Toni Nadal: “Rafa non è un giocatore, ma un uomo infortunato che gioca a tennis”

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Toni Nadal: “Rafa non è un giocatore, ma un uomo infortunato che gioca a tennis”

Riflessioni sparse sui giovani, sullo sport e sul nipote da parte dell’ex coach del campione di Manacor

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Gli ha messo la racchetta in mano quando Rafa aveva quattro anni e lo ha allenato fino al 2016, dirige l’accademia del nipote a Manacor e viene invitato a parlare ai congressi: Toni Nadal non si risparmia e, in qualche occasione, non risparmia neanche uscite clamorose. In un’intervista a Cinco Días, quotidiano economico spagnolo, tra perle di saggezza e luoghi comuni, Toni fa previsioni sugli anni di professionismo che restano a Rafa e, soprattutto, mette l’accento sui suoi problemi fisici.

Ho allenato Rafa per essere un giocatore di tennis” spiega, “ma se lo avessi fatto per qualsiasi altra cosa, credo che avrei applicato gli stessi metodi e principi”. Perché tutto si può allenare. O quasi, perché “solo le persone che credono di sapere già tutto sono quelle che non si allenano”.

Di fronte all’evidenza che non tutti possono vincere il Roland o diventare numero uno del mondo, Toni ammette che, in effetti, lui non potrebbe riuscirci. Il fatto è che il risultato “non dipende solo da me, ma anche dai miei avversari. Io devo preoccuparmi di quello che dipende da me, di ciò che posso migliorare, e in questo consiste il successo. Insomma, la storica frase di Ritorno al Futuro del padre del protagonista Marty McFly “se ti ci metti d’impegno, raggiungi qualsiasi risultato” è almeno mitigata dal riconoscere l’esistenza degli altri che si impegnano altrettanto – e, nello specifico, “dal servizio di Federer e dalla risposta di Djokovic” – oltre che dai propri limiti.

L’ex coach dell’attuale numero due del ranking non risparmia critiche ai giocatori più giovani: “Oggi tutti abbiamo meno doveri e più diritti, vogliamo le cose prima e con più facilità. Ho visto giovani giocare senza lottare. Sono validi ma, in generale, si impegnano meno”.

La faccenda comincia a farsi davvero interessante quando parla dei guai fisici del nipote. Con il ritiro di Indian Wells e la rinuncia a Miami, restano 3 su 17 i tornei conclusi sul campo (di cemento) dall’inizio del 2018. Per fortuna, però, Rafa è già pronto per la stagione su terra. Toni dice che ”Rafa vuole continuare a giocare malgrado i problemi fisici. Forse per alti due o tre anni”. Più o meno in linea con le previsioni di coach Moya. E, per rinforzare bene il messaggio, aggiunge: “Ciò che dico è che Rafael non è un giocatore di tennis, è una persona infortunata che gioca a tennis e questo è molto difficile”.

17 vittorie Slam per complessivi 80 titoli (finora…) “sembravano” già un’impresa in sé ma, secondo quanto afferma zio Nadal, a vincerli non è stato un tennista ma un uomo “lesionado”. Allora, forse, aveva proprio ragione papà McFly.

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