Il mondiale della terra (Crivelli). Djoker piglia tutto (Semeraro). Sonego e Sua Maestà: «Con Federer mi esalto» (Bertellino)

Rassegna stampa

Il mondiale della terra (Crivelli). Djoker piglia tutto (Semeraro). Sonego e Sua Maestà: «Con Federer mi esalto» (Bertellino)

La rassegna stampa di domenica 26 maggio 2019

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Il mondiale della terra (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

I tre astri più splendenti si allineano di nuovo sul cielo del Roland Garros dopo quattro anni e la terra più celebre del mondo si riscopre surriscaldata di emozioni. Era dal 2015 che Djokovic, Nadal e Federer (in rigoroso ordine di classifica) non si presentavano insieme a illuminare il tempio parigino del rosso. I nomi di Thiem, Fognini e Tsitsipas corrono di bocca in bocca tra coloro che vorrebbero finalmente celebrare la rivoluzione, eppure dopo due settimane di fuoco l’immagine della Coppa dei Moschettieri sollevata da un vincitore diverso dalla triade immortale che domina da tre lustri avrebbe l’effetto di un cambiamento epocale. Fino a due settimane fa Rafa, undici volte sovrano al Bois de Boulogne, arrancava nei dubbi confortando le speranze di chi avrebbe aspirato a sottrargli il trono francese. Poi è arrivato il trionfo di Roma, il dritto è tornato una spada insuperabile e i malanni dell’età solo una fastidiosa compagnia esorcizzata una volta di più. Con queste premesse, la dodicesima fatica vincente dell’ercole maiorchino appare nuovamente la conclusione più logica. Malgrado il basso profilo: «Io favorito? II favorito è solo quello che il 9 giugno (il giorno della finale, ndr) ottiene l’ultimo punto del torneo». Ma il Nadal risanato nello spirito e nei risultati conserva un ascendente tale sullo Slam di Parigi che si è scavato perfino nella scaramanzia per individuarne qualche piccola crepa. Così, nel ricordo della sua prima sconfitta di sempre nel torneo, giusto dieci anni fa contro Soderling, si è scoperto che il diavolo di Manacor allora batté lo svedese a Roma 6-1 6-0 e poi ci perse qui agli ottavi. Con lo stesso punteggio quest’anno ha sconfitto Basilashvili al Foro e il georgiano potrebbe essere appunto l’avversario degli ottavi. Bazzecole, per una roccia che non ha mai tremato neppure di fronte a prove del destino ben più tremende di una statistica: «Conta solo quanto riesci a giocare bene e, alla mia età, anche la salute». Guarda caso, è la stessa considerazione del suo arcirivale più amato, Federer, che mancava dal 2015 e che festeggia vent’anni dalla prima partita parigina e i dieci dall’unico successo sullo Chatrier: «E’ un piacere essere qui e in buone condizioni fisiche, il mio corpo ha reagito bene su una superficie che non frequentavo da un po’». Attorno a lui si respirano ammirazione e rispetto, ma sul pronostico è lui stesso a defilarsi: «Non so cosa attendermi. Ho già un primo turno impegnativo contro un giocatore che conosce i segreti della terra (il nostro Sonego, ndr), per adesso mi accontenterei di arrivare alla seconda settimana». Un velo di incertezza che non appartiene certo a Djokovic, il terzo highlander, consapevole che d’ora in avanti saranno solo gli Slam il terreno di confronto per pareggiare in nobiltà la carriera di Rafa e Roger e scrollarsi per sempre di dosso la fama di super vincente ma senza l’appeal di quei due: «Questo è il torneo per cui mi sono preparato in questi mesi, volevo arrivare qui nel miglior momento di forma. Sono incredibilmente motivato». In fondo al cuore, Nole sente che qui può iniziare a fare la storia: un trionfo a Parigi, a casa di Nadal, avrebbe il gusto dolce dell’inseguimento al graal, cioè al Grande Slam. Gli umani tremerebbero solo al pensiero.

