Medvedev, parla il coach: "È stato un processo. Gli abbiamo costruito un team attorno"

Interviste

Medvedev, parla il coach: “È stato un processo. Gli abbiamo costruito un team attorno”

Quattro chiacchiere con Gilles Cervara, che segue il 23enne russo dal 2014. L’Academy, la crescita di Daniil, gli obiettivi, i vari aspetti della gestione e i dati statistici

Pubblicato

il

Daniil Medvedev - Barcellona 2019 (foto via Twitter, @bcnopenbs)
 

da Barcellona, il nostro inviato Federico Bertelli

Zverev, Tsitsipas, Khachanov, Shapovalov, Tiafoe, Garin, Auger-Aliassime. Cosa hanno in comune tutti questi nomi? Sono tutti i Next Gen di punta e sui quali i fari sono puntati. E a Barcellona sono tutti usciti prima dei quarti di finali. Daniil Medvedev, 23 anni, giocherà invece oggi la semifinale contro il due volte campione Kei Nishikori (a partire dalle 13.30). La lista dei giovani talenti continua ad ampliarsi, ma raramente il grande pubblico mette in posizione preminente Danil Medvedev. Sarà per un gioco pulito ma privo di picchi entusiasmanti come Shapovalov, o per un appeal mediatico anni luce indietro rispetto a Tsitsipas.

Il progresso nel Ranking da giugno 2016 ad oggi: clicca per ingrandire

Tuttavia il ragazzo di Mosca, che spesso e volentieri nei grandi tornei viene relegato sui campi secondari, non potrà rimanere a lungo nascosto. Ad oggi, è il giocatore nel circuito con il maggiore numero di partite vinte nel 2019 (24) e al quinto posto nella Race to London. Non essere al centro di attenzione non sembra infastidirlo più di tanto, semplicemente dice: “Se riuscirò a raggiungere buoni risultati nei 1000 e negli Slam la gente mi noterà”.

 
Legenda colori: blu Garin, rosso Medvedev, verde Shapovalov, viola Tsitsipas

Per scoprire un po’ di più su Daniil Medvedev e sul suo percorso, abbiamo allora fatto due chiacchiere con il suo coach, Gilles Cervara, co-fondatore della Elite Tennis Academy, situata nei pressi di Cannes, non lontana dalla Mouratoglou Tennis Academy.

Qual è la proposizione tecnica e manageriale che caratterizza la Elite Tennis Academy?
Io e Jean Renè Lisnard abbiamo creato questo centro nel luglio 2013. Quello che volevamo era offrire un percorso di qualità, non prendiamo mai più di 20 giocatori. Prima di accettare un giocatore testiamo il suo livello tecnico, le aspettative, e cerchiamo di capirne anche il profilo come persona. Valutiamo anche il contesto familiare di provenienza.

Avete qualche connessione con la Federazione Francese?
Da parecchi anni la federazione dice di volere fare degli investimenti nel sud della Francia, ma non si sono mai concretizzati. Il centro federale è a Parigi e rimane a Parigi. Ci sono alcuni club dalle parti di Nizza che vengono utilizzati in preparazione della stagione, in vista della stagione junior ITF in aprile o presso la Mouratoglou Academy in occasione della Davis, ma non credo ci sia davvero l’intenzione di spostare il centro nazionale.

Parlando di Daniil, direi che è il giocatore più importante che si allena alla vostra accademia, a partire dal 2014. A quel tempo aveva a malapena una classifica ATP, era intorno al numero 700. Il 2016 ruppe per la prima volta la barriera dei primi 100, ma poi ci furono diversi alti e bassi. Nel 2014, quando era solo un prospetto, perché avete deciso di puntare su di lui?
A quell’epoca era un junior che aveva ottenuto buoni risultati, era fra i primi 10 al mondo e il progetto che stavamo costruendo era interessante. Speravamo potesse migliorare, ma poi per sfondare serve un mix di lavoro, talento e anche fortuna. Tutte e tre le componenti devono andare assieme.

