Fognini da urlo a Parigi: ottavi e la top-10 a un passo (Scanagatta). Questo Fognini guarda lontano (Crivelli). Fognini è da lode. E ora arriva il 10 (Semeraro). Fognini agli ottavi, la storia si ripete (Azzolini). Serena appannata, Osaka troppo nervosa (Crivelli)

Rassegna stampa

Fognini da urlo a Parigi: ottavi e la top-10 a un passo (Scanagatta). Questo Fognini guarda lontano (Crivelli). Fognini è da lode. E ora arriva il 10 (Semeraro). Fognini agli ottavi, la storia si ripete (Azzolini). Serena appannata, Osaka troppo nervosa (Crivelli)

La rassegna stampa di domenica 2 giugno 2019

Pubblicato

il

Fognini da urlo a Parigi: ottavi e la top-10 a un passo (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

«E ora mi devo concentrare sul crucco!». Il crucco, nel lessico disinvolto di Fabio Fognini, è il tedesco Sascha Zverev, l’avversario n.5 del mondo che Fabio Fognini ha battuto a Montecarlo, e che ieri ha vinto l’ennesimo match al quinto set e che adesso separa il tennista ligure dai quarti al Roland Garros. Fognini probabilmente non sa perché austriaci e tedeschi vengono chiamati crucchi. Nella Grande Guerra gli affamati soldati austriaci in Croazia chiedevano pane, “Kruh” in croato.., e da lì, discende quel termine che suona un po’ dispregiativo. Zverev è parso in progresso di forma senza essere però irresistibile contro il serbo Lajovic. Fognini è in ottavi al Roland Garros per il secondo anno consecutivo (nel 2018 finì k.o. con Cilic) e per la terza volta. Ci era già arrivato nel 2011, quando salvò cinque match point con Montanes ma poi non potè scendere in campo contro Djokovic perché in quella tremenda battaglia con lo spagnolo si era “stirato”. Un altro spagnolo, Bautista Agut, lo separava dagli ottavi ma Fabio, che lo aveva già battuto sei volte, lo ha battuto anche per la settima, 76 64 46 61 dopo una vera lotta. Djokovic intanto, battendo il nostro Caruso 63 63 62, è arrivato anche lui agli ottavi, per la tredicesima volta in 14 anni. «Caruso mi ha stupito, è più forte di quel che credevo, ha un ottimo rovescio». La rivoluzione francese continua a far cadere teste coronate nel torneo femminile del Roland Garros: ha perso, per 64 62, anche la n.1 del mondo Naomi Osaka, campionessa degli ultimi due Slam, battuta dalla ceca Siniakova n.43. E anche Serena Williams con la n.35 Kenin, 20enne americana di origini russe, è schizzata fuori dal torneo, 75 62. Se non ritroverà una condizione atletica sufficiente mi sa proprio che il record di Margaret Court Smith, 24 Slam, non lo raggiungerà più.

Questo Fognini guarda lontano (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Perdere la pazienza significa perdere la battaglia. E’ il potere taumaturgico delle vittorie: conducono verso un approccio gandhiano alle difficoltà anche quelli che hanno da sempre il cuore in tumulto. Dal trionfo di Montecarlo, Fognini è un altro uomo e un altro giocatore, o forse ha semplicemente trovato l’equilibrio. Intanto, l’obiettivo basico del Roland Garros è stato raggiunto: Fabio approda alla seconda settimana per la terza volta in carriera, uguagliando gli ottavi dell’anno scorso. E vede la top ten a un battito di ciglia. Contro Bautista Agut, con cui era avanti 6-3 nei precedenti ma ci aveva perso a marzo a Miami, di pazienza ne serviva in abbondanza: i primi due game portano via 16 minuti. Il placido spagnolo è davvero l’erede di Ferrer: ritmo, gambe e lotta. Per uscirne immacolato, Fabio usa innanzitutto la testa in mezzo ai tanti saliscendi di una partita sfiancante, alzando il livello nei momenti clou e cogliendo il meglio dal servizio quando conta (11 ace), per esempio sulla delicata palla set per Robertino sul 6-5 del primo parziale; e infine chiama a raccolta la classe innata con variazioni sul tema e palle corte non appena il numero 21 del mondo cala di energie in una sfida che scollina le tre ore (3h10′). Insomma, malgrado il trattamento precauzionale alla caviglia destra nel terzo set, Fogna porta a casa il match con cinquanta vincenti e illustra una condizione mentale e atletica che accompagna ambizioni di pregio: «Sapevo che sarebbe stata una partita dura, ma nel quarto set ho alzato ancora il livello e alla fine non ho rischiato più nulla. Ho servito molto bene e nei passaggi delicati questo ha fatto la differenza, ora sono stanco e ho qualche dolorino, dopo la giornata di riposo penserò alla prossima sfida». Domani, oltre la rete, ci sarà Sascha Zverev, il numero cinque del mondo, che non lesina complimenti al rivale: «Fabio ha una moglie, un figlio, si è realizzato come uomo e merita grande rispetto. Poi è anche un eccellente giocatore, si muove benissimo e colpisce molto forte: sulla terra è uno dei migliori». L’ultimo precedente è fresco. ottavi di Montecarlo, con Fogna che si impone e trae la linfa per lasciarsi finalmente alle spalle un avvio di stagione di tanta rabbia e pochi successi: «Qui sarà tutto diverso — dice l’azzurro -. Quando non ci saranno più Rafa Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer, lui è il potenziale numero uno: dovrò entrare nelle sue debolezze, sulla terra rossa è più abbordabile. È una sfida che mi piace, trovare quel numerino di cui tutti parlate passa per queste partite». […]

