Berrettini lascia il Roland Garros, il giovane Ruud è troppo solido

Italiani

Berrettini lascia il Roland Garros, il giovane Ruud è troppo solido

PARIGI – Arriva una brutta sconfitta per Matteo, che però non fa drammi: “Ho provato a scavarmi dentro ma oggi è stato più bravo di me”

Pubblicato

il

 

C. Ruud batte [29] M. Berrettini 6-4 7-5 6-3 (da Parigi, la nostra inviata)

Prestazione sottotono per il nostro Matteo Berrettini che si fa sopraffare da Casper Ruud. Il norvegese, 20 anni e n. 63 ATP, si è dimostrato estremamente solido e aggressivo. Ha sempre condotto nel match, giocando bene i punti importanti soprattutto rispondendo in modo impeccabile alle bordate di Matteo. Questi ha commesso troppi errori, soprattutto di dritto e, pur cercando di muovere il gioco, di verticalizzare e variare i colpi, il romano è stato troppo falloso. Sono tornate a galla anche alcune difficoltà negli spostamenti, in particolare verso il lato del dritto. Sarà quindi il figlio dell’ex campione Christian (ex n. 39 nel 1995) a sfidare Federer al terzo turno.

È avversario tosto Casper Ruud. In un campo 13 gremito di spettatori, tra cui tanti a fare il tifo per il nostro Matteo (e non solo gli italiani), il norvegese (che ha comunque un gruppo di ferventi tifosi), impegna l’azzurro fin dai primi punti. Casper ha una fisicità meno imponente dell’italiano ma è un tennista esplosivo; si piazza bene con i piedi e, con un servizio insidioso e un dritto profondo e incisivo, non smette di martellare Matteo.

L’italiano gli tiene testa fino al 4-4, spingendo con il dritto. Sul 5-4 a suo favore, Ruud fa la differenza e crea una prima crepa nelle certezze di Matteo: in 40 minuti, chiude il primo parziale 6-4. Tre bimbi francesi seduti in prima fila, delusi dal risultato del primo set, continuano ad urlare “Allez Matteò!”. “Tifate per Matteo Berrettini?” chiediamo loro, “cosa vi piace di lui?“, “Ci piace perché gioca bene” ci dicono. E hanno ragione. Matteo ha un tennis votato alla ricerca del punto, ma purtroppo oggi non riesce ad esprimerlo come ha saputo fare alla grande negli ultimi mesi. Matteo non fa male in risposta, indietro con i piedi e tanto, troppo teso.

Dopo aver salvato alcune palle break, rimane attaccato a Ruud sul 4-4. Non solo. Salva due set point e resta ancora a galla sul 5-5. Ma non riesce a convertire i breakpoint a disposizione e continua a commettere tanti errori, soprattutto quando deve recuperare i fendenti di Ruud sul lato del dritto. Numerose le smorzate dell’azzurro non andate a buon fine. Sul 6-5, il quarto set point è quello buono per Ruud che beneficia di un nastro beffardo che trasforma una seconda in un doppio fallo. Nonostante mantenga sempre un atteggiamento impeccabile in campo, Matteo non nasconde la propria frustrazione esclamando un devi andare a casa” rivelatore di una certa insicurezza di cui non riesce a liberarsi. L’allievo di Santopadre perde via via l’intensità e l’energia, cedendo anche il terzo per 6-3. L’azzurro vince solo il 29% dei punti in risposta mentre Ruud il 42%; il norvegese vince il 76% dei punti con la prima di servizio. Berrettini commette ben 38 gratuiti, quasi il doppio rispetto all’avversario (20). Il 20enne di Oslo converte 4 delle 15 palle break a disposizione mentre Matteo solo una su 5, all’inizio del terzo set.

La chiave tattica è stata il fatto che lui mi faceva muovere parecchio e con il dritto mi faceva molto male. Nel match c’è stata un differenza di energia nervosa; io ero un po’ nervoso e lui è stato più pronto di me. Sentivo che bastava poco per girarla. È stata soprattutto una lotta nervosa. Lui rispondeva meglio di me. Non rispondevo male per questioni tecniche, ma mi sentivo meno frizzante. Lui spingeva tantissimo con il dritto. Dopo Montecarlo ho fatto uno sforzo notevole, mi sentivo parecchio sottotono, mi dispiace perché questo torneo è un palcoscenico importante , tuttavia quando non si ha benzina è difficile stare al passo. Ho provato fino in fondo, anche se mi sentivo un po’ stanco. Sto già imparando da questa partita. Le sconfitte che bruciano di più sono quelle che servono di più. Mi sentivo meno carico e meno pronto. Ho provato a scavarmi dentro ma oggi è stato più bravo di me, il merito va a lui”.

Com’è nata l’idea di disputare il doppio con Sonego? “Con Lorenzo Sonego siamo molto molto amici e ci piace fare il doppio. Questa idea è nata perché abbiamo raggiunto un ranking che ci ha permesso di entrare. In singolare sono iscritto ai quattro torni sull’erba, non credo che li farò tutti ma vedremo come andranno i primi turni“.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement