Montecarlo: saliscendi per Djokovic, ma alla fine l'esordio è vincente

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Montecarlo: saliscendi per Djokovic, ma alla fine l’esordio è vincente

MONTECARLO – Prima imballato, poi nervoso, alla fine il numero uno del mondo supera lo spauracchio Kohlschreiber. Al secondo turno attende Fritz o Schwartzman

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Novak Djokovic - Montecarlo 2019 (via Twitter, @ROLEXMCMASTERS)
 

dal nostro inviato a Montecarlo

Se il sogno di Djokovic è quello di battere Nadal a Parigi, il n. 1 del mondo dovrà ritrovare una versione di se stesso molto migliore di quella vista oggi a Montecarlo. Molto falloso, specie con il suo rinomato rovescio bimane, il tennista serbo ha avuto bisogno di 2h e 36 minuti per superare il tedesco Kohlschreiber, che già gli aveva giocato un brutto scherzo un mese fa, eliminandolo all’esordio a Indian Wells. Il n. 40, con il suo tennis sempre bello da vedere che ha fatto sì che il pubblico di Montecarlo ad un certo punto si schierasse apertamente dalla sua parte, può recriminare per un primo set dove non ha saputo sfruttare alcune occasioni, mentre invece Nole l’ha colta subito per chiudere 6-3. Vinto il secondo – un festival di break (sette di fila) – per 7-5, dopo due ore di gioco Kohlschreiber è calato di intensità.

Il Djokovic di oggi quasi lo rimetteva in partita alla fine, con un paio di bruttissimi errori, ma poi alla fine l’ha spuntata per 6-4. E forse la cosa più importante oggi era proprio centrare la prima vittoria stagionale sulla terra e darsi altri due giorni per mettere a punto tattiche e strategie, oltre che un freno ai soliti eccessi di nervosismo che anche oggi hanno accompagnato il numero uno del mondo fino all’ultimo punto della partita. “Mi aspettavo di avere difficoltà, questa superficie richiede molto. Mi sono allenato bene ma questo non significa che in partita vada tutto per il verso giusto” ha detto Djokovic uscendo dal campo.

Sotto un cielo coperto – ma per fortuna senza pioggia – sin dall’inizio si è assistito ad un match in cui non c’è stata traccia della famosa, asfissiante pressione da fondo di Djokovic. Negli scambi Kohlschreiber non dava mai la sensazione di soffrire, peccando però al momento di chiudere il punto. Il primo set vedeva Djokovic risalire per ben due volte da 15-40 sul suo servizio. E forse, con il senno di poi, quella palla break sprecata dal tedesco, sul 3-2 per lui, a campo aperto dopo un inguardabile serve&volley di Djokovic, può essere il suo rimpianto più grande. Il serbo, nonostante i tanti errori da fondo specie col suo rinomato rovescio (“Sì, è vero, ho sbagliato tanto da quel lato. A me piace anticipare la palla con il rovescio e oggi facevo fatica contro il suo top spin. Devo abituarmi, è così che funziona sulla terra. Ci vuole un po’ di tempo” ci ha spiegato rispondendo ad una nostra domanda in serbo proprio alla fine della conferenza stampa) riusciva ad arrivare a palla break nel nono gioco, sfruttando un paio di errori non forzati del suo avversario. Dal 15-40, la seconda era quella buona: break e subito dopo 6-3 per Djokovic.

Si pensava che il set vinto, tutto sommato senza meritarlo molto, avrebbe fatto cambiare marcia al n. 1 del mondo. Invece il match continuava a far vedere un Djokovic sempre falloso e soprattutto sempre più nervoso, che in più di un’occasione lanciava occhiate a Vajda in tribuna tra l’infuriato e lo sconsolato. Kohlschreiber aveva il merito di fiutare l’occasione e restava aggrappato al match. Come sempre molto bello da vedere il tennis del 35enne tedesco ed oggi anche molto efficace, non dovendo fare i conti con una versione brillante di Djokovic.

Kohlschreiber però peccava come spesso in carriera di “killer instinct”, non riuscendo mai a staccarsi nel punteggio nonostante i gentili omaggi di Djokovic che continuava a sbagliare molto. Neanche la racchetta disintegrata dopo l’ennesimo errore (con warning annesso) serviva a dare la scossa al belgradese. Stupiva in particolare come fosse proprio il serbo il primo a sbagliare nei – pochi, sia chiaro – scambi prolungati. In un festival di break, sette consecutivi (“Mi è capitato veramente poche volte di subire quattro break di fila” dirà Djokovic in conferenza stampa), alla fine Kohlschreiber ringraziava di aver tenuto il servizio nel terzo gioco dopo aver annullato 2 palle break. E ringraziava soprattutto Djokovic, che sprecava un 40-0 nell’ottavo gioco e poi un 30-0 nel decimo. Il parziale si chiudeva 6-4 per il n. 40 ATP e dopo un’ora e 49 minuti si andava al terzo set.

Terzo set che iniziava come era finito il secondo, con l’ennesimo break, a favore del leader della classifica ATP. Break che alla fine risulterà quello decisivo perché invece sarà l’unico del parziale. Nole salvava tre palle break nel game successivo e sembrava aver indirizzato il match dalla sua parte, dato che Kohlschreiber appariva stanco e non più in grado di mettere in difficoltà il serbo, che continuava comunque a non giocare bene. E lo dimostrava il fatto che dopo aver tenuto agevolmente tre turni di battuta si ritrovava ad annullare una palla break nell’ottavo gioco. A sua volta il tedesco annullava un match point sul suo servizio (con una bellissima palla corta) e poi altri tre nel decimo gioco (in realtà due se li annullava da solo Djokovic con due brutti errori da fondo), prima di capitolare per 6-4, poco dopo lo scoccare delle due ore e mezza di gioco.

La pallina lanciata in tribuna subito dopo il punto decisivo faceva capire il senso di liberazione provato da Novak (“Match duro, forse un po’ mi era rimasta in testa la sconfitta di Indian Wells. Ma alla fine va anche bene aver vinto dopo aver lottato tanto. Certe sensazioni le ritrovi solo in partita“). Stavolta è andata, ma ci sarà da ritrovare al più presto un condizione di forma migliore per fare strada sul rosso. A Montecarlo e non solo. Ma dalle sue parole pare proprio che Djokovic ne sia ben conscio: “Non ho giocato bene oggi, ma ho vinto ed ora ho un giorno per riposare ed allenarmi. Ogni torneo, specie sulla terra, è un viaggio, dove migliorare ogni giorno.“.

Risultato:

[1] N. Djokovic b. P. Kohlschreiber 6-3 4-6 6-4

Il tabellone completo

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