C’è stato un momento in cui Daniil non sembrava particolarmente focalizzato, magari su piccoli aspetti. Tra il 2014 e il 2016 ha impiegato un po’ di tempo per arrivare in top 100. Mi ha colpito un episodio in cui lei sferzava Daniil, dicendogli che se quello che stava dando in quel momento era il 100%, allora era meglio lasciar perdere perché non era abbastanza.
Sì, con Daniil è stato un processo. Abbiamo cominciato a lavorare pienamente con lui nel 2017, e abbiamo costruito un team attorno a lui. Abbiamo capito che dovevamo costruire un team per poterlo aiutare al 100% e sistemare ogni piccolo dettaglio. A quel punto anche Daniil iniziava a capire che tutte le piccole cose che cominciavamo a predisporre funzionavano, come ad esempio l’attenzione all’alimentazione. E vedere che i risultati erano positivi ha contribuito a stabilire un circolo virtuoso.

Parlando in generale, c’è una deadline oltre la quale se un giocatore non ha sfondato allora probabilmente non lo farà mai?
È difficile, ognuno deve trovare la sua strada e capire come superare i suoi limiti. Non credo ci sia una regola meccanicistica. Naturalmente se parliamo di campioni o di top ten è necessario sfondare quanto prima per avere il tempo e il margine per migliorare, ma per essere semplicemente un professionista dipende. C’è una grossa differenza fra top ten e vincitori di Slam e il resto del gruppo.

All’inizio dell’anno di solito vi prefiggete degli obiettivi? E se sì quali sono gli obiettivi per il 2019?
Prima di tutto all’inizio dell’anno concordiamo quelli che sono gli obiettivi per la stagione, ma poi non c’è una schedule analitica, con i risultati minimi da raggiungere torneo per torneo. E poi dobbiamo capire cosa è necessario fare per arrivare li. Ovviamente raggiungere buoni risultati nei tornei importanti cambia la prospettiva e influisce sul raggiungimento degli obiettivi. L’idea più che altro è di migliorare una partita alla volta e cercare di pensare un match alla volta. Cerchiamo di rimanere nel presente.

Il sorteggio sembra essere favorevole per Daniil (l’intervista è stata fatta prima dei match di ottavi e di quarti di Medvedev, ndr), sembra esserci la possibilità di arrivare avanti, magari anche in finale, lei che ne pensa?
Come dicevo, non ragiono in questi termini e anche Daniil lo fa; ragioniamo step by step, match by match. Ci sono troppe variabili che vanno fuori dal nostro controllo. Ovviamente spero che arrivi in finale e vinca il torneo comunque.

Al giorno d’oggi gli atleti sono ormai dei marchi ed è necessaria una gestione del profilo, dei media… con Daniil curate anche questi aspetti? Anche per avere condizioni migliori?
Io mi focalizzo sulla parte sportiva. C’è un’agenzia che si occupa specificamente di queste cose che portano via parecchio tempo. Non ho il tempo di focalizzarmi su questi aspetti anche perché non è il mio lavoro, io sono prima di tutto il trainer. Tuttavia questi ragionamenti sono corretti e c’è chi ci sta lavorando.

Nel preparare le partite e curare aspetti tecnici e strategici fate uso di dati statistici? Toni Nadal ad esempio nella Nadal Academy implementerà tecniche di intelligenza artificiale per raccogliere dati e capire pattern di gioco. Lei che ne pensa?
Utilizzare in maniera così strutturata i dati non fa parte del mio modo di lavorare. Servirebbe un team dedicato su questi aspetti. Quello che faccio talvolta è raccogliere dati e statistiche per preparare le partite, ma non è un modus operandi sistematico, dipende dalle occasioni. Dipende anche da cosa voglio approfondire e da quello che sento in quel momento. Mi lascio la porta aperta anche a questa opzione, ma al momento non sono in grado per motivi di tempo di farlo con continuità. Ieri ad esempio volevo verificare alcuni aspetti del gioco di Daniil e ho fatto una rilevazione ad hoc, ma ripeto, niente di sistematico.

