Berrettini in semifinale a Stoccarda (Crivelli, Semeraro, Azzolini). Federer prepara la rivincita ad Halle (Corsport). Fognini alla Laver Cup (Tuttosport)

Rassegna stampa

Berrettini in semifinale a Stoccarda (Crivelli, Semeraro, Azzolini). Federer prepara la rivincita ad Halle (Corsport). Fognini alla Laver Cup (Tuttosport)

La rassegna stampa del 15 giugno 2019

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Berrettini fa bum bum. Un servizio in erba e la Top20 si avvicina (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La forza di un campione si misura dalla reazione. Berrettini era uscito ammaccato dal Roland Garros, consapevole che la prestazione grigia contro Ruud non fotografasse la sua qualità attuale e le relative ambizioni. Perciò, come accade fin da quando era ragazzino, ha risposto alla sconfitta nell’unico modo che conosce e che gli ha insegnato coach Santopadre: duro lavoro e cura maniacale dei dettagli che non hanno funzionato per rimetterli al posto giusto. E così è arrivata con straordinaria autorevolezza la semifinale erbivora di Stoccarda, la quarta in stagione e sulla terza superficie diversa (indoor a Sofia, terra a Budapest e Monaco di Baviera): Matteo ormai è un uomo per tutte le stagioni. Non solo battuta. Certo, nel cammino fin qui travolgente in Germania (53 minuti per battere Kyrgios, 68 per Khachanov e 72 ieri per Kudla, con un doppio 6-3) abbaglia il rendimento al servizio: Berretto non ha ancora concesso palle break e contro l’americano nato a Kiev (semifinalista a Halle l’anno scorso e rivale ostico, avendo vinto due volte su quattro nei confronti diretti) ha ottenuto 26 punti su 29 con la prima, eguagliando il 90% della partita dei quarti. Eppure sarebbe riduttivo commentare la settimana fin qui perfetta del romano solo riferendosi alla battuta. Il rovescio, una volta punto debole, ora viaggia che è una meraviglia, sia in slice (soprattutto in risposta) sia piatto quando occorre prendere il punto da fondo; il movimento di piedi e la coordinazione, elementi delicati per un uomo di 1.98, sono cresciuti esponenzialmente come del resto il gioco di volo. E poi Matteo può godersi pure la soddisfazione del punto del torneo, un passante di dritto lungolinea giocato correndo all’indietro e spalle alla rete su un pallonetto velenoso di Kudla: «Ho giocato davvero un gran match — dice l’azzurro – e ho sfruttato al meglio le poche occasioni che mi ha concesso». Ormai un posto tra le teste di serie a Wimbledon è garantito (virtualmente è numero 25 del mondo), e arrivarci sulle ali di una vittoria sui prati sarebbe un grande passepartout. Però bisogna cominciare a battere oggi il tedesco Struff, giocatore caldissimo e un altro bombardiere (88% di punti con la prima contro Pouille). Preparate gli ombrelli per la grandine.

Super Berrettini vola in semifinale (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)

Al primo turno, Nick Kyrgios. Giovedì, al secondo, il numero 9 del mondo Karen Khachanov. Ieri l’americano Denis Kudla, tutti rispediti a casa con una media di poco più di sei game. Se fosse baseball le tre K significherebbero strite out, eliminazione al piatto, e il pitcher Matteo Berrettini avrebbe chiuso un inning da favola, nascondendo la palla agli avversari. Invece è tennis, trattasi dei primi tre turni dell’Atp 250 di Stoccarda, e per Matteo vuole dire semifinale. La sua quinta in carriera a livello Atp, la prima sull’erba. Con Wimbledon alle porte, un’ottima notizia. Beretta se la giocherà oggi contro il 29enne tedesco Jan Lennard Struff, n.38 Atp, tennista onomatopeico che martella da fondo, specie con la battuta e il diritto, e sa cavarsela a rete. Fm i due non ci sono precedenti, se Matteo continuerà a picchiare come ha fatto finora, prepariamoci ad una battaglia di servizi. Contro Kudla, numero 86 Atp liquidato 6-3 6-3 in un’ora e 12 minuti, il romano ieri ha piazzato 10 ace e vinto il 90 per cento dei punti con la prima palla senza concedere nemmeno una palla break, come del resto aveva già fatto nei primi due match della settimana, senza mai dare l’impressione di trovarsi in affanno. Implacabile alla battuta, puntuale a rete, sereno nella gestione della partita, insomma una perfetta macchina da erba. «Ho giocato davvero un gran match», ha spiegato. «Kudla è un avversario pericoloso, sapevo di dover dare il meglio per batterlo e ci sono riuscito. Ho servito bene e soprattutto ho sfruttato al meglio le poche occasioni che mi ha offerto». Soddisfatto anche coach Santopadre: «L’anno scorso l’erba era un po’ un’incognita, Matteo è cresciuto sulla terra e c’erano dei problemi tecnici da risolvere. E’ stato un anno di investimento e ora si vedono i frutti. In questi giorni è stato bravo a far sembrare tutto semplice, fin dal match con Kyrgios, dietro però c’erano idee tattiche ben chiare, e Matteo è stato bravo a interpretarle. A Parigi era arrivato un po’ a corto di energie, ora è tirato alla perfezione e mentalmente più fresco». Potenza, controllo, determinazione. E in più qualche chicca tecnica: un tocco angolatissimo in corsa per beffare Kudla a rete, il passante tirato da… Francoforte che ha chiuso la partita; e soprattutto undiritto lungolinea giocato spalle alla rete, con uno schiaffetto di diritto in rotazione, atterrato all’incrocio delle righe, che ha strappato un boato al pubblico del Weissenhoff Club (e un sorriso allo stesso Matteo). La mitteleuropa, evidentemente gli si addice. Il primo torneo Atp Berrettini lo ha vinto l’anno scorso in Svizzera, a Gstaad, quest’anno ha bissato a Budapest e raggiunto la finale a Monaco, sempre sulla terra; ora tocca all’erba del Baden-Würtnenberg. In attesa, si spera, di passare a quella nobilissima, di Londra

