“Prima di essere uscito ho detto alle mie figlie che Shapovalov non era neanche nato quando io ho iniziato a giocare da professionista. Loro hanno detto ‘cosa? Aspetta un secondo’. E dopo aver fatto i calcoli: ‘Quindi questo ragazzo è davvero giovane?'”. Questa appena esposta è una versione dei fatti. Ma come ha aggiunto subito dopo il 37enne svizzero, il punto di vista si può anche ribaltare completamente… L’aneddoto raccontato da Roger infatti prosegue: “Io ho risposto: ‘Uhm sì… sono piuttosto vecchio'”. Insomma, se la terza semifinale in un Masters 1000 raggiunta da Shapovalov è un grande traguardo, la prestazione di Federer, che gli ha permesso di agguantare la 50esima finale di categoria (passando in testa e staccando Nadal fermo a 49), è ancor più sconvolgente.
Il gioco fatto vedere da entrambi è stato degno del palcoscenico che gli è stato riservato. Tra vari NextGen, Shapovalov sembra proprio essere quello che al momento gode di maggior simpatia e supporto tra gli appassionati. Il rovescio giocato ad una mano inevitabilmente porta dei pesanti paragoni (impossibili da sostenere) con il collega svizzero, ma forse, almeno per quello che riguarda la popolarità, con il passare degli anni sarà possibile fare dei raffronti. Quello che è certo al momento è che il pubblico di Miami si è goduto un bello spettacolo. Per merito di entrambi.