Continua a leggere
Commenti

Flash

Roland Garros, Svitolina : “Sono davvero grata per la posizione che ha preso Kasatkina”

Sensazioni amare per Kasatkina che lascia Parigi con la delusione per i fischi: “Ho solo rispettato la posizione della mia avversaria di non stringere la mano. Lasciare il campo in quel modo è stata la parte peggiore della giornata”

Pubblicato

il

Elina Svitolina - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Il potere delle rientranti. I quarti di finale del Roland Garros vedranno tra le contendenti al titolo due atlete al via con il ranking protetto, Anastasia Pavlyuchenkova ed Elina Svitolina. La tennista ucraina al rientro dalla maternità ha subito scaldato i motori, alternando tornei del circuito maggiore, al circuito ITF. Qualche match di rodaggio è stato sufficiente alla tennista ucraina, che prima ha conquistato il titolo a Strasburgo e ora si è lanciata ai quarti di finale dello Slam francese eliminando in due set la russa Kasatkina. Un torneo che Svitolina sta affrontando come una corsa a tappe: “Vivo il torneo partita per partita. Per me era importante ottenere la prima vittoria, poi ottenere la seconda. Ogni volta che scendo in campo, cerco di avere la migliore preparazione possibile e il giusto mindset. Poi basta solamente prendere una partita alla volta”.

Svitolina che sta raccogliendo il supporto del pubblico francese, orfano dei propri rappresentanti, eliminati precocemente sia nel tabellone maschile sia in quello femminile: “Non posso ancora rispondere alle domande in francese ma sin dalla prima partita giocata qui, le persone mi hanno incoraggiato e col passare del tempo sono diventati sempre di più. Era una cosa che non mi aspettavo. Già a Strasburgo ho potuto notare come il pubblico francese era dalla mia parte. Con Gael stiamo insieme da più di cinque, sposati da un paio. Sono solo grata che il pubblico sia lì per me, anche se in alcune partite ero sotto di un set, loro mi hanno incoraggiato dandomi la giusta spinta e la speranza per recuperare e vincere.”

Una prestazione al rientro che libera Svitolina da ogni pressione, nonostante sia stata un top 10 per diverso tempo: “Una delle cose che ho notato è che in questo momento non ho quella pressione che avevo prima. Ovviamente io personalmente mi metto sotto pressione perché voglio vincere uno slam. Questo è l’obiettivo finale per me, ma sicuramente non sento la pressione dall’esterno. Mi sento quasi come se avessi di nuovo 17 anni, una neo arrivata nel tour.”

 

Assenza per maternità che ha permesso a Svitolina di resettare la mente dalle pressioni di questo sport: “Essere un giocatore di tennis comporta molte. Hai questo bagaglio sempre con te, contenente la pressione dei media, la pressione dei tuoi connazionali, dei fan e anche dai social media. Ovviamente metti anche molta pressione su te stesso, e a volte puoi diventare troppo da sostenere. A volte giocare ogni singola settimana, stare come in una boccia per pesci tutto il tempo è molto stancante. Devi essere quasi sempre perfetto. Per me è stato positivo stare lontano dal tennis, staccare completamente. Godermi il mio tempo con la mia famiglia. Non parlare del prossimo torneo, del prossimo obiettivo, del prossimo avversario. La mia mente riposava, il mio corpo riposava. Poi, quando ho iniziato ad allenarmi a gennaio, ero estremamente motivata, come mai prima d’ora In questo periodo sto iniziando con l’esperienza che mi porto dietro e con la giusta freschezza.”

Quarto di finale che per Svitolina sarà contro la testa di serie numero 2, Aryna Sabalenka. Sfida che non cambierà nulla nella mente della tennista ucraina. “Ho giocato le ultime due partite contro tenniste russe quindi non cambierà nulla per me, sarà tutto uguale.”

