A pochi giorni dalla sua scomparsa (le esequie si terranno oggi alle 11), Ubitennis continua a ricordare e omaggiare il grande amico Cino Marchese ripubblicando i suoi impareggiabili aneddoti. A questo link trovate il ricordo del direttore Scanagatta e il primo articolo di Marchese “Lendl-McEnroe: la sfida infinita”.
Quando Borg venne a Palermo. I due morti che Bjorn vide sulla strada. “E io che gli avevo promesso che…” (di Cino Marchese)
Dal momento che avete dimostrato di gradire le mie storie e soprattutto per la grande amicizia che mi lega ad Ubaldo ve ne racconto un’altra che però questa volta non c’entra niente con le scommesse e si riferisce, ahimè, al defunto torneo di Palermo, oltre che a Bjorn Borg campione di Wimbledon. Quello di Palermo era un torneo che ero riuscito a rilanciare con l’aiuto imprescindibile dell’allora Presidente del TC Palermo, Antonino Mercadante e solo suo e di pochi altri appassionati siciliani di cui mi fa piacere ricordare Ciro Piedimonte, Pino Lopes e del compianto Ing. Finardi.
Eravamo nel 1979 ed in marzo a Palermo si era svolto un incontro di Davis, Italia-Danimarca che riscosse un successo incredibile non solo nel capoluogo, ma in tutta la Sicilia. Io iniziavo la mia carriera quale manager nel tennis e tramite il mio amico Vittorio Selmi ero venuto a sapere che si era cancellato il torneo di Teheran per ragioni politiche con l’avvento al potere di Khomeini che considerava il tennis uno sport non in linea con le idee del suo regime e quindi era possibile prendere la palla al balzo e chiedere all’ATP la disponibilità della data. Detto e fatto anche perché allora le cose non erano molto complicate e ancora il tennis non era un grande business. Mi ricordo una telefonata notturna all’Ing. Mercadante, dinamico e attivissimo Presidente del Circolo del Tennis, che senza esitare un’istante aderiva alla mia proposta di organizzare il torneo a Palermo a settembre e così riprendere una tradizione che era seconda solo agli Internazionali d’Italia.
Personalmente avevo il mio asso nella manica perché essendo molto amico di Borg contavo di convincerlo a partecipare e secondo Selmi la cosa era molto possibile anche in funzione del suo programma. Adempii alle varie procedure per avere la data con l’allora ufficio ATP di Parigi diretto da Paul Svelick con il quale anche avevo un buon rapporto e quindi mi presentai a Palermo per la prima riunione. Mercadante aveva precettato tutto il suo Consiglio che a Palermo chiamano Deputazione e ogni consigliere secondo quello che faceva nella vita aveva una responsabilità che gli confaceva, ad esempio Lopes che era ingegnere civile era responsabile dell’installamento delle tribune, Finardi che era il Capo compartimentale dell’ENEL era responsabile dell’illuminazione, Piedimonte che era Amministratore della Esso era il Tesoriere e così via formando una vera e propria “armata” organizzativa competente ed efficiente. Antonio Ardizzone, malato di tennis, editore e direttore del Giornale di Sicilia di gran lunga il più importante giornale dell’isola ci garantiva tutto il suo appoggio ed i suoi giornalisti Roberto Urso ed Angelo Morello erano stati precettati e messi a disposizione.
Dissi che puntavo molto ad avere Borg, ma che l’avrei saputo per certo solo dopo Wimbledon a metà luglio. Tutti ci mettemmo al lavoro e ci scambiavamo notizie sul procedere, ma regnava un grande entusiasmo ed altrettanto ottimismo. Finalmente arriva la conferma di Bjorn che puntualmente aveva vinto Wimbledon ed era agli occhi di tutti l’incontrastato numero uno. Da Londra volo direttamente a Palermo per una conferenza stampa che annunciava e confermava il tutto. Era una giornata calda tipicamente siciliana e sotto i piacevoli eucalipti del Circolo del Tennis presi la parola e dissi “signori ho il privilegio e l’onore di annunciare che il numero uno del mondo Bjorn Borg sarà a settembre a Palermo per rinnovare la tradizione degli Internazionali di Sicilia”, un grande applauso accolse questa mia dichiarazione a cui però incalzai: “Però è specifica richiesta del campione svedese che in quella settimana non accada nulla di strano”.
Eravamo negli anni delle cruenti guerre mafiose che insanguinavano la Sicilia e l’allusione era chiara anche se lasciava il tempo che trovava. Tutti fecero cenni rassicuranti e passammo al buffet. A settembre arriva il torneo, Borg arriva con la sua promessa sposa Marianna, vince il torneo e si ferma un giorno di più perché il lunedì sarebbe volato direttamente in Inghilterra per giocare un evento benefico con il compianto Vitas Gerulaitis. Io torno a casa a Roma ed alla sera ricevo una telefonata furiosa di Bjorn che mi dice: ”Mi avevi promesso che non sarebbe successo niente nella settimana in cui sarei stato a Palermo e stamane andando all’aereoporto ad un crocevia c’erano due corpi esanimi morti ammazzati!”. Ed io di rimando: ”Bjorn io ti ho promesso la settimana del torneo, ma oggi è lunedì ed il mio controllo è finito!”. Questa è una storia vera un po’ romanzata, ma vera per raccontarvi di un tempo che non c’è più che forse era migliore di adesso.