparata atleticamente, Svitolina, che condivide con Monfils non solo ogni momento della giornata (esclusi quelli in cui sono in campo, e neanche sempre), ma persino delle speranze concrete di arrivare in fondo a questo torneo.

Elina Svitolina – Australian Open 2019 (via Twitter, @AustralianOpen)

Cosa vedremo di qui a domenica non è semplice da ipotizzare, come spesso accade quando si parla di circuito femminile. Ed è un bene, perché quando l’incertezza si accompagna a partite di livello c’è tutto quello che si può chiedere allo sport. Nella parte alta si affronteranno Pliskova-Bencic e Williams-Kerber, in quella bassa Muguruza-Andreescu e Svitolina-Vondrousova.

Il quarto di finale più anziano vede favorita Kerber, che ha sciolto le riserve sul suo stato di forma disinnescando brillantemente l’ordigno a nome Sabalenka. Certo prima di dare per spacciata Venus bisogna pensarci almeno una dozzine di volte, ma di energie ne ha spese e Angie ha un serbatoio ben più capiente (oltre a condurre negli scontri diretti, 5-3).

Pliskova-Bencic, invece, potrebbe tranquillamente avere un epilogo contro classifica. Facile dire che la svizzera viene da undici vittorie di fila (Fed Cup + Dubai + Indian Wells), più interessante riscontrare come abbia vinto queste partite. Ha dominato le avversarie inferiori per classifica, lottato come una leonessa per battere quattro top 10 a Dubai – sei match point annullati a Sabalenka, un’altra rimonta ai danni di Svitolina – e qui a Indian Wells si è tolta lo sfizio di spazzare via dal campo la n.1 del mondo dopo averne già sconfitta una, a Toronto nel 2015, quando a detenere il primato era Serena. Escludendo un calo atletico di Belinda – che invero sembra stare alla grande – o una giornata clamorosamente brillante di Pliskova con il servizio, la 22enne può battere la sesta top 10 nel giro di poche settimane. Soprattutto mantenendo l’altissima media di punti vinti in risposta nelle ultime uscite. Da fondo, in questo momento, o Pliskova è in grado di lasciarla ferma sull’uno-due – e non le mancano certo i mezzi – oppure rischia di rimanere soffocata dalla profondità di Bencic, specie sulla diagonale di rovescio, e dalla sua capacità di rovesciare lo scambio in un paio di colpi.

Belinda Bencic – Indian Wells 2019 (foto via Twitter, @BNPPARIBASOPEN)

Abbiamo detto in altra sede dell’ottimo torneo di Marketa Vondrousova, fragile 19enne ceca che sembra aver messo a posto il fisico e intende raccogliere l’eredità mancina della connazionale Kvitova. Dotata di un talento balistico meno evidente di Petra, ha però ottima manualità e il suo tennis cresce per gradi, senza strappi. Battuta una Halep un po’ sbiadita, sarebbe in effetti una grande impresa ripetersi su Svitolina dopo neanche 24 ore.

Riteniamo, infine, possa riservare qualche sorpresa la sfida tra Muguruza, spagnola di origini venezuelane, e Andreescu, 18enne canadese di origini rumene. Garbiñe ha finalmente vinto una bella partita contro un’avversaria tosta come Kiki Bertens, lasciando intendere di aver ritrovato una compagna di viaggio smarrita da diversi mesi: la voglia di vincere. Una dote che sembra decisamente congenita per Bianca, i cui lineamenti del viso – specie il taglio degli occhi e le guance tornite – ricordano terribilmente Bencic. Si somigliano meno quanto a tennis, poiché il colpo naturale della canadese è decisamente il dritto, al contrario della svizzera. Per la piccola canadese la chiave sarà il servizio, specie la seconda ancora un po’ traballante: Muguruza ha rifilato notevoli ceffoni di risposta a Bertens, un’altra sulle cui gote candide quei segni si notano subito. A Bianca, di nome e di fatto, non resta che schivare le manate e tentare di controbattere. Ne ha tutte le possibilità, anche senza le movenze feline del suo connazionale.

A proposito: oltre a Raonic ancora in gioco e Felix già in volo verso a Miami ma più che soddisfatto del torneo disputato, il Canada può ancora tifare per Shapovalov e Andreescu (che, a proposito, entrerà in top 40 tra pochi giorni). Avercene, di vivai così.

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