Nessuna stretta di mano, ma è arrivato un cenno di intesa tra Svitolina e Kasatkina a fine match. La tennista ucraina in conferenza stampa ha speso belle parole per la tennista russa: “Sono davvero grata per la posizione che ha preso. È stata davvero una persona coraggiosa a dichiarare pubblicamente [di essere contraria alla guerra], cosa che non molti giocatori hanno fatto.

Tennista russa che tuttavia lascia Parigi con l’amaro in bocca per la reazione del pubblico. In un tweet pubblicato Kasatkina ha manifestato la sua delusione per i fischi ricevuti. Di seguito la traduzione

Lascio Parigi con una sensazione molto amara. In tutti questi giorni, dopo ogni partita che ho giocato, ho sempre apprezzato e ringraziato il pubblico per il supporto e per essere lì per i giocatori. Ma ieri sono stata fischiata solo per aver rispettato la posizione della mia avversaria di non stringere la mano. Io ed Elina abbiamo mostrato rispetto reciproco dopo una partita difficile, ma lasciare il campo in quel modo è stata la parte peggiore della giornata di ieri. Siate persone migliori, amatevi. Non diffondete l’odio. Provate a rendere questo mondo migliore. Amerò il Roland Garros qualunque cosa accada, sempre e per sempre. Ci vediamo l’anno prossimo”

Continua a leggere

Flash

Roland Garros, Alcaraz: “Il gioco di Tsitsipas si adatta bene al mio”

Il match con Musetti definito dallo spagnolo “il migliore del torneo finora”. Punti spettacolari? “Mi piace rivederli sugli schermi durante la partita”

Pubblicato

il

Carlos Alcaraz - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
Carlos Alcaraz - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Ci si attendeva una sfida di alto livello tra Carlos Alcaraz e Lorenzo Musetti, ma la prestazione del numero 1 al mondo ha lasciato poche chance al tennista italiano, che si è arreso in tre set. Per lo spagnolo si tratta di un ritorno ai quarti di finale del torneo parigino ad un anno di distanza. Nel 2022 fu fermato da Zverev ai quarti, quest’anno troverà Tsitsipas per un posto in semifinale. Del prossimo turno contro il greco e di molto altro ha parlato il tennista spagnolo nella conferenza stampa post partita che vi riportiamo di seguito.

MODERATORE: Ben fatto, Carlitos. Ritieni che questa sia stata la tua partita migliore del torneo sino a questo momento?

CARLOS ALCARAZ: “Penso che questa sia stata la mia migliore partita del torneo fino ad ora e penso di aver giocato a un buon livello”

 

D. Qualche giorno fa ho visto che tu e i tuoi amici avete visitato la Torre Eiffel a Parigi e volevo chiederti com’è stata quell’esperienza, se ti ha dato qualche ispirazione e se pensi di poter dominare in questo momento dato che stai giocando così bene?

CARLOS ALCARAZ:La Tour Eiffel è un momento iconico di Parigi e tutti vogliono vederlo. Avevo un giorno libero e ho approfittato di quel momento per visitarla. Per me è stato fantastico. Non c’è altro”

D. Riesci ad essere incredibilmente veloce in campo. Mi chiedo se, negli ultimi anni, hai fatto prove di velocità come i 60 metri o i 40 metri, e se sì, qual è stato il risultato? Che tempi hai realizzato?

CARLOS ALCARAZ:Sto lavorando molto sulla velocità. Faccio molti sprint sulla distanza di 30, 40 metri. Ma non prendiamo il rilevamento del tempo impiegato. Quindi non so quanto tempo potrei impiegare se facessi una gara sui 30, 40 metri. Onestamente non ho una risposta ma posso dire che mi considero veloce”. (sorridendo).