Un uomo di battute (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Berrettini è uomo di battute. Quelle sul campo volano a 220 orari, e rappresentano un nostro piccolo record nel tennis attuale. Per la serie, anche noi ne abbiamo uno, di quelli che quando colpiscono hanno dentro “il fuoco di cento saette”. Quelle che cala a voce, invece, risultano spiazzanti, ma autentiche, cento percento romane de’ Roma. Incontri Sock, buttammo lì l’anno scorso a Wimbledon, prima del via. Nel silenzio che segui, decidemmo di farci del male: be dai, Berrettini contro Calzino, che conti di fare? «Metto su un reparto di accessori per moda uomo», la risposta. Ce la meritammo, e lui ottenne contro l’americano l’unico successo sull’erba della stagione. In cinque set. Ieri Matteo ha mortificato Kudla (pareggiando i conti, ora sono 3 pari), e le battute sul campo gli sono bastate. Dieci ace e 90% di punti ottenuti con la prima, senza offrire palle break «Credo di aver giocato davvero un buon match, lui è sempre pericoloso». È in semifinale a Stoccarda, il torneo che “si è dato all’erba” da tre stagioni a questa parte. Qualcosa è cambiato dai Championships di un anno fa. Non tanto per Kudla, ma per la doppia impresa compiuta nei primi due turni del torneo tedesco, contro Kyrgios, poi contro Khachanov alla prima settimana da top ten. Ora la domanda se Berrettini sia davvero un tipo da erba merita di essere posta. Di sicuro è per caratteristiche il nostro tennista più attrezzata. Servizio e dritto sono di primo livello, il rovescio – sul quale ha lavorato da matti sin dagli esordi nell’Atp Tour – appare ormai di sicuro appoggio al resto del gioco, seppure i risultati migliori sull’erba li ottenga liberandosi dalla presa bimane per colpire con un back che obbliga la palla a una traiettoria particolarmente arcuata. Contro Khachanov quei colpi sono risultati spiazzanti, e gli hanno permesso un’infinità di capovolgimenti di fronte e numerose chiusure a rete. Panatta ne è convinto da quando lo vide la prima volta sui campi dell’Aniene, anche allora allenato da Vincenzo Santopadre: «Ha centimetri e colpi da top ten, e per me fra due stagioni potrebbe esserlo davvero. Mi sembra stia crescendo nel modo giusto, negli ultimi match che gli ho visto giocare mi è apparso anche molto attento a cogliere e stuzzicare i difetti dell’avversario». Parole sincere di un campione che raramente si lascia andare a lodi sperticate. Un viatico da tenere presente, in vista delle Atp Finals italiane, al via a Torino nell’anno 2021. Del resto, semifinalisti da erba in così giovane età non ne abbiamo mai avuti molti. E più in generale, la crescita di Berrettini sembra seguire i canoni giusti di chi abbia intenzione di salire molto in alto. A 23 anni è il n.30 (best ranking), ma Stoccarda lo porterà ancora più su, anche fra le teste di serie dei prossimi Championships. La classifica in divenire lo poneva ieri al 25° posto, con la possibilità di salire fino al 22° o al contrario di essere raggiunto e superato dal tedesco Struff, Jan Lennard, prossimo avversario in semifinale. Primo rendez-vous fra i due. Sono giocatori sotto molti aspetti simili, per centimetri e botte di servizia. Matteo ha dalla sua una più accurata costruzione della partita. Vedremo se basterà.