Djoker piglia tutto (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Tutti si aspettano che Novak Djokovic demolisca nuovi record, per ora al Roland Garros ha distrutto il pavimento. «Mi stavo allenando in palestra e ho sbattuto forte a terra una palla medica», ha postato ieri su Twitter il numero 1 del mondo. «Il risultato è che ho rotto un pavimento di legno. Roland Garros, per favore perdonami!». E via con battute varie. A Parigi, però, Novak vuole continuare a spaccare: tutto e tutti. Statistiche comprese. E’ lo Slam che ha vinto di meno, una volta sola, tre anni fa, battendo Andy Murray prima di inabissarsi in una crisi esistenziale, medica e psicologica durata un anno e mezzo. Allora, come oggi, veniva da una serie di tre Slam vinti di fila, e con la sua prima e per ora unica Coppa dei Moschettieri completò il Grand Slam in carriera, l’ottavo nella storia rapace di vincere almeno una volta tutti i majors. «Per me è una motivazione in più sapere che vincendo al Roland Garros sarei il campione di quattro Slam consecutivi», ha spiegato il fenomeno. «Ci sono già riuscito tre anni fa, e questo mi fa credere che posso ripetermi». Il suo vero obiettivo però è il Grand Slam vero e proprio. Dopo il successo a gennaio a Melbourne in finale su Nadal, tutte le principali agenzie di rating del tennis – tradotto: ex colleghi e giornalisti – lo davano quasi per scontato. Poi sono arrivati i passi falsi nei due Masters 1000 americani, ma il successo di Madrid e la finale contro Nadal a Roma hanno rilanciato le quotazioni del serbo. Rafa, in caccia della duodecima a Parigi, resta favorito per tutti i bookmaker. Subito dietro, c’è lui. «Scegliere come favorito qualcun altro non credo sarebbe giusto – ammette il Number One – perché Rafa ha vinto questo torneo tante volte. Quante partite ha perso qui, due? Quindi massimo rispetto per lui, come al solito. A Roma abbiamo giocato un bel match, e lui alla fine è stato il migliore. Mi aspetto due grandi settimane qui a Parigi». Nadal a parte, i pericoli sono quelli noti: Dominic Thiem, Stefanos Tsitsipas, un Fognini in edizione Montecarlo, Sascha Zverev se saprà riprendersi da un periodo nero. Ovviamente nel gruppo c’è anche Federer che torna al Bois de Boulogne dopo tre anni e ieri si è allenato sul “Suzanne Lenglen” davanti a un pubblico da finale. Il Genio però è il primo ad essere scettico: «Non so se ho sulla racchetta un altra vittoria a Parigi, per ora non voglio pensare troppo al futuro, vediamo casa succederà se riuscirò ad avanzare e a mettermi nella posizione di sfidare i più forti».

Sonego e Sua Maestà: «Con Federer mi esalto» (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Tutto intorno a lui è in fermento da quando il sorteggio del 1° turno del Roland Garros 2019 lo ha affiancato a “Sua Maestà” Federer. Lorenzo Sonego, torinese classe 1995 che nel 2019 è già salito alla ribalta con i quarti raggiunti nel Masters 1000 di Montecarlo, mantiene la calma: «Non voglio pensare a questo match andando oltre a ciò che rappresenta, ovvero un primo turno in uno dei tornei più importanti del mondo. Se lo facessi mi caricherei di troppe responsabilità e non riuscirei a prepararlo al meglio. Certo non è stato il miglior accoppiamento che ci si potesse auspicare ma qui sono tutti forti e se non sei testa di serie già in avvio può capitare di doverti confrontare con i migliori». Lui è la Leggenda, per molti il più forte di sempre. Mix di sensazioni sul centrale per la prima volta del torinese: «Ci penserò dopo e analizzerò quanto accaduto. Ora voglio solo concentrarmi sulla partita e non anticipare le tante situazioni di contorno che si legano al match. Sono certo che ci sarà tantissima gente e l’atmosfera sarà quella delle grandi occasioni. Circostanze che mi esaltano. Piuttosto dovrò sfruttarle». Per Lorenzo Sonego sarà il primo Slam in tabellone principale, per diritti di classifica: «Ho una gran voglia di ben figurare e sono pronto a dare il massimo, divertendomi. Fisicamente sto bene e proverò a giocarmi tutte le carte di cui dispongo, considerando che non avrò alle spalle tre match di qualificazione come accaduto negli altri Slam cui fino ad ora ho preso parte, con gli affaticamenti fisici e psicologici che ciò comporta». Tecnicamente il giocatore e il suo coach Gipo Arbino hanno lavorato in vista del match: «Abbiamo curato molto la parte sinistra del gioco, ovvero grande attenzione al rovescio, sia in fase di risposta che con le soluzioni in back e il passante. Federer cercherà di ridurre gli scambi e proverà a mio parere ad imprimere subito un gran ritmo al fraseggio, provando a chiudere nel breve, o venendo a rete o risultando già aggressivo in fase di risposta. Dovrò tenere alta la percentuale di prime palle e variare molto le soluzioni con questo fondamentale». […] Fino ad ora i due non si sono mai confrontati in campo: «Lo conosco solo per stretta di mano – prosegue Sonego – . Sarà dunque una prima assoluta anche in questo senso». […]

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