D. Ti è mai capitato di effettuare un colpo durante una partita e di pensare di volerlo rivedere in video a fine match per vedere com’era effettivamente?

CARLOS ALCARAZ:Molte volte. Alcuni dei miei colpi migliori mi piace rivederli sugli schermi durante la partita”

D. Ti è mai capitato di vedere un avversario o un altro giocatore in una partita che stai guardando effettuare un determinato colpo e pensare di voler imparare a fare quello che ha appena fatto lui?

CARLOS ALCARAZ: “Quando guardo un colpo effettuato da un avversario, non penso di volerlo imparare. Voglio solo giocare colpi migliori. Voglio mettere a segno io un hot shot (punto da highlight, ndr) e non permettere al mio avversario di farlo durante la partita.

D. Hai Juan Carlos [Ferrero, ndr] come meraviglioso allenatore da tempo e hai iniziato presto con tuo padre. Ma potresti parlarci un po’ di Kiko Navarro? Che ruolo ha ricoperto nella tua fase di apprendimento?

CARLOS ALCARAZ: “Ovviamente è stata una persona importante per me quando ero giovane. Tuttavia, ho iniziato a giocare a tennis con mio padre. Ho avuto anche un primo allenatore di nome Carlos Santos. Da piccolo ho lavorato anche con Kiko e Carlos. Entrambi sono state persone davvero importanti per me, ho imparato molto da loro. Un giorno ho dovuto voltare pagina per poter migliorare ancora, e Juan Carlos era la persona giusta.”

D. Voglio solo sapere di più sulla tua vita da bambino. Penso che tu abbia sicuramente tanti amici d’infanzia con cui vai molto d’accordo. Al giorno d’oggi, i tennisti professionisti non vivono come una persona normale. Di quali argomenti parli con i tuoi amici d’infanzia? Come concili la vita professionale con quella di tutti i giorni?

CARLOS ALCARAZ: “Ovviamente avevo molti amici quando ero bambino, e ho ancora quegli amici. Quando ho dei giorni liberi, quando sono a casa, passo molto tempo con loro. Per me è davvero importante per distrarmi un po’. Mantengo il giusto mix nei giorni liberi tra privato e parte professionale. Devo essere concentrato sugli allenamenti, essere concentrato sul torneo. Ho un programma da seguire e i tennisti non hanno molto tempo per godersi la vita, per spegnere la mente. Avere degli amici d’infanzia con cui godermi un po’ la vita è molto importante per me.”

D. Volevo chiederti del tuo avversario al prossimo round: Tsitsipas. Hai un ottimo bilancio nei match contro di lui. Pensi in un certo senso che il suo gioco si sposi molto bene col modo che hai tu di esprimerti sul campo? Puoi parlare un po’ del tuo prossimo turno? 

CARLOS ALCARAZ: “Contro Stefanos, potrebbe essere una grande partita. Abbiamo giocato grandi partite. Ho vinto ogni partita che abbiamo giocato, ma questo non significa che vincerò ogni partita che ci sarà tra noi due. Devo essere davvero concentrato. È un avversario davvero tosto, ma il suo modo di giocare mi permette di esprimermi bene.”

Q. Stavamo parlando con Novak oggi, e ci ha detto che la presenza dei suoi figli gli dà molta tranquillità ed equilibrio. Avvicinandoci verso le fasi finali del torneo, cosa fai per mantenere la giusta pace interiore ed equilibrio?

CARLOS ALCARAZ:Ho la mia famiglia e i miei amici qui. Ovviamente anche il mio team fa parte della mia famiglia. Li considero come una famiglia. Quindi passare del tempo con loro, scherzare, andare a fare in giro, mi permette di distogliere la mia mente dal tennis. In ogni giornata è davvero importante per me avere quella pace ed equilibrio durante il torneo.

