Federer torna agli ottavi del Roland Garros: battuto Ruud soffrendo il giusto

Roland Garros

Federer torna agli ottavi del Roland Garros: battuto Ruud soffrendo il giusto

PARIGI – Lo svizzero a tratti è sublime ed incanta il Suzanne Lenglen contro un tenace Ruud che lo costringe agli straordinari. Agli ottavi di finale affronterà Leonardo Mayer

Pubblicato

il

Roger Federer - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Spazio sponsorizzato da Barilla

[3] R. Federer b. C. Ruud 6-3 6-1 7-6(8)(da Parigi, il nostro inviato)

Il terzo turno del Roland Garros vede Ruud impegnato contro un beniamino del pubblico parigino. Il norvegese gioca col tifo contro, ma con la calma che i nordici sanno trasportare nei loro gesti. Purtroppo per lui, il beniamino del pubblico Arnaud Di Pasquale, vince in quattro set eliminandolo ed impedendogli di andare avanti nel torneo. Se fosse andato avanti, molto avanti e fino alle semifinali, avrebbe potuto incrociare uno svizzero piuttosto promettente, un po’ spacca racchette e munito di coda di cavallo.

Chiaramente non siamo sul Suzanne Lenglen di oggi (lo racconteremo tra poco), ma nella primavera del 1999, quando lo svizzero imberbe uscì a sua volta al primo turno contro Pat Rafter. In definitiva possiamo dire che Roger Federer e Christian Ruud, l’unico Ruud che all’epoca non portava il pannolino, una concreta possibilità di giocare al tennis in quel torneo non la ebbero. Per sfidarsi hanno dovuto attendere insieme vent’anni: uno di loro ci ha messo in aggiunta un figlio, l’altro un elisir di eterna giovinezza.

Il campo viene preparato con cura dopo la battaglia di tre ore e 20 tra Mertens e Sevastova. Si passa il tappeto, si spazzano le linee. Poi l’uomo dell’innaffiatore entra in azione: in tutti i circoli che si rispettino, quello che innaffia i campi ha sempre la faccia di quello cattivo. Non fa eccezione l’addetto del Suzanne Lenglen: con autorità afferra il tubo, lo avvia e ndranghete! succede il guaio. La bocchetta che diffonde il getto si stacca d’improvviso e un fiotto d’acqua cade a secchiate nella parte finale di un corridoio del doppio. L’addetto cambia faccia: diventa un mite agnellino mentre Eva Asderaki dirige le operazioni di bonifica della palude.

Un gruppo sparuto di tifosi vichinghi, muniti di corna ad elmo, fa comprendere che Ruud non è solo. E quando il ragazzo inizia a servire ed a piazzare tre vincenti nel primo game, si intuisce che non teme il palcoscenico. Quando Federer va al servizio, si va talmente veloce che a stento ti accorgi della regola per cui si debba alternare.

L’inizio non è brillante per entrambi. Roger non pare centratissimo ma Ruud lo aiuta sparando un po’ a caso il dritto. Il norvegese sente evidentemente di doverlo forzare, anche perché sin dai primi scambi mette in atto la tattica studiata in questi due giorni (forse suggerita dall’analista Øivind Sørvald di cui abbiamo scritto…): dritto sul rovescio di Roger per aprirsi il campo e cercare di affondare sul lato destro dello svizzero lasciato aperto. Quando però anche Federer inizia a mettere in atto la sua tattica, quella di giocare come se stesso, diventa più aggressivo, cerca e trova la rete obbligando Ruud a passanti giocati dai teloni senza che il norvegese trovi adeguate soluzioni.

La risposta di Roger porta Ruud a giocare fuori dalla sua comfort zone fino a quando, nel settimo game, il break è nell’aria. Il passante in controbalzo con cui Roger lo ottiene è uno di quelli che faceva cadere la mandibola al compianto David Foster Wallace. Ed è il debutto di uno show elvetico che durerà per circa 45 minuti. Nessun analista o computer poteva spiegare a Casper Ruud cosa si sarebbe trovato davanti sul Lenglen. Federer appare padrone di colpi e di un tennis che al giovane nordico nessuno è in grado di spiegare. Ruud è efficace, il dritto viaggia, le gambe si muovono, il rovescio ha timing. Ma di là si trova uno che parla un linguaggio diverso, fatto di tagli, accelerazioni dal nulla, attacchi in controtempo ai quali seguono volée efficaci e non nate per benedire il punto.

Federer arriva a set point sul servizio di Ruud, sprecandone un paio. Poi alla terza occasione fa ancora un paio di cose che si vedevano ai tempi di papà Christian e il set in 35 minuti prende la strada di Basilea. Il secondo set si apre così così per Federer che rimedia con l’ace centrale e con un serve and volley sulla seconda. Un secondo serve and volley sulla seconda, e Ruud è ancora privo di contromosse. Il ragazzo inizia ad apparire anche un po’ disorientato come se il fatto che dall’altra parte qualcuno possa servire e scendere a rete sia una regola old-gen, prossima ad essere vietata alle NextGen finals di Milano. Ruud inizia ad essere in balia del back di Roger e della sua capacità di rovesciare l’inerzia dello scambio, ed è subito break.

Sul norvegese si rovesciano ondate di perfezione tennistica e il pubblico francese approva. Una folgore di rovescio in risposta lascia Ruud fermo. Un cross in corsa porta la palla break, poi mancata con un errore di dritto e riconquistata con un passante su di una incauta discesa a rete di Ruud. Un doppio fallo del norvegese e l’ennesimo vincente di Federer gli valgono il secondo break.

