Tutti al Foro per Federer. Ma se piove?

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Tutti al Foro per Federer. Ma se piove?

Il tetto sul Centrale, previsto per il 2019, ancora non c’è. Se il match dello svizzero dovesse essere rinviato, sarebbe tuttavia molto difficile ottenere il rimborso del costosissimo biglietto

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Roger Federer - Madrid 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

dall’inviato a Roma

Cos’è che ogni anno, puntuale, si presenta al Foro Italico? Se avete risposto gli Internazionali BNL d’Italia, i grandi campioni del tennis, i fan sfegatati avete risposto giusto, ma avete dimenticato lei: la pioggia. Nella giornata iniziale, dopo appena un match e spiccioli di tabellone principale, in campo sono entrati i teloni, per rimanerci almeno un paio d’ore.

I non pochi ad aver deciso di arrendersi e di rincasare – errore madornale, vista l’impresa di Jannik Sinner – potrebbero aver pensato al modo di recuperare la spesa per il prezzo del biglietto. Anche se non si fosse più rientrati in campo, tuttavia, avrebbero scoperto che non c’erano ragni da cavare dal buco: la policy per i rimborsi del torneo romano è ancora più stretta di quella del Roland Garros, il torneo re della terra battuta. Se a Parigi c’è bisogno di arrivare alle due ore di gioco effettive per di poter considerare la giornata come compiuta – e quindi non meritevole del rimborso – sui campi lungo il Tevere basta che si porti a termine un singolo incontro. Prendiamo proprio l’esempio di domenica: tralasciando il prezzo esorbitante di oltre 20 euro per le qualificazioni (il doppio di quelle di Wimbledon, per citare soltanto il più illustre di tanti esempi), il Basilashvili-Fucsovics che apriva le porte del Centrale poteva valere dai 34 euro dei Distinti Monte Mario fino ai 69 dell’esclusivo Italian Open Club.

Non intendiamo fare i conti in tasca a voi lettori, ma quello dei costi e dei rimborsi sembra un aspetto da considerare in vista del ritorno di Roger Federer a Roma. La Federtennis si è già attrezzata a suo modo, raddoppiando il prezzo dei biglietti rimasti invenduti per la sessione diurna di mercoledì sul campo Centrale, e tantissimi fan dello svizzero sono pronti a un esborso non indifferente per poterlo nuovamente vedere dal vivo: il più economico dei tagliandi ancora in vendita, al momento, ha un costo che sfiora i 150 euro. “È un modo per premiare gli appassionati che si sono assicurati prima il posto, e l’hanno pagato molto di meno” ha dichiarato ad AGI il Presidente federale Angelo Binaghi, che senza nascondersi ha fatto nome e cognome di Federer per giustificare la decisione. Si può storcere il naso, ma rimane una legittima scelta da parte di uno scaltro businessman – che appena un paio di anni fa, alla risposta dell’assenza di Roger da Roma, aveva risposto che “una manifestazione come la nostra è più forte del grande campione”.

Il problema è che la presenza di Federer non può essere garantita al 100%: a dispetto delle parole di Binaghi, lo stesso tagliando, come è ovvio, recita soltanto il nome del campo di gioco e della sessione. Non ci sono motivi per temere un ritiro dello svizzero, ma è il caso di mettere almeno in guardia dalle condizioni meteo: il rischio di pioggia è elevato, e per l’intera giornata. Tornando al discorso della policy, nel caso in cui non dovesse essere Federer ad aprire le porte sul Centrale, sarebbe sufficiente che il match precedente si concludesse per rendere vana ogni richiesta di rimborso anche in caso di rinvio del big match al giorno successivo. Un problema che sarebbe risolvibile dalla presenza di un tetto mobile, del quale il campo principale del Foro Italico non è purtroppo ancora dotato. Non uno scandalo: tra i Masters 1000 hanno una copertura soltanto Bercy, indoor, e i modernissimi impianti di Madrid e Shanghai (sebbene anche altri ne avrebbero bisogno: i primi giorni a Miami quest’anno lo hanno dimostrato).

L’impressione è però che del tetto sul Centrale, unito agli altri rimodernamenti del sito tennistico capitolino, si sia iniziato a parlare in un momento in cui si sentiva il bisogno di annunci e garanzie, e si sia smesso di farlo quando le acque si sono calmate (tutte tranne quelle di Giove Pluvio, s’intende). Meno di tre anni fa, contemporaneamente al ritiro della candidatura di Roma per le Olimipadi del 2024, nel circuito ATP ci si aspettava una imminente rivoluzione a livello di calendario: l’upgrade di alcuni eventi come Indian Wells e Shanghai a una nuova categoria, intermedia tra quella attuale di Masters 1000 e i tornei del Grande Slam, sembrava cosa quasi certa. Con l’asticella alzata e le ATP Finals a Torino ancora inimmaginabili, gli sforzi federali sembravano concentrati su Roma, che combatteva fianco a fianco con Madrid per ottenere una settimana di gare in più da spartirsi. Il tetto sembrava insomma un passaggio cruciale non solo per tenersi al passo del resto del mondo ma addirittura per sopravvivere.

In occasione della conferenza stampa di presentazione degli Internazionali del 2016, il Presidente del CONI Giovanni Malagò fissò addirittura una data precisa per l’inaugurazione di una copertura retrattile sul campo Centrale del Foro Italico: “entro il 2019”. Un annuncio che dodici mesi dopo, passato per bocca di Angelo Binaghi, si era trasformato in speranza ma non aveva cambiato data. Da allora la Federtennis ha ottenuto successi probabilmente ancora più importanti, e sulla questione-tetto si è tirato il freno a mano. Lo scorso anno Filippo Volandri, che da qualche tempo collabora sia con Sky Sport che con la Federtennis, rivelava che i lavori per la costruzione di “un tetto in vetroresina, che attutisce anche il rumore della pioggia” dovrebbero partire subito dopo la finale dell’edizione del 2020, per essere competati in tempo per il primo incontro di quella del 2021. Binaghi scelse però nuovamente la cautela, non sbottonandosi neppure sulle cifre (si era parlato di oltre dieci milioni di euro).

Dietro una opera così grande, della quale beneficerebbero anche i vari altri eventi sportivi organizzati ogni anno nella stessa sede, si muovono anche i fili di Regione Lazio, Coni Servizi, Credito Sportivo e Sovrintendenza: un incastro di garanzie e di “ok” certamente non facile, che col senno di poi è stato forse pubblicizzato un po’ troppo in fretta. Confidiamo che le ottime intenzioni possano tradursi presto in fatti, e che il rimodernamento di Roma ci restituisca preso un Foro Italico ancor più bello e funzionale. La speranza è che le due Finals e gli altri successi FIT (il ritorno di Palermo femminile, la possibilità di Monza su erba) si rivelino un traino e non una distrazione; declassamento o no, ogni anno il meteo si prende una giornata o due per ricordarci che questa copertura servirebbe davvero. Per il momento c’è la solita unica certezza: meglio uscire con l’ombrello.

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