Federer prepara la vendetta sull’erba. Ecco Halle in attesa dei Championship (Corriere dello Sport)

Dalla terra rossa all’erba. Il cambio di superficie che segue il Roland Garros è sempre traumatico per tennisti e appassionati: dal dominio incontrastato del 12 volte campione di Parigi Rafa Nadal si passa a un altro dominio, quello di Sua Maestà Roger Federer che per 8 volte (finora) ha trionfato a Wimbledon. Ma i Championships non sono certo l’unico torneo su erba che ha visto il campione elvetico fare la voce grossa durante la sua straordinaria carriera. Tra 48 ore si alzerà il sipario sul Gerry Weber Open di Halle, storico torneo ATP500 tedesco al quale Federer è legato da un contratto a vita, che ne garantisce la presenza ogni anno. RE ROGER. I risultati di Federer in Germania parlano chiaro: dal 2003, anno del suo primo trionfo a Wimbledon, ben dodici finali disputate, di cui nove vinte. Curiosamente, il campione di Basilea ha giocato queste dodici finali contro dodici avversari differenti, a dimostrazione che se negli anni i rapporti di forza nel tennis possono cambiare, l’unico punto fermo è proprio lui, che nell’impianto gioiello del Gerry Weber Stadion si muove con una naturalezza che neanche il passare degli anni tende a scalfire. Del resto, l’erba è storicamente la superficie che tende ad esaltare l’immenso talento di Federer, desideroso anche di riscattare la finale dei 2018: arrivato ad Halle con 98 tornei vinti, l’obiettivo dello svizzero era quello di arrivare in tripla cifra proprio a Wimbledon, il suo Slam per antonomasia, passando per la decima affermazione in Germania, ma Borna Coric rovinò la festa sconfiggendolo alla distanza. Kevin Anderson fece il resto eliminandolo prematuramente a Londra, tra la sorpresa generale. Federer come sappiamo, ha rimediato quest’anno vincendo a Dubai il suo torneo numero 100 e quest’anno torna sull’erba tedesca senza il peso, al quale certo è abituato, del titolo da difendere. L’edizione 2019 del torneo di Halle, inoltre, potrebbe essere statisticamente rilevante per un ulteriore dettaglio: Federer non ha mai vinto in carriera un torneo per 10 volte, a differenza di Nadal che sul rosso tra Parigi, Montecarlo e Barcellona ha già centrato l’obiettivo. L’elvetico per ora è fermo a 9 trionfi nella sua Basilea e, appunto, ad Halle. Quella di quest’anno, dunque, è l’occasione per ottenere l’ennesimo record di una carriera irripetibile. Halle è la palestra giusta per Federer anche in chiave Wimbledon: 16 anni dopo il suo primo trionfo e 18 dopo la storica maratona vinta contro Pete Samptas, Federer sa che sull’erba di Church Road può giocarsi le sue chances più importanti in chiave Slam. A Parigi non è riuscito ad arginare la furia di Nadal che al Bois de Boulogne gioca in casa ma a Londra il fattore campo è decisamente invertito, lo dice la storia. Per preservare forze fresche Federer ha scelto di non giocare a Stoccarda, dove difendeva il titolo, proprio per arrivare ad Halle, e poi a Londra, nelle migliori condizioni, anche perché quest’anno ha scelto di tornare a giocare sul rosso dopo ben tre anni di assenza. Le gesta del campione elvetico ad Halle, come ogni anno, saranno proposte in diretta su Supertennis a partire da lunedì.

Laver Cup, c’è Fognini con Federer (Tuttosport)

Ci sarà anche Fabio Fognini a difendere con Nadal e Federer i colori del Team Europa nella 3a Laver Cup in programma a Ginevra (Svizzera) dal 20 al 22 settembre contro Usa/Resto del Mondo. Con lui l’austriaco Thiem e il tedesco Zverev. Capitano Bjorn Borg. «Sono molto eccitato – le parole dell’azzurro -. Scendere in campo per una squadra è qualcosa di speciale nel tennis, dove siamo più abituati ad avere sfide individuali in ogni incontro. Non vedo l’ora di competere accanto ai grandi giocatori che formano il Team Europa».

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