Il primo punto del quinto game del secondo set è già nelle cineteche e su youtube: seconda di servizio dello svizzero e discesa a rete, volée bassa e profonda di Roger su un solido passante di Ruud. Il ragazzo è costretto ad alzare un campanile che Federer schiaccia a rimbalzo direzionando però la palla verso Ruud. Sul passante di quest’ultimo Federer ci arriva improvvisando una palla corta e stringendo ancora a rete. Sul successivo pallonetto di Ruud, Federer vola all’indietro a giocare una veronica vincente. Seguono 20 secondi di applausi: contateli, chi vi scrive lo ha fatto, sono un’eternità. Li accompagna lo stupore della sala stampa e la certezza che così, non ce ne saranno più.

Federer gioca in perenne equilibrio sulla linea di fondo ed è micidiale con il dritto, ma in difficoltà col rovescio contro le rotazioni Ruud che continua a gestire in perenne controbalzo. Sul 5-0 Federer, Casper tiene finalmente un bel turno di servizio ed al game successivo complici alcune corbellerie tattiche di Roger siamo a palla break. Arriva l’amico ace a cancellarla, poi il cross di dritto a svitare le caviglie del 20enne di Oslo e finisce anche il secondo set per 6-1.

Federer parte scarico nel terzo set. Il rovescio appare il colpo da registrare e per Ruud arriva la terza palla break che il norvegese spreca per eccesso di foga. Un falso rimbalzo manda a vuoto Roger e sulla successiva palla break arriva un errore di dritto che manda avanti Ruud.
Il giovane pecca di confidenza nel turno successivo e Roger ha subito l’opportunità di riacciuffarlo vanificata da un rovescio lungolinea di Ruud. Federer insiste ad offrire al suo avversario back affilati come lame. Laggiù in basso il norvegese appare spaesato. Un rovescio fuori di Ruud ed un dritto decisamente dentro di Roger e siamo di nuovo “on serve”.

In ogni caso Casper è rinfrancato ed il rovescio di Roger gliene dà ben donde. Su di un avventuroso S&V di Federer, Ruud spreca una buonissima occasione per andare 0-40. Roger ringrazia e siamo 2-2. Con l’ennesima biscia di rovescio lo svizzero va avanti 0-30. Ruud si aggrappa alla battuta e continua il martellamento sul lato sinistro di Roger che con il rovescio o sbaglia o accorcia troppo lo scambio. Per un momento il norvegese si permette anche di uscire dalla litania del martellamento sul rovescio di Roger, riuscendo in un ottimo schema palla corta e pallonetto, ma non tiene contro il dritto di Federer. Arrivano due palle break svizzere che Ruud annulla bene restando in vita sul Lenglene e siamo 4-3 per il più giovane dei due.

Ruud sente di dover dare tutto in questo momento e Federer lo aiuta col doppio fallo. Segue un grande angolo trovato da Roger con il rovescio seguito dal dritto nel campo sguarnito, ma con un raro errore proprio di dritto Federer consegna un’altra chance al norvegese. L’amico ace torna a fare visita allo svizzero che col dritto poi si porta 4-4. Il match acquista un po’ di pathos, tra un Federer meno brillante di un’ora prima ed un Ruud decisamente salito di tono. Solo in risposta Ruud resta sempre troppo distante sulla seconda di Roger, riuscendo però ad incontrarne bene la prima e sfoderando anche un signor passante di rovescio che sorprende l’avversario.

Il match è oramai alla pari. Ruud serve e risponde meglio. Federer è discontinuo e meno aggressivo, fatto con cui Casper va a nozze. Un rovescio di Roger fuori di un pelo manda i giocatori al cambio campo sul 6-5 Ruud, mentre sul Lenglen parte la “ola” sdegnosamente snobbata dalla tribuna stampa. Federer appare meno sicuro al turno di servizio, ma sa pizzicare Ruud con l’ace di seconda. Il tie break sembra la soluzione più equa ed è anche quella scritta dal destino.

Ruud fa servizio e dritto per l’1-0. Roger fa servizio e aggiunge la variante dello schiaffo al volo per l’1-pari. Poi servizio e discesa a rete sulla seconda di Roger, con volée bassa che termina sulla linea consentendo allo svizzero di chiudere con lo smash. Biscia in risposta di Federer, Ruud deve per forza andare a rete e Federer passa in incrociato, 3-1. Servizio vincente Ruud e dritto in rete di Roger che restituisce il mini-break per la parità a 3. Ruud sbaglia due volte e Federer va 5-3. Rovescio in rete dello svizzero per il 5-4 ma ora sono due servizi di marca elvetica. Il primo è seguito da un dritto vincente di Roger e siamo a due match point, articolo che ultimamente riesce male alla ditta. E difatti con l’ennesimo rovescio in rete e con Ruud in versione fabbro del maglio di Thor, siamo sul 6-pari. Picchia ancora il norvegese e si procura un set point annullato da Federer con il serve and volley. Ancora ace di Roger per un nuovo match point, cancellato da un dritto mal giocato in ritardo. Infine, doppio fallo di Ruud e quando Roger serve il quarto match point, manovra bene col dritto, ci aggiunge un pizzico di calma da terra battuta, e chiude con lo smash per 10-8.

Era la 400esima partita di Roger negli slam. Ed è stata la 345esima vittoria. Saranno (boh!) i 100esimi ottavi di finale in uno slam. Forse oggi si è raggiunto Connors da qualche parte, doppiato Laver in qualche dove o forse è successo qualcosa di unico e nuovo che ancora non conosciamo. Poco importa. Sono solo numeri che stanno su fogli di carta, che finiscono in libri e su lastre di marmo. Importano poco perché i numeri non hanno parole e perché tutto il resto, quello che davvero conta, è negli occhi.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement