Lorenzo Sonego… come se nei quarti ci fosse mio figlio

Editoriali del Direttore

Lorenzo Sonego… come se nei quarti ci fosse mio figlio

Lui e Matteo Berrettini sono, insieme ai giovanissimi Sinner, Musetti e Zeppieri, le nostre migliori speranze per il futuro del nostro tennis

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La gioia di Lorenzo Sonego - Montecarlo 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Il quasi incredibile exploit del ragazzo torinese che l’8 aprile era ancora n.103 del mondo e che oggi prima di affrontare il sorprendente Dusan Lajovic nei quarti del Masters 1000 di Montecarlo è già (da lunedì prossimo) n.65 dopo aver cominciato il torneo da n.96 mi ha fatto felice come un ragazzino. Anzi, come un papà. Sì perché Lorenzo, come anche Matteo Berrettini, è un ragazzo beneducato, semplice, serio, simpatico, di bei principi, un comportamento sempre corretto, con i piedi per terra e sono sicuro che resterà sempre tale anche se dovesse diventare famoso. Sono ragazzi che assomigliano, come genere di persona, a Paolo Lorenzi, un altro buon esempio di educazione.

Sarò anziano, ma sono valori che apprezzo, al di là del tennis. Perché sono valori che non tradiscono mai, sia che uno diventi un campione oppure no. Roger Federer è sempre stato una persona per bene, e così anche Rafa Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray, seppure con sfumature magari diverse. Sarebbero stati dei grandi anche se avessero vinto di meno.

Gli exploit monegaschi ripetuti di Lorenzo, uno che ama ricordare quanto sia bello giocare a tennis, come si diverta, quanto sia eccitante essere incoraggiato dal pubblico, le emozioni di un campo centrale fanno piacere a tutto l’Italia più sana del tennis. “È stato bello già giocarci nel primo turno delle qualificazioni – ha detto Sonego dopo la partita – mi aiuterà contro il mio prossimo avversario chiunque esso sia [Lorenzo non poteva sapere in quel momento che Lajovic, n.48 del mondo avrebbe battuto dopo Goffin 63 64 anche Thiem n.5 63 63 dopo aver condotto addirittura per 5-0 nel primo] e con il sostegno del pubblico certamente darò il meglio di me stesso. Io stanco? Non si può essere stanchi quando si ha la fortuna di giocare il torneo di Montecarlo!

Le caratteristiche umane e tecniche, l’impegno a lavorare duro per progredire ancora ci sono tutte. Sonego serve benissimo, sui 200 km orari e con Berrettini è il tennista italiano che serve meglio in tutto l’ultimo ventennio. Ma più di Berrettini in questo momento sembra in grado di tenere il servizio anche sotto pressione. Lo scrivo anche se oggi sul 5-4 ha servito per il match è ha perso la battuta per la prima volta nel match. Nei turni precedenti non l’aveva mai persa con Seppi, e una sola volta con Khachanov.

Ha un gran dritto ed è miglioratissimo nella risposta e nel rovescio che sono ancora invece due punti deboli di Berrettini che comunque – non va dimenticato – gli sta ancora davanti in classifica (è n.55) ed ha la sua stessa età, anche se quest’anno sembra sentire più la pressione di vincere rispetto a un anno fa. Forse rispetto a Berrettini sembra migliore a rete, ma è difficile dirlo, perché a rete ci viene spesso a punto semi conquistato. Felice, anzi felicissimo per gli exploit di Lorenzo, sono dispiaciuto per la sfortuna di Cecchinato, febbricitante, quando avrebbe potuto battere altrimenti un Pella che comunque non sbaglia mai una palla e mai l’avevo visto così centrato.

Dispiace che abbia mancato un’opportunità importante per guadagnare punti pesanti in vista della cambiale del Roland Garros. Questa sfortuna mi ha ricordato l’episodio di Volandri al Roland Garros, quando contro Puerta mancò un’opportunità memorabile per infilarsi alle fasi finali del torneo perché limandosi qualche pellicina d’una mano con un rasoio si procurò delle vesciche che gli impedirono di difendersi come avrebbe potuto. Volandri non ebbe più occasioni del genere. Cecchinato, ne sono quasi certo, ne avrà ancora.

Infine mi scuso con i lettori se non scrivo neppure una riga sul match di Fognini con Zverev, che ho potuto seguire solo fino alla fine del primo est. Vi assicuro – e lo dico soprattutto ai miei lettori più maligni – che non è per partito preso, ma sono dovuto partire prima della fine del suo match.

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