La caduta dei numeri uno: Naomi la prende bene, Djokovic si consola in doppio (è in semifinale con Fognini)

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La caduta dei numeri uno: Naomi la prende bene, Djokovic si consola in doppio (è in semifinale con Fognini)

I due tabelloni perdono i grandi favoriti, proiettati già a Miami. Osaka, ko contro Bencic, sta provando a variare il suo gioco. Nole ammette la giornata no e cerca gloria con Fabio

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Fabio Fognini e Novak Djokovic - Indian Wells 2019 (foto Luigi Serra)
 

Notte di sogni, di coppe (almeno dalle nostre parti) e di campioni. Anche di imprese, perché buttare fuori i numeri uno a Indian Wells non è mai uno scherzo. Specie se riesce a chi dimostra che i sogni – appunto – non hanno limite ed età. Philipp Kohlschreiber a 35 anni si è tolto la soddisfazione di battere un Djokovic in serata storta. Senza rubar nulla, sia chiaro. Sono invece sogni in prospettiva quelli di Belinda Bencic, che di anni ne ha solo 22 ma è come se già avesse iniziato una seconda carriera, mettendosi alle spalle sfortune e incertezze. Ha fermato la corsa di una coetanea, Naomi Osaka, che al successo è arrivata prima e potrebbe essere la sua grande rivale nei prossimi anni.

OSAKA – Era finita allo stesso modo, tra la svizzera e la giapponese, poco più di un anno fa in Hopman Cup. Ma il precedente faceva poco testo, oggi entrambe sono altra cosa. In linea col suo stile, Osaka rende così onore a chi l’ha nettamente battuta: “Dovrei essere triste guardando come ho giocato e il punteggio così netto – racconta in sala stampa -, in realtà stavolta sono serena. Ho dato comunque il massimo, Belinda ha giocato talmente bene che non avrei potuto fare nulla, considerando il mio livello di stasera. Mi ha fatto iniziare sulla difensiva ed è qualcosa che non dovrei mai fare, ha preso il controllo dei primi colpi. Ho provato a variare un po’ di più la profondità, ma mi ha dato la sensazione di essere preparata anche a questo“.

L’appuntamento fallito con la prima difesa di un titolo (un anno fa, da queste parti, dove ha dichiarato di sentirsi a casa) non sembra aver intaccato l’approccio di chi tende a non appesantire ogni cosa. Naomi racconta come la pressione di giocare da numero uno l’abbia avvertita soltanto a Dubai, pratica ormai archiviata. L’appuntamento è a Miami, con una nota interessante sul nuovo corso tecnico firmato Jermain Jenkins che lascia intendere come ci sia bisogno anche di un po’ di adattamento: “Adesso il mio gioco è ben conosciuto, stiamo lavorando per introdurre delle variazioni allo spingere sempre tutto da fondo, già qui si è visto qualcosa“.

DJOKOVIC – La gestione del trauma inatteso pare esemplare anche da parte del re del tabellone maschile. Nessuna scusa, per Djokovic. “Non era la mia serata. Prima era caduta la pioggia, mentre in questo match le condizioni erano completamente diverse. La pallina saltava molto più alta e Kohlschreiber ha sfruttato molto bene lo spin. Non ho giocato bene, era una di quelle giornate…” ha spiegato il numero del mondo. Che ha reso poi il giusto merito al suo avversario: “Tatticamente è stato ottimo, mi ha fatto uscire dalla mia zona di comfort. Ha dimostrato che può battere i tennisti di vertice e per me non è una sorpresa.“.

Sfumata la possibilità del sesto successo sul cemento californiano, il fuoriclasse serbo guarda già a Miami, anche se è ancora in lizza nel torneo di doppio, dove in coppia con Fabio Fognini ha raggiunto a sorpresa la semifinale battendo la coppia plurititolata composta da Rojer e Tecau. Se l’interesse per il torneo parallelo sarebbe potuto calare in caso di passaggio del turno in singolare, adesso Nole scaccia ogni dubbio: vuole arrivare fino in fondo.

Adoro giocare il doppio anche se lo faccio poche volte in un anno, ho la possibilità di far coppia con un campione Slam di specialità e devo rispetto anche a lui che è rimasto qui per giocare con me dopo essere stato eliminato in singolare. Quando scelgo di iscrivermi a un torneo di doppio è perché voglio arrivare fino in fondo. Poi con Fabio è divertente, in campo mi parla in italiano e certe cose preferisco non tradurle“. Sulla strada della strana coppia, i vincenti tra Kubot/Melo e Inglot/Skugor.

ha collaborato Ilvio Vidovich

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