Fognini è da lode. E ora arriva il 10 (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Il numerino, il maledetto numerino, «quello di cui scrivete tutti voi giornalisti», adesso è veramente distante un passo. Anzi, meno: Fabio Fognini da ieri sera è numero 10 del mondo. Purtroppo solo virtualmente, perché a fare fede, negli annali e nella memoria, sarà la classifica reale che il computer dell’Atp sputerà fuori lunedì 10 giugno, alla conclusione del Roland Garros. La forza del Fogna, del nuovo Fogna post Montecarlo, sta però anche nel non farsi ossessionare dal traguardo che ha inseguito da una vita, che ha già sfiorato nel 2013, che adesso vede lì a portata di racchetta. «E ora Zverev, che sarà un n. 1. Dovrò sfruttare le sue pecche sulla terra». Fabio al terzo turno ha battuto Roberto Bautista Agut, quattro set non banali (7-6 6-4 3-6 6-3) ma giocati con classe superiore quando serviva, superando anche il thriller di un dolore alla caviglia, che lo ha rallentato e un po’ preoccupato nel terzo set. Lunedì negli ottavi gli tocca Sascha Zverev, il numero cinque del mondo. Nei precedenti Zverev, che sta vivendo una stagione complicata e a Parigi sta penando (ieri ha dovuto sudare cinque set contro il numero 35 del mondo Dusan Lajovic), è in vantaggio 2-1, ma a metà aprile a Montecarlo Fognini lo ha liquidato in due set. La serenità con cui Fabio adesso sta in campoè figlia di quel trionfo nel Principato. «Di sicuro ha cambiato la mia prospettiva – ammette l’interessato – venivo da mesi difficili, non riuscivo a giocare il mio tennis. Mi avessero detto che stavo per vincere Montecarlo sarei scoppiato a ridere. Invece adesso sono nella seconda settimana del Roland Garros. Un po’ stanchino, con qualche doloretto, ma ora ho un giorno per riposarmi e pensare alla nuova sfida. Peccato per il terzo set, l’ho perso dopo essermi fatto trattare la caviglia, ma nel quarto ho chiuso la partita senza rischiare più nulla. Ho anche molto servito bene e questo è stato fondamentale per scrollarmelo di dosso». Con Zverev bisognerà alzare ancora l’asticella. «Rispetto a Montecarlo sarà una partita diversa, qui si gioca al meglio dei cinque set e lui resta un potenziale numero uno, quando si saranno ritirati Federer, Nadal e Djokovic toccherà a lui. Dovrò entrare nelle sue debolezze, sfruttando il fatto che sulla terra è più vulnerabile che sul veloce». […]

Fognini agli ottavi, la storia si ripete (Daniele Azzolini, Tuttosport)