Continua a leggere

Flash

Musetti dopo la batosta con Alcaraz: “La cosa più difficile è lottare, oggi ho scelto la via comoda: lasciarsi andare”

“Ho fatto tutto quello che non dovevo fare” così Lorenzo Musetti, eliminato al Roland Garros dal n.1. “Lui è stato più grintoso, non c’è da stupirsi del suo gioco”

Pubblicato

il

Lorenzo Musetti - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Risultato decisamente netto quello con cui il numero 1 del mondo Carlos Alcaraz ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros, estromettendo Lorenzo Musetti, battuto 6-3 6-2 6-2. Di seguito le risposte date in italiano dal 21enne Musetti:

D: Quando la situazione sembrava un po’ compromessa ti abbiamo visto tirare delle manate. È forse un rimpianto di qualcosa che non hai fatto all’inizio?

Lorenzo Musetti: Sicuramente potevo fare molte altre cose rispetto a quelle che ho fatto, ho fatto forse tutto quello che non dovevo fare (sorride). Ci eravamo prefissi di avanzare sul suo rovescio o comunque imporre un gioco su quell’angolo dove fa meno male. Col dritto muove molto bene la palla, spesso viene a rete e si avvicina molto. Credo che i piani di gioco erano simili per tutti e due, il primo che riusciva a prendere il controllo con il dritto provava ad imporre il gioco per vincere il punto. Io oggi non mi sono espresso come avrei voluto. Non credo si tratti di emozione, ma più che altro devo avere consapevolezza di me stesso e del livello che ho; non devo fare confusione quando sono di fretta. A volte mi faccio prendere troppo da chi c’è dall’altra parte. Ci sto lavorando e speriamo che già dai prossimi tornei questa sconfitta mi sia da lezione.

 

D: Comunque in passato hai battuto anche Djokovic quindi si può ripartire da questa belle sensazioni per andare avanti.

Lorenzo Musetti: Non serve ripartire dal passato perché è una cosa poco realistica. Una cosa che mi serve è proprio vedere, analizzare questo match giocata in maniera sbagliata sin dall’inizio e vedere cosa avrei dovuto fare, sicuramente anche nei match precedenti, per valutare cos’è il mio gioco e cosa sarà in futuro. Partendo da questo torneo, i match con Shevchenko e Norrie sono state giocate da manuale quindi andranno osservate anche queste che rappresentano un cambio di marcia, senza ombra di dubbio.

D: Sei stato sorpreso da certe giocate di Alcaraz? Discese a rete, palle corte ecc.
Lorenzo Musetti: Sicuramente certi numeri, certi gesti atletici altri giocatori non li fanno, però ecco sei numero 1 al mondo, il più giovane della storia del tennis, un significato ce l’abbia. C’è poco da sorprendersi. Ovvio che in campo, soprattutto per la situazione di svantaggio si tende a meravigliarsi un po’. Più che altro mi sono sorpreso in maniera negativa di quello che facevo io, troppe volte uscivo dallo scambio, magari con una palla corta che non c’entrava nulla, servito sempre male, di fretta, non mi sono mai caricato. Un atteggiamento non positivo che reputo influente sul mio gioco. Ovvio che se al numero 1 al mondo gli lascia anche questo, dà il meglio di sé come ha fatto vedere. Su qualsiasi superficie sta imponendo il suo gioco su chiunque.

D: Da una partita di questo tipo cosa ti resta per capire cosa fare per raggiungere quel livello?

Lorenzo Musetti: Questa partita mi serve non dico come bagno di umiltà perché non ho avuto la sfacciataggine di dichiarare qualsiasi che non fosse vera. Oggi mi sento solo di accettare che lui ha giocato meglio, è entrato più grintoso, con più voglia di vincere e mi ha battuto tre set a zero. La cosa più difficile credo sia proprio lottare, io oggi ho scelto la via più comoda che è quella di lasciarsi andare, arrendersi un po’; la prossima volta sceglierò di lottare. Ma proprio da queste partite imparo a scegliere la via più dura che darà i suoi frutti.

Continua a leggere
Advertisement
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement
Advertisement