La carriera di Fabio Fognini è al bivio, e lui lo sa. L’ha cercato a lungo, ora è davanti ai suoi occhi. Può spingere la sua carriera nella giusta direzione, verso i Campi Elisi del tennis oppure impantanarsi, frenare lo slancio che l’ha sospinto fin qua permettendogli l’approdo di Montecarlo, la prima vittoria in un Masters 1000, e porre fine alla voglia di dare al suo tennis la casa che merita. Fermarsi, ripartire, riprovarci, ricominciare ancora una volta, l’ennesima. Come se a 32 anni fosse facile. Battuto Roberto Bautista Agut, Fabio procede verso Sascha Zverev, il numero 5, che si è liberato di Lajovic soltanto al quinto set, proprio come l’anno scorso. Fabio lo ha sconfitto proprio a Montecarlo. Ribatterlo non sarà facile, «non lo è mai con i tennisti più forti, sono certo che quel match lo ricorderà bene e ne avrà tratto gli indispensabili consigli», dice Fabio, che non ha intenzione di nascondersi dietro a un dito. Erano gli ottavi del torneo monegasco. «Ma tre set su cinque», avvisa Fabio, «e dopo un mese abbondante di partite che di sicuro l’hanno visto crescere e recuperare la condizione. Viene da una vittoria (Ginevra, ndr), il favorito è lui». Sarà un confronto con molti possibili risultati, e varrà i quarti del torneo, che per Fognini si tradurranno in una promozione sicura fra i top ten, l’obiettivo di una vita. Non solo. Fognini potrebbe tornare nei quarti di uno Slam a distanza di otto anni. Vi riuscì nel 2011, ma fu costretto al ritiro. Avrebbe dovuto incontrare Djokovic, potrebbe incontrarlo stavolta. E’ ancora tutto in divenire: se Del Potro raggiungesse i quarti, Fognini finirebbe fuori, ma lo sprint finale è lanciato e Fabio vi partecipa a buon diritto. […] Contro Bautista ha mostrato molte cose buone, è in forma e ha rimediato con solida praticità a quel terzo set che gli è sfuggito solo dopo un time out medico per un problema al piede. È il momento giusto per fare grandi cose. Con gli stessi pensieri Salvatore Caruso è sceso in campo contro Djokovic. Ha dato battaglia, ne è sortito con una convinta pacca sulle spalle da parte del numero uno. Nel giorno del k.o. di Osaka (contro Siniakova), anche Serena è finita fuori contro una statunitense di 20 anni, Sofia Kenin, una delle tante bimbe agguerrite. Non è lo Slam della Williams, d’accordo. Ma anche lei non è più la stessa. Ci provi ancora a Wimbledon, ma se non va, forse è giunto il momento di fare solo la mamma.

Serena appannata, Osaka troppo nervosa. Così cadono le stelle (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Più si cade dall’alto, più pesante sarà il tonfo. Parigi addio, crollano i monumenti e salutano le stelle nascenti. Serena Williams e Naomi Osaka bevono insieme l’amaro calice di un’eliminazione inattesa per il blasone, ma prevedibile per le prestazioni offerte nei primi due turni. Sorridono la Kenin e la Siniakova, unite dalle comuni origini russe ma cresciute in America e in Repubblica Ceca, ultime iscritte alla giostra di un circuito femminile ormai senza più senza padrone e quindi clamorosamente imprevedibile. Aveva ragione coach Mouratoglou: causa infortunio dopo Miami, Serena ha passato troppo poco tempo in campo ad allenarsi e sicuramente meno di quanto le sarebbe stato necessario per recuperare una condizione accettabile. Più che negli spostamenti, le difficoltà risiedono nella misura dei colpi, come se l’ex numero uno non trovasse mai il campo. E i 34 gratuiti lo certificano: «Sicuramente mi sono allenata poco, ma sono perfettamente consapevole di quello che devo fare. E lei ha giocato benissimo». Lei è Sofia Kenin, detta anche Sonya, vent’anni, nata a Mosca ma trasferitasi in Florida da bambina, numero 35 del mondo. Nonostante il mito che aveva davanti, non ha tremato: «Le Williams per noi ragazze che giochiamo a tennis sono state un’ispirazione costante, non dovremo mai smetterle di ringraziarle. Ma io mi sento più vicina alla Sharapova, ho lo spirito russo e poi sono bionda». Dalla Russia viene anche Dmitri, il padre di Katerina Siniakova nonché suo allenatore. Lei però è nata in Repubblica Ceca e fin qui ha brillato soprattutto in doppio: è la numero uno della classifica mondiale. Come la Kenin, ha una passione per la Sharapova e la sua città preferita è Parigi. Adesso più che mai, dopo aver eliminato la numero uno del mondo Osaka (lei è 42) che aveva vinto gli ultimi due Slam. La giapponese ha mostrato un nervosismo sospetto per tutta la settimana: «Forse è la tensione di un Major affrontato da prima testa di serie».

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement